ttoXì, aprile. 146 non lo voi cullivare, ni ararlo, se non tanto che apena i pono viver. E al presente è una grandissima carestia di qui, generale di ogni cossa, e si se volcsseno li habitanti afatichare, tien, non si trovarobe al mondo uno sì fertile paese. Item avisa, in tutti li lochi dii signor turcho sono stati ben visti e carezati, e in ogni locho quasi è sta fato qualche presentuzo a l’orator, e, a l’incontro, l’orator li ha fato donare più aspri di quello varea la cossa. Avisa, ozi sono sta apresentati, dal signor turco, di una bota di malvasia garba, qual li è costata ducati 18, e panni 100, gaiine 20, pani di zucharo 20, e certi candeloti di cera zalla ; e, da lì un pocho, etiam li mandorono 20 castroni, perchè Ihoro non fano quaresema. Et tuto ozi, qui vicino a la casa, turchi fanno remori e stanno infino ad borre 2 di notte a cridar, perchè le sue moschee sono lì molto propinque ; e, in cambio di campane, vanno in zima de essi campanieli a urlare, a chiamar il populo, vengano a la oralione, e cussi fanno la nocte, e li vanno dicendo, debiano crescere et mulliplichare; et assa’ altre sue fantasie fano etc.' 75 * Dii dito, date a dì primo aprii, ivi. Avisa, a dì 28, andono a visitation de li bassa, qualli sono li principal homeni de reputatione habi il turco arente la sua persona, a li quali lutti fu dato el suo presente, e un» lelera ducal di la Signoria nostra de credenza ; et sono stà belli presenti, ma niuno a l’incontro, fin hora, à donato 0 a l’orator. E avisa, portati li presenti, li soi janizari, lhor medemi, volseno presentar davanti essi signori, non volendo che nui li portessemo. L’oralor è stà molto acharezato et ben visto ; et molti dimandò di domino Andrea Griti, qual à bon credito in queste parte. L’orator è molto splendido, e non è mai stato che a la mensa sua, Ira li familiari e altri di foravia, non sia stato boche 40 in 50, sempre. Item, a dì ultimo, andono a la porta dii signor gran turcho, nel qual seragio fono scompagnati da pur assai persone, sì cristiani, di la . natiom nostra veneta, come etiam altri, fiorentini, amici dii baylo nostro, senza più altri assai cavali di turchi, qualli honoratamente li acompagnorno al loco prefato, e introno in uno loco circondato atorno de muri alti, quasi quadro, e da tutte doi le bande ha certi portegi ; al mezo è tutto discoperto, di grandeza, come saria a Roma, campo di Agone ; e li albergi, dove stanzia il siguor, tutti sono coperti di piombo, con certe belle logie et mastazie al megio. E, intrati, li feceno tutti seqtar in terra su certi belli tapedi, a modo sarti ; e, cussi stando, ne deteno da disnar, qual l’ho aveano aparechiato a megio dii ■ l Diarii di M. Sanuto. — Tom, XII, dito campo, in su l’erba, ne li vasi de porcelana, grandi e belissimi. Al qual prandio ebeno assa’ bon pane biancho, risi di doe sorte, bianchi et zali, con zafarano ; erano dolci con cèfti crostoli de risi posti sopra diti risi ; poi ebeno pessi salati a più modi, et erano scombri triti ; da poi toni in agresta et toni, e altre sorte de pesse in uno sapore dolce, fato de ce-volete, qual fercule sono assai bone, et assa’'monde; tamen el manlile sentiva alquanto de todesco ; e, si non fusse stato che 1’ era vergezato e indivisato de bianco e negro, che pur copriva la sua sporchczn, non si haria potuto vicinare, e chi 1’ havesse trato contra il muro, si haria atacfialo. El vino fu una certa aqua artificiata con syroppo rosato, over zucharo e aqua rosata ; pur era bona bevanda. E, lì apresso, disnò di bone gaiine certi gran maestri, cortesani dii signor, e sentorono aiti su certe banche e con tavole davanti ; e li era sì cristiani, come turchi, da persone 1000, a questo spectaculo. E, compilo di manzar, li janizari di la corte cominziono lhoro instessi a tuor li presenti dii signor, che erano, tra seta e oro, numero 12, e scarlato, e panno pao-nazo 8, in tutto numero XX, e andorno atorno a-torno el seragio, mostrandoli a tutta la corte, con gran festa ; e, fato questo, l’orator con lo secretarlo 76 e il drugimano, andorno a parlar al signor. Dicono, esser homo picolo et bruno, de anni zercha 60, con una voce picola etc. Dii dito, date ivi, a dì 9 aprii. Come quella terra di Andernopoli è molto frigida e fangosa, non obstante la sia salizala di piera viva ; quasi per tutto ben populata, et grande case spesse, de grandeza mediocre, mal adornate, et, prò majori parte, facte di terra, come sono quelle de Spagna ; ma quelle dove stanno li signori bassà, sono alquanto meglio, e, se non fusse le belle tapezarie e alcuni sui belli ma-stabe, le pareriano abbatie furate. De qui si trova bellissimi cavalli, ariesani di più, et varie sorte, numero infinito ; copiosa di ferro, e se ritrovano ruge e contrale de le arte, separate l’una di l’altra, sì che sono di marzarie di varie cosse copiosissima, ma chare, per esser cosse quasi tutte comprate da’ cristiani, excepto alcune, vieneno portate da Constanti-nopoli. Qui è molti zambeloti, senza aque e marizi, di colore verde et cremesino, pareno a modo di or-mesino grosso etc. Avisa, ozi aver fato de lì uno grandissimo fredo, come fusse di zenaro. 10