569 MUXI, SETTEMBRE. 570 sera hanno, i »¡mici esser venuti ozi da mia 4 lon-tan di qui, e fo per nostri spento fuora da 200 cavali di stratioti, i qualli andono fin in campagna e vetsno la pesta di la zente ; e, visto in una caxa da 3 in 4 cavali intrar e ussir, -dubitono, le dite zelile non fusseno lì afirmate per meter nostri in trapela, uncle deliberono mandar 8 homeni ben a cavalo a sopraveder il tutto, e liioro slratioti tornono in-driedo, perchè per un slratiota, fu presoli, e lassato da’ inimici, qual era di la compagnia di domino Constante Paleologo, fu preso ad Axolo, se inlese, esser ussito da 400 lanze, 2000 fanti e li cavali lizieri dii campo con tre falconeti, e elicevano voler andar a la Mota per averla, perchè quelli erano dentro, li ha-via tolto X cari di pan, veniva in campo. Item disse, che in campo inimico era gran-carestia, e do pani da do bezi costava un cavatalo, e che tra do over 3 dì veneriano tedeschi e poi se leveria no per venir a campo a Treviso, per veder di far expe-rientia. Item scrive, quelli 8 cavali andono zercha un mio lontan dii campo e trovono uno caro con i buo’euno caratier brexan, e l’hano prexo e menato di qui, el qual dize, che questa matina monsignor di la Peliza con tutti i cavali e fanti e Ire bi che de arlellarie erano partiti di campo di Narvesa e venuti a la volta di le basse, e in campo non era ri-maso salvo le tende e putane e amalati ; e se li fosse andati 60 cavali, metea tutto quel campo iti derota. Item dice, è desasio di pan, e che non haveano viti si non andavano a veodeinar l’uva liioro medemi, e che lai zorno ne moria 35 in 40 di tedeschi, e che in campo era brigata assai, la più parte canaia, e che i dicevano di venir qui acamparsi e chi diceva di no, e che suo patron havia dito za 3 over 4 zor-ni, si in termine di 7, over 8, dì non ritornava li todeschi. che essi francesi si partiria e anderia a’soi 298* alozamenti, perchè per niente .non voleano più star in quel locho a morir di faine. Etiam à dito, aver visto qui a le basse gran fuogo; dubitano non siano essi inimici venuti qui a la volta $¡1 Sii, perchè de lì ariano fólto gran bulini, eprecipue di bestiame per esserne andati gran quantità ; tarnen domino Constante dize aver visto le pesle di la ritornata ; do-mag se intenderà quello arano' fato etc., e chi haves-se fato a seno di esso, domino Constantin, si aria auto una bella vitoria, ma è stato tanto inconsulto che si judicha sia venuto a le orechie de’ inimici, et queste è secreto. Domali aviserà quello el voleva fa , e lauda mollo ditto Constantin; è valenle homo, e molte pratico di cosse di guerra, e s’il vive pase-rà suo padre. Scrive, li homeni,- venuti con li zenti- Ihonteni, comenzano a rognir et voler danari; li soi 0 dice, perchè lui li fa le spexe, et è certo li servirono fino a li 40 zorni. Dii provedador Gradmigo, di Trem'xo, di borre 6. Come a hnrre 21 ’/? scrisse quanto era, e avisa, lo esercito, nemicho lasò a Narvesa ben numero de guardia a la artelaria sì a pe’, come a cavalo, e lutto lo resto vene cerc'ia mia 3 lontan di la terra con parechie boche di falconeti et sacri, ozi, per segurar li soi sacomanf, che di continuo li fasia-no esser a le spale li nostri cavali lizieri per modo che non li lassono de pesla, e li cavali lizieri, che ozi mandono nostri fuora, hanno scaramuzato con li cavali lizieri de’ inimici. El dito (xcrcito inver sera se retiroe a Narvesa, e li nostri sono ritornati con X cavali et para uno de bovi, che haveano per li cari. Scrive, aver, per uno exploralor nostro venuto questa sera, che in campo è gran carestia, e si non fusse el pan che li vien di là de la Piave moreriano da fame. Di anialati, dize etiam, esserne gran numero ; beveno solum mosto non purgato. Scrive, vedendo i nimici procieder in la Patria, remedio è farli con presteza tornar e spenger li nostri exerciti, zoè quello è in Padoa, a Noal, eh’ è loco securo, e potriano segur.imente de lì retirarsi in Padoa, e la-sando in Padoa qualche numero de fantaria, mandala da Veniexia, e tedeschi lasseriano la impresa di la Patria e ritorneriano di qui. Item, à ricevuto le-lere di la Signoria, si dagi a Lorenzo da Bassan paga per XV cavali di balestrieri, hesseudo quelli suficien-ti, e li mandi a la Mola con li allri. Item, per una altra, si lassi condtir li vini a Veniexia; per l’altra avisa con quanti cavali Renzo Manzino serve, rispondono con 12 boni cavali eie. Qui sote sarà notado do scurtinij di zenlilhome- 299 iti baio)aiti mandar a Padoa o a Trevixo con X homeni per uno et duellati 30 al mexe, et quelli passone, rimaseno, di qualli molli refudò andar. A dì 20 septembrio 1511, in colegio. Nobeli da esser mandati a Treviso. f Sier Marcho da Pexaro, fo podestà a Ma- ran, quondam sier Caroxo . . . . Ì(S. 5. f Sier Zuam Balista Memo, fo castelan a Faenza, quondam sier Francesco . . 17. 4 f Sier Lunardo Foscarini, fo pr.ovedador a Monfalcon, quondam sier Zacaria. . 1 (J. 5 f Sier Andrea Dandolo, fo zudese di peli- zion, quondam sier Antonio, dotor . 16. 5