289 MDXI, LUGLIO. 290 200, 100 cavali lizieri, el 200 fanti, in tempo ili guerra pagati per il papa et per il suo piato, da 5 in 6000 ducali a l’anno, come dirà el Cardinal di Ra-gona. Et che diio (India liavia spazà in Spagna per aver lelere dal re, eh’« contenta a questo. Item, vidi die 1’ oralor di Scozia, stato dal re di Franza per tratar acordo, era. di ritorno, zonto a Fiorenza, e scrilo al papa, portava di buono, ina non voleva dir ad altri cha al papa. Item. esser zonto a Fiorenza lo episcopo eduense, per nome dii re di Franza, a dimandar a quella Signoria et de li cardinali, la cita di Pisa per il primo di septembrio, per il novo concilio. Item, che Pandolfo Petruzi, di Siena, vo-ria restituir Monte Pulzano a’ fiorentini, per dubito di pezo, qual è posto in man dii papa. Et etiam vidi, tamen non è in le letere publice, chome il papa havia cassà dii suo stipendio Guido Guaim, Re-nier di la Saxela, Brunoro di Forlì et uno altro. Item, à aviso di Franza, il roy non voi tuor Benti-voy im protetione. Item, il papa è più caldo dia mai conira Bologna; in reliquis, zercha Spagna, zanze, non si vede conclusiom, imo qualche dubito, il papa non si acordi con Franza. In questa malina la quarantia criminal si reduse in colegio con il serenissimo, per expedir il caso di la retentiom di Alexandro di Franza. Parlò sier Marco Minio, 1’ avogador. Andò la parte : 18 non sincere, 2 di no, et 24 di la parie, e fu presa ; e cussi restò retenuto per li avogadori. È da saper, in questi zorni, si ave, a Udene esser morto il reverendo domino.......di Franceschi, episcopo di Coron, olim frate di Servi, predichator, veneto citadim, qual era sufraganeo dii patriarci« di Aquileia, Cardinal Grimani. Item si ave, nostri di 1’ Hislria, redute quelle zente insieme, e quelli po-destadi, e sier Andrea Zivran, provedador di slra-tioti, erano andati soto Trieste, e datoli il guasto, cinque mia a torno, a torno, taiato vigne arbori de. 146* Da poi disnar fo pregadi, el, tra le altre letere, fu dii provedador Grifi, da Lonigo. Dì cavali 50 di stratioti erano in Verona, qualli fo za nostri et schampati, e hora ritornati in campo ; et scrive quello referiscono di Verona, ut in litteris; e di le cosse di l’imperador. Di Mantoa, di quel Agustini. Come è avisi, certo l’imperador vien in Italia, e con ajuto di francesi, e presto. Di Vicenza, dii provedador Capello. Come à, esser zonlo a Trento fanti 1500, qualli erano scalzi etc. ; à mandato a saper il vero. /. Diani di M. Sanuto. — Tom. XII, Et in le letere di Roma, di X, lete ozi, è, come il marchese di Mantoa à mandato a dir al papa dii zonzer lì de tVcliiles Boromeo e altri noncij di l’imperador e Franza, a dir che ’I rompi a la Signoria, et che ’I non sa quello l’habi a far. Il papa li à risposo, che ’1 non lazi per nium modo, perchè, fazan-do, el manderà suo fiol Fedrico, primogenito, eh’ è lì. a Roma, in suo poter a la Signoria etc. Item, par F oralor di Spagna habi dito al papa, che dito re darà certe zente a sua santità per l’aquisto di Bologna, ma voi ducati 40 milia, per pagarle ; el par, il papa di questo si resenta etc. Di Mantoa, a la Signoria, di quel Agustini. Si ave questo aviso medemo, dii zonzer Achiles Boromeo e li altri a far che ’I dito marchexe rompi, et che lui sla inolio suspeso. Fono poste, per li savij nuovi e vechij, di 7 savij sora il dazio di la spina, le sue opinion zercha il dazio, qual si afila al presente, e far provision a quello, che di ducati 22 milia è venuto a ducati 5000. Et fo 3 opinion, ut patct, che qui non mi extenderò in scriverle. Parlò, primo, sier Alvixe Zen, quondam sier Francesco, òdi 7 savij, poi sier Alvise Zu-stignan, fo di 7 savij, quondam sier Marco, poi sier Nicolò Michiel, el dolor, che voi far, a la justicia nuova, homeni più maluri etc., e qui consumò luto il consejo. Fo rimesso a uno altro zorno, et tamen la malina fo, per li governadori, incantà il dazio di la spina, ducati 5350, sì che non sarà altro. Fo scrito, per i savij, e posto una letera, d’acor-do, in corte a l’oralor: come semo contenti di pagar quelle zente yspane, quanto parerà a la beatitudine pontificia, licet siamo su grani spesa di zente, e altre particularità. E fu preso. Noto. È sta manda, per colegio con li cai di X, a Treviso, a le porte, alcuni veneti, erano prima, utpatet. Item fanti, et termina mandarvi 500 cavali a custodia. Item, partì ozi di Chioza la galia, soracomito sier Antonio Lion, con li danari per levar li cavali turchi, fati per il conte Vanis a Poliza. Item, fono expedi’ 3 arsilij e fati li patroni, per li savij ai ordeni, per mandar a levarli a Spalato, e si partirlo. Nolo. Fu posto, prima in questo pregadi si faces- j 47 se cossa alcuna, una parte, per li savij, che li 7 savij sopra il dazio dii vin a spina, possino venir a questo conseio a ineter le llioro parte, a benefizio dii dito dazio. Ave 8 di no, 99 di si, e fo presa. A dì 16, la matina. 0 fo di novo, solum hes-sendo venuto qui domino Antonio di Pij, condutier nostro, stato a Bologna con le zente, et fo in cole- 19