MDXl, luglio. 28G Sumario di una letera dii conte Zuam Bran-dolin, di Val di Marín, condutier nostro, strila a Limar do di 'Ririeri, suo cmzelier in Venecia, data a Lonigo, a dì 5 luto 1511. Come li inimici ussiteno eri da Lignago, et li nostri da Villabona se gli terno a l’incontro, et hanno preso homeni d’arme tre et arzieri 5; et questa malina, quelli di Verona sono ussiti et era bon numero di persone, et a boni’ssima hora, parle ne sono comparsi sotto Soave, e parte a Villa Nuova et nostri di Soave sono ussiti e sono stati a le mano con lho-ro, et ne hanno preso fanti 51) et cavali 8 ; e li fanti hanno lassalo andar, et li cavalli tenuti. Et li nostri slratioti, che stanno a San Bonifazio, ussiteno contra a quelli che erano venuti a Villa Nova, et hanno presu cavalli 4U; e lulo, si dice, è proceduto da la pocha diligentia che ha usala le scoile de Soave. Rost scripta se ha inteso che le gente, sono ussile di Ve-r. na, sono allodiale di fora di la terra, e questo si judicha, per la peste che vi è dentro, di che sono morii do capetani francesi, et uno di qual è nominato monsignor Ricardo, locotenenle del grani inaisi ro di Milán ; di l’altro non se intende el nome. Item se intende, el ducha di [’erara ha dimandato el passo al marchese di Mantoa, di poter condur in Ferara lanze 200. 144 Sumario di una letera, ser ita in Ymola, per sier Francesco da Leze, quondam sier Alvine, a dì 5 Imo 1511, drizata a sier Alvixe Yenier, quondam sier Domenego. Avisa dii suo zonzer de lì, e aver trovato quella terra piena di bele compagnie, e ogni bora ne zon-ze, et da ogni banda par che molti se ne aspeti, e maxime quelli dii ducha di Urbin, che dieno esser più di homeni d’arme 300 el 4000 fanti, e doveria-no ess r di qui. E di questa longeza questo legalo se ne dole molto, perchè el ’».'■ama de far facende contra Bologna; judicha sari impresa fazilima, sua signoria, dovendose unir <’ G00 homeni d’arme in suxo, et da 7 in 8000 f nti, qualli luti vano con ardentissima volontà, (Vsiderosi molto di far sua ven-deta dii sachizo fato lì. El signor Marco Antonio Cotona è de qui, el qual è capetanio di le fanlarie. Zuam Paulo Bajon, ozi, di qui aspeta; si judicha, a lui sarà dato il dominio dii campo; ma questo legato di Pavia voria esser lui quello, il capo. Ozi se dia dar danari a una bela compagnia di 1300 spagnoli, soto optimi capi, quali erano in Ferva ; è thesorier domino Francesco Juba, dii papa. Eri partì de qui P ambasador dii re di Scozia, venuto ili Franza, e va a Roma, e mena pralicha di acordo tra Pranza e il pontefice; è zorni 12 partì di Garnopoli, dov’era la persona dii re, el qual sta molto ben di la vita. In questa malina, per el ritorno di certi sinici da Sesena, per relaljon fata, a questo legato, di malli tralamenti l'ali de lì per il signor Cesaro......, è stà confischà in la camera tulli i soi beni, e non li ù valso el favor di suo barba, Zuam di Saxadelo, che quesla matina el presentò dito suo nepote al cardinal legato, e per tal condanasom e per aver più di ducati 20 milia, come si dize. Item scrìve zercha le possession ili nostri, per la qual causa è andato e stato ozi tongamente con il dito legato, qual se di-scarga con domino Franchi) di Uberli di le cosse in camera confìschale, e dize, non si voler impazar per molle soe oeupazion, sarà con dito domino Franchi) etc. E, s’il volesse spender lui di quello li aspela, saria ajutato, ma è più la gola che el cibo; e sier Alvise Diedo convieu andar per via di suplicha, e farla comeler di qui, e zitar cui à tolto el nostro ; e, verificando il possesso, sarano posti in pristinum. A dì 12 lujo, la matina. Si reduse in colegio 145 li cai di X con la Signoria et li avogadori, in materia di Alexandro di Franza, qual, fu preso, che ’1 non fosse ben retenuto in quarantia criminal haven-do il salvoconduto dii retor di Cataro, e tamen fu suspeso il suo spazo per la Signoria, et comesso che li avogadori voglino prender di reteñirlo, atento li vicij fati in li libri di li alumi di le raxon di Agustín Gixi, che aspeta a la camera dii papa ; et fo il legalo in colegio e dito Gixi. El fo terminato iterum, dedur questo caso, di reteñirlo in quarantia. Noto. Si ave, in questi zorni, aviso, che ’1 re di romani veniva a Trento con zente, etiam saria francesi ; et fo lelere di sier Vetor Capelo dì tal avisi etc. Da poi disnar fo consejo di X con la zonta. Dii provedador Griti, zeneral, da Cotogna. Come, iusta mandati di la Signoria nostra, bavendo mandato di là di Po alcuni cavali lizieri e fanti, per dar il guasto a le biave dii veronese, vicino a Lignago, et a Verona, cussi andono, e parte, volendo ritornar e passar Po, poi fato molli danni, fo da’ inimici li fanti azonti, adeo di quelli di Babi di Naldo ne fo morti, videlicet di brisigelli 200, et ! 100 anegadi in l’Adexe, e dito Babin, si tien, sia stù