359 MDXIj AGOSTO. 360 Tnsuper sia preso, che tuli quelli exburseranno a l’officio, di camerlengi nostri, de continuo, denari in contadi per imprestedo, fra il tempo predicto, haver dehano quel medemo beneficio che sono per haver quelli havernnno posto arzenti in cecha, possendo scontar questo sno credito cum tute angarie et graveze, che de ccetero se metterano, si sue, come de altri ; et etiam p'ossiiio tuor de j beni messi, over che se mettesseno in tenuta de la Signoria nostra, et de quelli che se vendessenoa l’incanto per satisfactione de questo suo credito, senza exbursar altri.danari contadi, dechinrando che alle graveze et angarie, che se metterano, non se li possa dar inaior don de X per cento. Die XI augusti. L'anderà parte, che luti quelli che metterano ori in cecha, per tuta la presente septimana, redulti a fin, habino quella inedema utilità et beneficio, che hanno quelli che metteno j arzenti in cecha, et che sborserano danari contadi a I’ officio nostro di camerlengi. E perchè ne la parte, presa ultimamente, fo solamente provisto de li arzenti schieti, et non de li lavoradi, di qual pur se ne trova bona summa, ex nunc sia preso, che le facture li siano facte bone fino ad uno ducato, et uno et mezo la mareha, et non ultra, secundo la sera exlimata; i qual arzenli lavoradi se possano similiter metter in cecha nel termene soprascripto, possendo scontar questo suo credito cum tute angarie et graveze, che de estero se metteranno, sì sue, come de altri, et possano etiam tuor di beni messi, over che se mettesseno in tenuta de la Signoria nostra, et de quelli che se vendesseno a l’incanto per sua satisfactiou, senza exbursar altri danari contadi, cum tuli altri modi, condition, strecture et pene contenute in la parte di arzenti ultimamente presa. 183* Di Trcvixo, dii provedador Gradenigo, di 9, hore 24. Come à mandà sier Mafio Querini, camerlengo, e il canzelier dii podestà a Colalto e a San Salvador a far condur le biave, hanno de lì, in Treviso. Item, à scrito a sier Alvise di Mezo, podestà di Sera vale, lazi condur le biave verso le aque salse, overo a Yenecia, ma il tempo inanella. Per la fuga non si poi haver ceroide, ni guastatori : non li bisogna periiò altro che fanti e cavali lizieri. Voria fanti 5000. 11 capetanio di le fantarie dice, non voi le zen-te d’ arme in la terra, che vien di Padoa, le qual ozi alo/erano a Noal. Scrive, non poi mandar via le persone inulele di Treviso; dimanda, se li manda za-poni, badili, etc. Dii dito, hore 3 di note. Come il signor capetanio, mandoe li do capi di qui per andar a far fanti in Romagna, ha aviso, per alcuni marchadanli venuti di sopra, come si à trova, di qua da Trento, fanti 400, capo uno nominato Materno, et cavali 60. L’impera-lor se ritrova mia 30 di sopra Trenlo. Francesi sono zercha il ponte di Barbarnn ; se divulga eli ' i voleno venir a la expugnation di Treviso. Dimanda sia spazà Piero Spolverili, Pelegrin da la Riva, conte Cesaro di Rossi e Piero Testa, qualli è di qui, a le Scale, e sono homeni valorosi e li voria lì, in Treviso, apresso. Item, voria etiam el conte Hironimo Ponpen, capo di balestrieri. A dì XI. Da poi disnar fo pregadi, et nota: 184 Sier Nicolò Bernardo, savio a (era ferma, fo in questa terra, et in questa malina in colegio, nè se inlese dove el fusse andato. Andò di note e tornò di noie, ma poi inlisi, andò, per il consejo di X, a Padoa, dal governador Lucio. Fu posto, per li savij, una letera a Torator nostro in Ilongaria, in risposta di sue et advisarli, ehome semo contenti pagar quello debito, fo tolto de lì, in tante robe, ut in parte, di qui, e poner a confo dii credito di suo majestà, e altre particulari-tà etc. Fu presa. Fu posto, per li dili, chi meterà arzenti in zecha per tuta la septimana, a ducati 6 < /s la marcha, possi scontar in le angarie si meterà per lhoro e per altri, ut in parte. La copia è questa. Sier Zorzi Emo, savio dii consejo, messe voler la parte, con questo, le fallire etiam si pagi fin a ducati 1 1 /s, come sarà stimate; et andò le do parte, et fu presa quella di savij. Fu posto, per tutti li savij, una letera a sier Hironimo Contarini, provedador di l’armada, che ’1 mandi le galie bastarde conira le galie di viazi, e lui, con le sotil, vengi in queste aque, ut in parte. Et fo presa. Fu posto, per li savij, che atento quelli di Chio-za dii suo ricuperono la Marziliana con li pani etc. de......, che di la valuta essi, di Chioza, habino li do terzi ; sier Batista Morexini, consier, messe la mità. Parlò l’Emo, sopradito, e il Morexini, e fu presa di savij. Fu posto, per alcuni savij, et fo materia secre-tissima, atento il bisogno di risponder a lo illustrissimo domino Lucio Malvezo, semo contenti el resti per locotenente zeneral nostro, ut in parte. Parlò