399 MDXI, AGOSTO. 400 Di Napoli, dii consolo, di XV et X VI. I)il zonzer l’armala yspana lì, velie numero 82 con li 3000 fanti, horneni d’arme 500, zaneteri 400, el altre particularilà, ut in eis. Il sumario dirò di solo, come sarano lecle im pregai!i. Di sier Antonio -Zustignan, dotor, orator nostro, di Doblacho, di 22. Come erano iterimi stali insieme con li deputati regij, qualli li dimando-no si haveano letere di la Signoria. Disse di no, e non bisognava, e li c&pitoli dati erano honorati e uteli per la cesarea majestà. Et Ihoro disseno, save-mo la Signoria vi scriverà, nui andaremo qui vicino a una fiera, in questo mezo vuj arete letere di la Signoria e nui forssi di l’imperador. In conclusion si acorderiano, si la Signoria lassasse Vicenza; di Fel-tre e Cividal si meteriano in zudesi el papa etc. Di Padoa, di provcdadori, di ozi, horre 15. Il campo nimicho, ut supra, non è mosso; et avisa certi riporti, dito campo starà lì 3, over 4, zor-ni. Item, è venuto Falzinella, homo di sier Marin Zorzi, dotor, stato in campo, qual fo mandato per il cavaliere Bianco, per causa di sier Carlo Marin per il risealo, ma nulla ha potuto far. Riporta ut patet. Nolo. Ozi fono electi alcuni altri zenlilhomeni da mandar a Trevixo, over Padoa, con li ducali 40 al mexe et X horneni per uno, et passono soìum 14. videlicet questi : — Sier Nicolò Zustignan, quondam sier Ferigo, fo a la custodia di Padoa. — Sier Piero Gradenigo, fo cao di 40, quondam sier Anzolo. R. Sier Segondo da cha’ da Pexaro, fo provedador a Pexim, quondam sier Nicolò. R. Sier Andrea Marzello, fo patron in Fiandra, quondam sier Antonio. R. Sier Andrea Balastro, fo provedador sora i ollì-cij, quondam sier Piero. Et alcuni altri, come per il scurtinio qui avanti. A dì 25, da matina. In colegio vene Zuam Alvise di Rossi, dolor, qual à ’uto la canzelaria di Mestre per gran consejo, e si ol'erse andar con X horneni, a sue spexe, a Padoa. Fo acetà et charezato, et fatoli le letere, et si partì. Di Treviso, dii podestà et provedador Gradenigo. Come vanno redugando Treviso ben. Item, i nimici hanno falò certe corarie. Item, dii zonzer di fanti mandali di Padoa, et li hanno alozati ; ben è vero hanno, dii podestà di Mestre, diti tanti aver fato alcune violentie etc., ma li capi non erano con lhoro, et ha scrito die li avisa, farà satisfar tulli. Di Padoa, di provcdadori, di eri sera. Cho-me sier Christofal Moro, provedador, qual si buio a leto, stava meglio di la febre, e cussi il provedador Oriti, pur si resentivano; et erapo im Padoa da fanti 1500 amatali. Item, domino Antonio di Pij, e suo fio!, stava malissimo, e altri capi, ut in ìitteris. Il provedador Capello atendea a le mostre. Item, dii zonzer di zenlilhomeni mandati, li piaque; li darano cargo di andar la nocte non potendo andar essi pro-vedadori. Item, voriano aver più fanti di quello hanno; è pochi, zercha 1500 olirà li amalati. Item, hanno consultà et mandano questa note fuora tre cavalchate di cavali lizieri, una sora la Brenta, l’altra per la via va a Vicenza, la terza a Longara, per romper li editicij fati per i nimici, per luor l’aqua a Padoa, come za hano tolta, e la Brenta è magra. Item, il campo de’ inimici è alozato a Grum Torlo. Di sier Matio Sanudo, pagador, vidi letere di Padoa, di 21, hore una di note. Come i nimici erano alozaii a San Piero in giù e Grunlor-to etc., et ozi 7 nostri stratioti sono andati e passali per luto el suo campo, a '/a zoruo. Par, il forzo dormivano ; de li qual ne soli tornati ti, e il setimo se intrigò in alcune corde di paviani et fu preso. Per i qual si ha, el conte Lodovico da Bozolo esser stà lato capelanio di le zente todesche, qual ha via mandato suo fradello, conte Fedrico, a far tanti 2000 et 300 lauze; li danari a tarli è sta promessi per il re di Franza, el perhò à mandato a trazer di Milan diti danari, dove è za lato il forzo di le zente, ma li danari ancor non erano zonti. Item, dito conte Lodovico era partilo im persona per stafeta, per esser con l’imperador. Item, in campo nimicho si dice, i nimici aspeta Maximian, poi torà impresa; dove par siano risolti che Maximiano non è per venir in sie parte, e à comesso, al tuto si toy la impresa di Treviso ; ma monsignor di la Peliza voi questa di Padoa, e cussi stanno ambigui. Item, questa matina, alcuni stratioli à lato presa di zerle vituarie a San Bonifazio, andavano ni campo nimicho. Item, ozi scrive, aver pagalo alcuni fanti remessi, numero 130 a domino Chiriacho dal Borgo, Gnagui Picone, Zuam Bernardini daLeze, tra tuli tre fanti 130; diman pagerà li cavali lizieri di domino Hironimo Pompei. Scrive di aeutilhomeni venuti, hanno fato certi inconvenienti, di tuor carne di vedelh etc., ut in litteris. Di Cao d’Istria, di sier Piero Balbi, podestà et captiamo, e sier Andrea Zivran, prò-