Da poi disnnr fo consejo di X con zonta. Item, ini piaza di Sun Marco fo squartato uno, per li soi inensfati e sasinamenti. Dì sier Sigismondo- di Cavali, provedador executor, di 11, da Cotogna, vidi letere. Come, in quella note passata, li capitò uno spagnol, qual vien per bone fazende, dal qual ha inteso che le lanze 200, che passavano Po, a Sacheta, vengono per dar cambio a quelle lanze francese, sono in Verona, le qual, eri sera, se metevano in hordine per andar a la volta di brexana ; e, per il .capetanio Alvixe Darsa, era sta licentiate tute le fantarie, che sono in Verona, a’ soldi di francesi. Item, che fra alcuni, di-■ze, è divulgato la morte dii roy, ma non publice, e che.le zente d’ arme dii campo francese erano andate tutte a li alozamenti, chi im brexana, chi altrove. T)i sier Andrea Bondimier, capetanio generai im Po, date . , a dì X. Come ozi, quinto giorno, si partì da Chioza, e per li tempi contrarij, e per aver visto de molte barche, che erano in porto di Brondolo, introe lì ; e la matina, per tempo, messe quelle in ordinanza, andoe verso Cervia, e si apresentò a la bocha di Primier. El zorno sequente, a l’alba, bave vista de 6 barche, erano fuora di dila bocha, zercha mia 3, et le prese; e, perché li mostrò uno salvoconduto dii marchexedi Mantoa e di sier Zuam Moro, suo precessor, le licentioe. Dubita, A di esse siano ferarese, spalizate da do barche dii prefato marchese. Era nel porto burchi 4, cardavano sali ; e, partito, vene a Zervia, circha horra di vesporo, dove trovò sier Pollo Capello, el cavalier, provedador zeneral, era zonto in quello. Fo con lui a parlamento; e, partito, mandò per sier Nadalin Contarmi, era al porto cesenaticho, venisse subito lì, el qual messe a la bocha di Primier. Aria posto etiam sier Antonio Lion, ma non 1’ à potuto haver; ha inteso, è a Chioza, e, venendo, lo lasserà a la bocha de Goro. Scrive, Saba di Piero, senza sua saputa, è venuto a Veniexia ; cossa che li ha dato non pocha molestia. Scrive, ogni matina, a l’alba, si troverà su qualche bocha de quelli porti, scorendo quelle marine, asecurando la strada al meglio potrà, con quella fusta e doi brigantini 1’ ha. Dii dito, a dì X, in fusta, sopra Goro. Come, hessendo a la velia, scontrò la fusta, patron Saba di Piero, su la qual erano do, over tre, soldati, e haveva uno mandato dii provedador Capello, che lo mandava a Veniexia ; e li disse, lì compirla di armarsi. Non ha voluto else parti; li soldati a fato montar su el bregantin, patron Ector Horio, e meti GIUGNO. 234 li soldati in terra, qual dicono, aver lctere dii papa, ritorni poi da lui capetanio, Sumario dì una letera di sier Thomà Contari- 119 ni, consolo in Alexandria data al Chaj/ro, a dì .9 aprii 15IO, drizata a sier Zorzi Ve-«ter,‘quondam sier Francesco, etrecevuta in Veniexia, a dì li zugno 1510. Vene comandamento in Alexandria, dovessamo montar al Chayro. Fizi experientia de lì, di veder se el se podeva fardi meno; mi fo risposo da lo armiragio, el qual al presente è molto amicho, se convegniva vegnir, se metessemo in hordene. Visto questa necessità, a dì 12 de otubrio, de qui zonzes-semo; avessemo,.a di 13, audientia. Ne fo oposto, aver acetato l’ambasador del Sudi, seritoli, et aver pralicha di acordo con lui. Item, che da l’ixola de Cypro se devano intrade, come tributo, a’ rodiotti; terzio, che se sovegnivano corsari, de aqua e biseo-to, come credo averete inteso, la prima et seconda ricevuta mia. Et mandò comandamento al consolo de Damasco, e consoli de la Soria, de qui venisseno. Non ave modo de esser de li favorili da quelli signori de la Sorya, né nui de qui mai potessemo ob-tenir revochation de tal comandamento, conveneno obedir, e de qui zonseno, a dì 6 zener, con grandissima spexa de tasfieri, presenti e doni, sì che asen-deno a la sumiría de ducati 12 milia, e più, per quanto me à dito Ihoro; e nui, alexandrini, avemo zerchato andar sparagnando più podemo. Fio qua, non judico, abiamo spexo 1200 ducati, in 6 mexi semo de qui ; de li qualli gran parte sono in spexe de viver, per esser sta tutti nostri marchadanti, et pur assai de loro sono stati gravissimi, sì che non si poi far di mancho di spender. A dì 11 zener, andò el magnifico consolo de Damasco, con li altri consoli e marchadanti, a la presentía del soldán. Fo tanto imposto de le cosse del Suffì, fazendoli le-zer una querela data per uno Nicolò Soror, era andato con l’ambasador del Suffì ini Persia; el qual fo retenuto, del retorno, al Bir, con letere de la illustrissima Signoria, mandale dal Sull! El qual Nicolò, par, haveva deposto, el consolo l’haveva dà favor a’ diti imbasadori, e scrite letere. Fo grandemente rebufato con gran parole; non si poi far di mancho di tuorse e smarir'ssi. Fo mandalo in cha’ de un Bene Muse; stete in fina a dì 22 fevrer; non poti veder ditto consolo, nè li fo mai parlato per el soldam, nè per altri, in questo tempo. E, per via del signor de Alepo, intravegnando sier Andrea More-