MDXI, MAGGIO. 170 me è de sun usanza, mandavano a dir a quelli del comun, che Recoaro, Roveglana e altri comuni de vexentina, che sono a le confin, che i dovesseno andar ad acordar con llioro, altramente (ariano la massa di le zente, et veniriano a sachizarli ; et per questo »venuto uno a pos(a,de Rechoaro a trovarlo, per nome de quelli comuni, per intender la risposta i hanno a Tare. Al qual esso, sier Sigismondo, ordinoe, che lhoro comuni li facesse risponder, sono sotopo-posti a la illustrissima Signoria de Venetia, et perhò non pretendevano a far acordo alcuno con lhoro ; et, se venirano a’ soi danni, che lhoro se defenderano, perchè non li temeno, et bastavali l’animo de def-fenderssi. Etiam li dicono da parte sua, che i se guardino, inanti a far tal cossa, perchè, domente che lui provedador era in quelle bande, non lassoe alcun de li nostri passar su le terre de l’imperador; ma, si lhoro furano, li darà tal aricordo, che fin 50 anni ne romagnirà i segnalli in quelle valade. Ttem avisa, a dì 5, horre ‘23, se partì di Verona 300 cavali francesi, et eri sera sono intrati in Lignago e alozati in Porto ; sono venuti per dubito che se diceva, il campo nostro si voleva acostar a Lignago. A Verona, a le forteze, si fa lavorar grandemente et fortificharle, et a San Zen de la Mozacane, apresso Villafrancha, lì è spagnoli 400, li quali rechiedeno salvoconduto a passar di qua di l’Adexe e andar nel campo dii papa ; di la qual cossa ha dato noticia al provedador Griti, dii qual aspeta risposta di horra in horra, se li dia lassar passar, over non. In questa malina vene in colegio el conte Lodo-vico di San Bonifazio, condutier nostro, zenero di domino Antonio di Pij, qual ha cavalli....., et è stato sempre, poi la rota, con la Signoria nostra; et soi fradelli, maxime il conte Maregola, è nostri ini-micissimi a Verona. Hor questo dimandò agumenlò, et, non li volendo dar, voi licentia. Vieti di campo, et il principe Io charezoe, ma lui disse: Serenissimo principe, non voglio più parole, ma fati, e si partì ; pur fo conze le cosse, e restò. E nota. Suo fradello, conte Zuan Francesco, è im prexom di qui, qual è zenero di sier Mariti Griti, et è in li cabioni. Di Coi orina, di sier Sigismondo di Cavalli, provedador executor, di 8, vidi letere. Come eri ave dal governador zeneral, che li cavali 300, ando-rono in Lignago quella note, doveano venir a li danni nostri, tmde subito montoe a cavalo con tutte quelle compagnie che lì è alozate, e si apresentò a Manerbe per custodia di quella et altre ville circonvicine; ma dicti inimici non ussirono, e quella mane ritornorono a lo alozamento, perchè etiam i minici .tornono a la volta di Verona. 11 governador manda , questa sera liomeni d’arme 100, alozar a Lonigo. Copia de uno capiioio contenuto in letere de. ^8 sier Andrea Foscolo, baylo a Constantino-poli, de dì 6 aener 1510, ricevuta a Vene> eia, a dì 12 mazo 1510. Da novo de qui, questo signor par se ritrovi in Andernopoli con fa porta e tutta la so corte, con grandissimo danno unjversal sì di soi, come di no- ', siri, perchè i soi de 11 patisseno charestia e gran se-neslri ; ma lui signor par molto contentarse de quel ajere, e, per quanto se dize, sta molto meglio in . quel ajere de li, che quando el stava de qui. Del suo vegnir ne son varie opinion : molli dicono vegnirà questo fevrer, ma, utplurimum dicono, non vegnirà, salvo per qualche causa che lo astrenzi. Questi soi fioli son tra lhoro in grandissima discordia et odij mortalissimi perei suzieder de questa signoria ; cadauni la voria, el per questo è gran zilozia fra lhoro. Universalmente se dize, el signor esser inclinato al signor de la Amasia, quel di Tiabexunda con Churchut, eh’ è stato al Cajero ; sono de una madre et par se intendeno insieme, e I’ uno e l’altro con-tenteria, che cadaum de lhoro fosse posto in signoria, e tutti do di lhoro sono contrari] a quello di 1’ Amasia. Del primogenito 11011 se ne parla, per esser in termine de non potersi adoperar, el qual è arsi-rato di le gambe, e non è per esser signor. Quel di Trubexonda è venuto a star in Chaffa, per esser più propinquo a queste bande, et ha de molti navilij et assai valenti liomeni apresso de sì; non se he senza sospeto, che questo instado non fazi qualche move-sta per via da mar. Questo de 1’ Amasia, è stà dito, esser venuto a Boli, zornate 5 lontani de qui, con persone X milia in 12 milia, si che cadaum stanno su le soe. Janizari desiderano el signor di Trabe-xonda per signor, per esser persona armigera et homo da far falli, sì che in questo modo stanno le cosse de questo paexe. Qui non se fa facende; zer-cha a Soffi, è stà dito, esser mosso, over le so zente, e ha ver fato danno ili bruxarcaxali et altro nel paexe di questi, versso Trabesonda. Sumario di do letere da Roma dii conte Hiero- 89 nimo de Porsi,!, drízate a sier Zuam Da-doer, dotor et cavalier, la prima di 16 aprii 1511, V altra 27 diio. Come dii terremoto, stato a Venetia, se ne dole nel core, e de lì sono varie letere; e, benché il terremoto sia cossa naturale e de varia sórte e‘de varij ■