583 MDXI, SETTEMBRE. 584 verso le basse, non peritò in locbo che habino po-sulo far alcun danno, solo à mena 6 animali grossi. Et perchè di Trevixo era sta mandà per lui bon numero de stralioti, come scrisse, a le basse, scara-muzando alquanto con i nimici, tamen, ritornati ì\1 loco, li nostri li amazono lì et preseno li cavalli llio-ro. Domati etiam manderà bon numero di cavalli lizieri a quella banda, et ha mandato a dir a quelli contadini, se retirano a le basse al più li sia possi bele, et cussi liano mandato a quelli contorni azò se possino proveder di salvarsi sì biave, come animali el altre cosse, et questi sono verso el Sii etiam. Item scrive, aver, per li nostri esploratori, che i nimici nel levar i l'arano per andar via, hanno deliberato de sachizar el depredar lutto el paexe, pe-rhù hanno lato a saper per tutto, se habino a salvar. Di Fadoa, di sier Matio Sanudo, pagador, vidi letere di 24, hore 2 di note. Chome li nostri stralioti hanno preso Rarnes Spagnol in Brcn-dola, mia 7 lontan di Vicenza, qual lo nostro conte-stabele et provisionato. Item, dii campo nimico àse, per stralioti rescatadi, esser al luco solilo con gran carestia. Item, per uno prexon, dice di el nepote ili Domihico Busichio, eh’è*confi nimici, che à, come il re di Pranza à scrilo tiiia letera a monsignor di la Peliza, dicendo, come bora uno anno et questo à ’uto gran spexa, e che ’I vede, l’impera lo" non è per venir /oso, dove* [ter non manchar dii tutto il suo debito che ’f debbi apresentarsi apresso Treviso e slar zumi 4, e poi levarsi e ritornar indriedo a li soi alozarnenti. Àse etiam, il re di Pranza aver con prato Verena per ducati 200 milia da l’irnpe-rador con questa condition, si per tulo el dì de Na-dal li restituirà dili ducati 200 milia che Verona torna, e non li dagando la resti a Franza; e, si dice, Verona è fornita per francesi, eceto castel San Fe-lixe per todeschi. Noto. Po dito, todeschi aver dato taja a Udene ducali XV milia, poi la reduse in 5, et demurn l’hanno. reduta in 3000, e li volino de presente; e lì è vescovo di Lubiana-, p; r governadorj restato. E'nota. Dito vescovo desiderava sommamente dita Patria, aziò il curzense possi aver quel palriarchato, che mine 1’ ha il reverendissimo Cardinal Grimani, qual à gran juridition in Aiomagna etc. Item, ozi partì sier Francesco Marzelo, va pro- vedador a Maram con fanti......;e sier Anzolo Guoro, elelo a Monfaleon, refudoe. In questa matina, in quarantia criminal, haven-do parlato e risposto a 1’ avogador domino Rigo Antonio, avochato di sier Daniel Trivixan, quondam sier Nicolò, procuratór, e posta la parte di prode* der, fo 8 non sincere, 12 di no et 15 di procieder; et non fo expedita, perchè pende al terzo consejo. Da poi disnar fo consejo di X con la zonta in materia di danari, et di far pagar li debitori; e aleuto dii numero di tansadi ne son assa’ richi, fo preso e renovata la parte, di retenirli in haver e im persona, e che ne sia electi, per il consejo di X, 30 di più riclii, et quelli fato a saper pagino, aliter che pasado il termine datoli, non havendo satisfate lo polize, siano date in man di capetani e fati pagar, e tuorli pegni mobeli over retenirli im persona etc. E fo ordina credenza per far questa exatione più tacita si poi. IH Trevixo, di sier Lunardo Zustignan vidi letere, di 25, horre 17. Come erano letere di la Mota, che nostri è ussiti et hanno tolto Uderzo, e volenno andar a Porto Bufolè, et haveano catà assa’ bon numero di tormento et voleano condurlo in la Mola. 1 nimici erano andati de là de l’Isonzo e Taiamento, e non era rimasti alcun in Uderzo. Etiam hanno trovato una letera di Achiles Boro-meo, scrive dii campo da Narvesa a Conejan al commissario di l’imperador, che li comanda, voglij far la descrition di le biave sono de lì, et di quelle, la mila far pan, e 1’ altra mità in farina, e che ’1 voglij mandar soto sto comandamento per tutti i lochi di la sacra majeslà cesarea, sì de’ amici, come de’ne-mici, perchè el campo da venere, eh’ è domati, si è per unirse, e non dize franzesi ni altri ; e questo vien interpretado, siano quelli todeschi, è in campo a Narvesa, si debbi eonzonzer con i altri, soli di là di Udene. Altri dize, sarà luto il campo, zoè francesi e todeschi, et scrive, sier Silvestro Trun, è prove-dador in la Mota, è stà quello andò a Uderzo, e voi tuor Porto Bufolè e voria soccorsso, dal provedador di qui, di qualche cavalo e fanti. Non sa quell» si farà, perchè lui à la guarda ozi e stanote a la porla di Sanli 40, tua credo si scriverà, legni la Mota e non vadi piando lochi che non poleno lenir e far mal ai poveri subditi nostri. Di campo si ha, conio 307 sono tra do over tre zorni francesi a levarsi e andar con Dio. non vegliando i todeschi di qua di la Piave. Etiam questa matina par sia corso francesi fìtto a Salila Bona, eli’ è mancho de un mio verso Fontanele, e si ha, voleno andar a Melma, dove è i moliui, sora il Sii, per esservi pareehij burchij per masenar; el è stà manda do zenlilhomeni a far, tulli vegni qui, in Trevixo, overo non stagi salvo un • burchio a la volta lì ; e come é impilo quello di farine, mandarne uno altro. Etiam è stà mandà da