471 MDXI, SETTEMBRE. 47-2 Di Trevixo, di sier Lunardo Zustignan vidi letere, di 6, horre 2 di note. Come erano venuti do stratioti, erano presoni da’ inimici, è scampati et robato 4 cavali, li quali zertificha che è partito dii campo le lanze za dite, et dicono, voleno andar a tuor l’artelarie per venir poi a campo lì, a Trevixo, e questo dicea zentaia ; ma haveano inteso da alcuni stratioti, che non erano per niente per venir si non veniva l’imperador^el qual, per quello haveano, non era per venir questo anno in Italia ; e che l’era vero, in campo si feva ponti e scale e cabioni, e haveano burchiele su chari. Item hanno, per uno brexan è in campo, qual à mandato a dimandar salvocondulo, perchè ’1 vegnirà a dir cossa che molto li sarà a cara, e averzer el pensierde’i nimici, e che li cavali, è partiti de campo, è andà a brusar una villa in visentina, et il provedador li ha- mandato el salvocondulo ; domali sarà di qui, e quello dirà, aviserà etc. Item, è zonto lì Matio da Zara, dize, con compagni 180, edoman sarà il resto; etìam alguni dii signor capetanio che sono da 300 in tutto. Dize, aspetar di altri fino al numero di 800; voria venisse al numero di 5000, perchè, hessendo, non saria da dubitar. Etiam voria esser danari per dar una paga a li soldati. Scrive, nostri è benissimo disposti1; lì è tutti concordi, et ozi è stato col provedador a taiar certa aqua, lontan di la porta di San Thomaso pocho inanello de un miglio, per adaquar luta una campagna tra la dita porla di San Thomaso e quella di Santi 40. Che si score do dì, non è possibele i nimici alozano a quella volta, benché la pono piar e slropar, ma l’a-qua'si abomberà in le terre lavorade, clic non porà più far operalion alguna. Doman si spaza uno in campo nemico per intender i andamenti sui. Item si ha, villani di là da la Piave, per molte stranieze e robamenti hanno fato i ballestrieri dii signor capetanio Renzo di Zere a quelle ville, siano sublevati a furor; dize più di 2000, e lì sono venuti driedo, e li azonseno al ponte da la Piave, che erano passati ; che si li liavesseno trovati di là, li ariano taiati a pezi. Item, si ha lctere da Pudoa, in risposta di 243* quelle spazù il provedador, scrite eri sera, dicono, non aver auto questo aviso dii levar di le lanze dii campo e venir a Vicenza per altri, e che non è possibele possino mandar asallarle, perchè li soldati non li vorà andar, perchè voleno danari e usano parole molto brute., ma che al tornar con le artellarie vede-rano di far far qualche cossa, e che tieno ogni zorno da cavali 200 lizieri fuora, e che ogni zorno l'ano qualche preda, ma, per esser pocha, non li par di avisar, sì che di quelle zente non si poi servirsse non pagandole, perhò si provedi di danari per Trevixo, chè ili altro non dubita etc. Da poi disnar fo gran eonsejo. Fato, dii consejo di X, 3, passò solum do, e non passò sier Lorenzo Zustignan, fo consier, e sier Piero Marzello, fo con-sier. Item, di pregadi, sier Zuam Venier, è di la zonta, quondam sier Francesco, zenero dii doxe, solito esser di la zonta, fo quinto, et pocho nianchò non cazese, sì che il doxe è in gran odio a la lerra. Fo leto teiere di provedadori,da Padoa, di 25 avosto. Dii zonzer lì sier Zacaria Loredan, quondam sier Luca, con X homeni et 3 cavali a so spe-xe. Item, di 3 septembrio, di provedadori diti. Dii zonzer lì sier Piero Donado, di sier Bernardo, con homeni 9 a so spexe. Et nota. Li parenti di sier Sa-bastian Badoer, quondam sier Jacomo, qual è andato a Trevixo con homeni 30, a so spexe, pregando il principe fosse publichà, etiam qucslo disse, la letera I’ havia Alvise Barbaffella, et si publicheria uno altro consejo. Item, fo publichà, per Zuam Batista di Andriani, una parte presa ini pregadi e in gran consejo, di cazar di colegio, consegij -secreti, ofìcij e rezimenti quelli sono debitori di la Signoria nostra ; et fo admoniti tutti andasseno a pagar, ali ter la parte saria inremisibelmente mandata ad executiom. Noto. Si have aviso, per letere di sua mano, che sier Marco Trun, quondam sier Matio, qual à possessori a Zervia, hessendo andato a Roma per veder di averle dal papa, tornando indriedo fo da barche ferarese, a dì 2, 60 mia in mar, con Nicolò Dauril, scrivali, auditor in Venecia, preso et condu-to a Ferara, e scrive a suo fratello, sier Silvestro, di questo, et vogli riscatarlo, et fo poi riscatato.. Di Trevixo, di 7, liorre 18, vene letere dii provedador Gradenigo. Et dii partir certo di 300 lanze e monsignor de la Peliza per andar a Vicenza a far scorta a l’artelaria, vien in campo ; il su-mario dirò di soto. Di sier Lunardo Zustignan, di Trevixo, di 7, horre 18. Come hanno letere di Padoa, di hore 4 di note, dii zonzer di le lanze a Vicenza, e se divulgava nel campo, che era monsignor de la Peliza ; e subito zonti Ceno colation, e si partì da lanze 150, e andono a la volta di Verona, e le altre, fina horre 16, non erano partite, ma, fato colation, erano per partirse, e si mormorava, andavano per le artellarie; e alguni diceva, monsignor di la Peliza era andato per consullar con el gran maistro di Milan, e che ogni raxon voi che i non vegliano a campo a