‘621 MDXI, SETTEMBRE. 622 quando lui se parti, inlese fermo, li inimici haver aulo quel loco, et li ha e ti am dato le letere di la Signoria, drizate va al provedador zeneral Moceni-go ; spera darle in man propria, e non le potendo dar, le cazerà sqtlo" terra etc. Dii dito, a dì 25, hore 16. Scrive, le letere mandate a domino Ilironimo Sovergnan fono date in Darijs, loco suo, e li dete le letere et li disse, ozi manderia uno suo con la risposta de qui. De’ inimjci, per soi esploratori, ha inteso, haver piantato le arlelarie verso la porta di Gradisca e aver (rato diversi colpi, ma non haver fato profito alcuno, et che li nostri, è dentro, dimostrano volersi difender virilmente. Item ha, che eri, horre 18, i ni-mici li deteno una bataglia, tamen 0 feno, imo dii campo nimico ne fo morti 500; e, per quanto l’intende, non adoperano se non mortari per amazar quelli erano dentro, i qualli si hanno difeso etc. Item scrive, lì, a Maran, atendeno a lavorar li repari, nè mai cessano, e sono per mantenir quel loco, e tien continue le spie fuora. Item, a horre 15 è zonto sier Andrea di Vivian con lo capo di. le barche armade, qual tuto heri à dato la fuga a li do brigantini di Trieste, qual erano venuti al porto de Legnan per sachizar le nostre barche, e li sono andati drio tuta notte fino in colfo de Trieste; e per esser levato una fortuna non poteno sequitarli più, sì che fuste di essi inimici sono molle in questo colfo, nè è possibele navegar, perhò si mandi barche armade bon numero, aliter meterano a sacho Grao e Caorle e forssi Maran ; e cussi le dite barche di Chioza si à voluto levar per Venecia, nè li à valso protestarli la scritura. Dicono, è venuti senza vestimenti e sono amaladi alcuni di Ihoro. E1 dito Vivian li ha dito aver inteso, per molte vie, la rocha di Monfalcon mantenirsi, e heri sera lui vide, atrovan-dossi in campani.el de Grao, veder bombardar la terra. Item scrive, dà il pan a li stipendiali, è lì, et 60 guastadori die lavorano, et le farine, dovea andar a Gradiscila, è restate de lì per non esser modo a mandarle de lì e tormenti bon numero ; vini pochissimi per esser stà pochi vini novi, perhò si mandi qualche bota di malvasia over altri vini etc. In quella niatina è cavalchato domino 'lhodaro -con la sua compagnia verso strada alta per tuor le vitua-rie, vanno a li inimici, per aver inteso, uno pan grande come uno ovo vai in campo soldi 2. Item, seri -vendo, ha ricevuto lelere di domino Ilironimo Sovergnan, qual manda a la Signoria. Etiam una di Parabon e altre di soi amici, per le qual si poi veder i progressi de’ inimici, perhò si proveJi a Maran. Dii dito, di 25, horre 21. Come havendo su-speto de uno de lì, chiamato Durligo Scaiber, da Udene, d qual è padre dii preoslo, mandò di qui a li superiòr zorni di bordine dii magnifico locote-nente, e questo per esser grandissimo fautor de li Savorgnani, imo tuta sua cossa etc. Dii dito, a dì 25, horre 2 di note. Come scrisse in quella note aver auto lelere da li signori de Perpeth, qual manda inclusa, e questa niàtina, desiderando saper il conlinuo progresso de’inimici, mandoe uno citadin fklelissimo de lì da essi signori de Perpeth per saper di novo come hera bordine tra Ihoro e lui. E zonto el fu a la porta dii castello, li signori li disse, non si dovesse aproximar, perchè haveano male nove, che Gradiscila sia resa. Item, in questa borra è zonto il cavaliere slratioto, prese Sonzin Benzon, et ha menato doi presoni, uno medico di Pordenon, il quatte li ha referilo, esser partilo questa matina dii campo de’ inimici a horre 15, qual dice, che uno baron todesco vene in quel ponto a chiamar Antonio Sovergnam et insieme andono soto le mure di Gradiscila, e tu a parlamento hore do, e poi lui intese come si dicea eo magis nel pa-vion di dito Antonio, che haveano bone nove, che la terra presto saria sua, e poi veneriano qui a Maran, et quelli inorano a fil di spada e focho ; l’altro è Damian Liscliori, da Spilimbergo, habitanle in Verino, qual dice che in questa noie, a hore 3 avanti zorno, lui hessendo apuzato nel pavion de dito Antonio, vene fuora di Gradischa uno prete pujese, che sta a Noveri de Crai, e fu a parlamento con dito Antonio, e diseli, non volesse bombardar, perchè i banano la terra senza bombardar ; li quali tutli do presoni mandò a la Signoria nostra per una barcha a posta. Dice etiam, che subito che ’1 prete fu par-, (ito, el dito Antonio montò a cavallo su uno cavai rosso e andò a parlar a quelli signori in li pavioni. Item scrive, che scrivando questa letera uno citadin di Maran ha ’uto una poliza, qual manda a la Signoria, di uno pre’ Agustin di Aquileia, et è dii zorno di eri, pur è conforma zercha Gradiscila. Item, è zonto una spia,-dice aver visto nostri a parlamento con quelli dii campo, li quali se voleano acordar ; tamen non sono acordati, perchè i voleano salvarli sohm la vita, e volevano li cavalli e le robe e tutto il resto ; la qual spia .parlile dii campo inimico ozi, a hore 14 in 15, e dice, in campo esser gran carestia di pan, e uno che vai lì, a Maran, un bezo, in campo vai soldi 3, e la boza dii vin vai soldi 2. Scrive, lui prima e li contestabeli e compagni non restano dì e notte in lavorar e fortifiebar quella ter*