99 MDXI, APRILE. 100 assai, e dubitando di novità contra di lboro, in questa matina Anseimo et Viviam, banchieri, fonilo a lì capi di X, dolendossi di questo. 1 qual capi andono a la Signoria et fo terminalo admonir dito predicha-dor, et cussi quel di frati menori et di San Cassam, che predichano tal cosse, acciò non segui contra ditti zudei qualche cossa. 48 Et perchè di Treviso, da sier Andrea Donado, podestà et capetanio, se intese come uno frate pre-didiador, homo excelente, predichava de lì, over uno zudeo astrologo, che ozi, a liorre 19, infallan-ter saria uno grandissimo leremolo, adeo, inteso questo, tutta la terra qui fo in fuga, e molti andono in barella et in orli ; tamen fu podio, quasi 0. In questa malina, in quarantià criminal, fo spazà sicr AlVixe Guoro, di sier llironimo, absentc, et vestito frale li cannelli, et mandato i'uora di la terra, qual, per quello ha l'aio hessendo podestà a Grisi-gnatia, li uvogadori di coinun el menoe et preso di procieder di lutto el consejo, fo bandito di tutte terre e luogi di la Signoria nostra, sì da terra come da mar, et di quelle se aquistasse, et tutti navilij armadi et disarmadi ; e, si per algun tempo el vegni-rà-e sarà preso, sia impichato per le cane di la golla in mezo le do coione eie. Item, fo menà, etiam in questi zorni, quelli detono stridor a sier Vidaì Vi turi, fo podestà a Murali, quando consigliò il rezi melico a sier Jacomo Surian, dicendo, ben veglia el Suriam che à cazà via sto cani, die ha desfato.Mura», et tratoli saxi drio ; per le qual cosse fo preso di. relenirli et, exarninati, tra i qual il comandador dii podestà di Murali, et menati per li avogadori in quarantia, posto di procieder, veneno a tante bisogna andar in le do quaranta. Da poi disnar fo etiam consejo di X con zonta. Dii provedador Capello, dal Final, di 29 marzo. Come francesi sono pur sopra le rive di Po versso Sermene, e il ducha di Ferara è in Fera-ra, e altre particularità, ut in litteris. A dì 3, la matina in colegio fo leto le infrascripte letere. Dii Griti, provedador zeneral, date a la Badia. Come francesi passò di qua di Po, venuti per tuor strami per il lhoro campo, è alozato di là di Po, et hanno gran mancliamenlo de strami ; et che alcuni nostri li fonilo a l’incontro e li rebatè, ma essi injmici haveano fato la imboschata, qual, scoperta da li nostri, rilornorono indrio et ne amazò alcuiii. Da Vigenza, di sier Vetor Capello, prove- dador, di primo, horre 2 di notte, vidi letere. Come ha, dii provedador Griti, la ritornata dii inar-chexe di Mantoa a Mantoa, non se intende la causa ; el curzense con li oratori yspani aviati al pontefice ; et che francesi andavano a la stillala a 2ò, 50 et 100 a la volta verso Milano per motion di sguizari. Da Lignago si hanno levato 3*bandiere de’ francesi aviati versso Verona con li soi cariazi, come etiam per letere dii Griti si ave tal nova. Noto. Fo dito esser letere di Verona particular, che era stà lato proclama de li, che tutti li francesi erano li et altri veuturini dovesseno partirssit et che tutti li foraussiti potesseno ritornar et venir a gal-der il suo ; tamen non fu vero et fo una zanza. Di sier Zuam Moro, capetanio generai in Po, date in V armata in Po, a San Alberto, a dì 30' marzo. Come questa note passata era stato con barche 30 a la rola de Filo, nel qual locho à trovalo po-cliazente, et, sentita l’armata, subito fugirno; et dele di le prove in terra, trovoe molti legnami parechiati per serar quella rota, li qual tulli fece butar in fiume; tagliato etiam gran numero de pali, erano fì-ehati dentro de la rota, ita che dita rota è averta come prima. Trovoe etiam alcuni burchij dentro de la rota con li soi batipali et altre cosse necessarie, le qual per non potersi trar fuora, li. fece brusar. Fato questo, andoe fino in geto de artellaria, apresso la Bastia, et lì stete alquanto, fino che veniva certi fanti con certe carele per tirar a l’armata ; e, visto poter perder senza venzer, ritornoe adrieto. Item scrive, come per via certissima dii ducila di Ferara con 300 lanzé et 3000 fanti, nè se intende el camino suo, salvo che sia andato a conzonsersi con le zente francese per far zornata con l’exercito pontificio et quel di la Signoria nostra. Di Andernopoii, di sier Nicolò Zustignam, quondam sier Marco, fonno letere, di 21 fevrer. Come aspetavano la venuta di 1’ orator nostro de lì, e altre particularità non da conto. Etiam letere da Constaiitinopoli di sier Andrea Foscolo, baylo nostro ; de occurrentiis. Dii Zante, di sier llironimo Bernardo, prò* vedador, e di sier Alvixe Arimondo, orator nostro, va al turcho. Scrive il suo viazo lì con le do galie partide di Corfù, et, a dì “24 fevrer, parlino per Eno, ma per tempi contrarij ritornò lì ; et poi, a dì 4 marzo, si levò con tempo bóno, adeo tien esso provedador dii Zante sarà andato prestissimo a Eno. Da poi disnar fo.........Et ozi comenzò il perdoni a la Caritae di colpa e di pena, dele 'per-