- 59 - indarno ostacolata dai greci, assumeva l'importanza di un grande avvenimento. Dalla piena ed efficace ripresa di possesso della lingua doveva cominciare infatti secondo quei precursori l’opera della riscossa onde i fini ultimi apparvero subito nettissimi. Il moto caratteristicamente rivoluzionario che s'incentrò per breve ora nella terribile Lega Nera del ’78-’81, la quale per la prima volta riallacciava dopo cinque secoli i due capoluoghi patriottici dell’Alta e della Bassa Albania (Prisrend ed Argirocastro) in Elbassan centro geografico designato come futura capitale e coordinava per brevi mesi le mosse politiche e militari di un vasto scacchiere, non è mai morto intieramente negli spiriti. Alla lega di cui Abdyl bej Frashèri era l’anima dava suo fratello Sami Frashèri bej un classico programma federalista e cantonale nell’aureo libretto: " Che cosa era l’Albania, che cosa è e che cosa sarà " poi ristampato anche in greco ed in turco un numero, infinito di volte coi tre capisaldi: l.° Libertà 2.° Unità e 3.° Indipendenza alla quale servirebbe come termine di passaggio l’autonomia amministrativa. Ma nella scelta dei mezzi destinati a raggiungere questo scopo lontano i nazionalisti albanesi diedero prova di un raro senso della misura e della disciplina, consapevoli della gradualità necessaria ad un lavoro così urgente, ma destinato a superare divisioni secolari ed oramai inveterate. Se un rimprovero si può fare al movimento nazionale albanese in questo periodo di preparazione che si apre col Trattato di Berlino e si chiude colla crisi dell’Annessione della Bosnia, è precisamente quello di esser stato troppo pacifista nei suoi metodi e troppo scrupolosamente astretto ai soli strumenti di cultura.