407 MUXI, agosto, li quali muniti- de potentia et altri favori et pressidij necessarij ad uno exerdto, non han potuto far che gran strage non habinn soferto, perchè dubius est eventus belli. ITor per dar fide al parlar mio, principe serenissimo, venuto de ritorno a Mocho ho trovato 110 cavalli, de quelli de Gradisca, ai quali era sta etiam data la fuga da certe fantarie inimice ; li quali visti come desideroso de vendicarne de la ignominia, ut supra, receputa, judicai esserne stà mandati da Dio, unde pregati i capi Ihoro che voles-seno venir a coadiuvarne por recuperation de 1’ ho-nor et compagni prosi, facendoli questo pacto, che de tuli i vadagni che far se potesseno, sì nel romper dei corvati, come de tuta la preda toltane per epsi corvati, nui altri non volev.isemo parte alcuna, ma che ogni cossa fusse sua, e più, li voleva far dar biava, ferri et chiodi per i cavali, mai volseno asentir a venir a far una opera tanto perfecta, in recuperation sì de li homeni di vostra serenità, come de l’honor suo, perché non era da dubitar che con 150 cavalli che eramo, se dovesse conseguir se non iu-dubia vietoria. .Ilor pacienlia ; non posso far comba-ter alcuno per forza : res sic se habet ! A vostra serenità humiliter et plurimum me aricomando. Datimi Justinopoli, die 21 augusti 1511. De serenitatis vestrce mandatu Andrea Zivranus, sfratiotarmn Histrice provisor. Nota. Li diti corvati fono dii conte Christoforo di Frangipani. 207 A dì.26, la niatina, fo letere di Padoa, di eri sera, di provedadori generali. Come il Moro e Griti, provedadori, erano pur con la febre, e si vo-leano far trar sangue. Iteni, che li cavali lizieri nostri, tra i qual el conte Guido Rangon, erano stali a Longara et haveano taià 1’ aqua, zoè distropato el Bachajon, chè, per i nimici, era stà fato certa seraja per tuor le aque a Padoa. Item hanno, i nimici aver passà la Brenta quella matina etc. Item, hanno mandati, altri 500 fanti a Treviso, capi ut in litteris, quali la note sarano de lì. Item, quelli do auditori di rota, oratori pontilìcij vanno in Alemagna, alozati a 1’ hostaria di San Zorzi. partirano questa matina, et vanno per via di Trento da l’imperador. Di Treviso, dii podestà e provedaclor Grade-nigo. De occurrentiis, et hanno, per soi nontij di eri, i nimici ancora non esser pasati la Brenta. • • Fo dito esser stà preso, per triestini, sier Carlo Zen, quondam sier Bacalario, el cavalier, andava camerlengo e castelan in Arbe, et era con lui sier Alvise Badoer, quondam sier Rigo, à da far lì, in Arbe, erano sopra un naviljo; tamen per non esser certeza ne ho fato nota ; quel seguirà noterò. E non fu vero. In questa malina, poi terza, fo un gran teramoto in questa terra, sensibile. Durò pocho e non fe’ danno alcuno. Item, in' le do quarantie, iterum per sier Piero Antonio Morexini, synico, posto la parte di retenir domino Alvise Valaresso, quondam sier Cabriel, qual è a Treviso inlromesso per lui, e colegiarlo etc., el parlò dito sinico. Andò la parte : 8 non sincere, 29 di la parte, 36 di no; e fu preso di no. Voleno li 40, ditto syni-i>o vadi per via de’ capitoli. Item, in questa malina el dazio dii vin per Rialto si andava incantando con capitolo novo, videlicet chi ’1 torà, dagi li danari tutti a la Signoria avanti trato, et era a ducati 54 milia ; ma non fo dalo via Dicunt, polcno aver ducati 60 milia contadi, e lo voleno li primi di la terra etc. E questo di questo anno condutor, Nicolò Lanza, era per ducati..... milia, non di contadi; el dicitur, diio dazio era venuto a ducati.....milia. Questo incantar a contadi si fa per servirsi di danari la Signoria nostra, licet sia diio dazio, con lì 8 officij, ubligà a la chamera di impreslidi. Da poi disnar fo colegio di la Signoria e savij ; e nota : Questa note sopra il burchio dii Bochal ve-neno in Rialto alcuni cavestri armati, e volendo tuor la cassa di danari, il patron si buio a P aqua, il gar-zon corse a la guarda per chiamarli, el in Rialto fo da ihoro, da drio, in la schena, amazato; et Jo vidi il corpo in Rialto, solo il portego, questa matina. Queste son cosse di malli principij : è da far ogni provisione. Di Mestre, di sier Bernardini Zane, podestà et capetanio, fo letere. Come tutti de lì è in fuga, e sier Piero Orio, podestà di Noal, è venuto lì, e dicono, i nimici esser passati la Brenta e alozati a Santa f. Et il colegio, con li cai di X reduti, aldileno li zentilhomeni di Liesna, qualli instano esser licentia-di, e poter andar a far le sue venderne ; et a l’incontro sier Mathio..., orator di populari di Liesna, efc. qual parlò altamente contra di Ihoro. Di Padoa, al tardi, vene letere di proveda- 207 * dori, di horre 17. Come in quella matina sier Cliri-slofal Moro e sier Andrea Griti, provedadori, si haveano fato trar sangue. Item, certo i nimici è pas-