217 MDXI, con 5 altri nostri zenthiloijienf, et menati presoni in la pocba di Caravazo, dove fin liorra sono siati; et volendoli ma lar el mandarli in caslel di .Cremona, dito sier Anzoto in itinere fuzite, et è zonto a Man-toa ; poi passò nel nostro campo a Montagnana, sì che è libero senza pagar alcuna taja. È da saper, eri et ozi, è zonli assa’ tormenti in questa terra, da stera 20 milia in zercba, di diverse parte venuti a venderli; et la farina vai, in funfego, lire 4, soldi 12, et lire 5, soldi 16 al più. Item, a Chioza, se ritrova sier Andrea Bondi-mier, cap;>tanio zeneral di Po, venuto con le barche e fuste ; et, per colegio, li fo scripto, andasse a la volta di Ravena, et za è partiti parte de li arsilij, numero ...., se manda a porto cesenaticho per levar le zente d’arme nostre, et fo manda con la fusta, patron Andrea Vechia, etiam a questo cargo, sier Francesco Arimondo, patron a l’arsenal, el assa’ al-Ire barche di Chioza, di le contrade e di questa terra. 11 Da Corfù si ave ìetere dii provedador di 1’ armada, sier Hironimo Contarmi. 0 da conto. Di 14 mazo, come in Puja è gran remori per le imposition poste, di scoder danari etc., eh’ è lire 3 per fuogo, àdeo tulle quelle terre si doleno di lai angaria; e altre particolarità, ut in litteris. Vene letere di la corte, da Rimano, di 30, et dii provedador Capeio, dal porto cesenaticho, di ultimo. 11 sumario dirò poi. Sumario di una letera data in Monopoli, a dì 13 mazo 1511, drizata a sier Francesco Bembo, quondam sier Piero, scrita per Marco di Liberti. Semo conduti a tempi tali che più non si trova fede ; ogniuno ricercha de agabare, nè si fa stima de honore. Le facende et industria sono manchiate, judei sono andati e ben pochi sono restati; penuria extrema, generale de’danari. Per tutto lo regno nulla merchadantia, nè roba hanno conditione, et non si trova danaro; li pagamenti sono grandissimi et ex-cessivi, insuportabeli, extraordenarij, adeo clie ogni-uno sta in disperatone; cossa incredibile! E, ultra di questo, se intende una altra nova imposilione de ducati 600 milia a li populi, et 200 milia a li baroni ; cossa che fa obstupire ciaschaduno, non sapendo in qual modo dover provedere. Ozi se fa lo parlamento generale in Napoli, nel qual interveneno tulli principi el sindici de le terre domaniale del regno ; se judieha, se habi concludere a’ pagamenti. Se ha GICONO. 21 ft nova, la majeslà regin expolarse in Sicilia, de proxi-mo, con velie 300, per andar in Africha, et parte di quella esser gionta, parte esser venuta in Napoli, carachie et bnrze zercha 50, per cargar le gente d’arme; la qual tuta è andata suso, che non ne resta nullo lo regno. E solo è molto mal contento, conti• nue vexalo da’ turchi, qualli ogni hora depredano e vanno a libertadé. senza obstáculo ; per la qual qual cossa ne slamo assai in timore. Pregamo el nostro Signor Dio ce proveda. Questo anno ce dimostra perfetissima intrata de olei, et generale de victuarie. Da poi disnar, ozi, fo colegio de la Signoria et savij. IH Chioza, dii capetanio zeneral im Po, di primo, horre 21. Da certi homeni de Are ha inteso, la fusta presa è stà armada per i nimicò e «trovarse al bastión di la Pelosela, e do burchi e barche 40 ; el ducha esser ritornato in Ferara etc. Pii dito, a dì 2, horre una de dì. Come à fato comandamento a Saba di Piero, patron di fusta, lievi sier Francesco Arimondo, e lo conducili dove el vorà. Le barche, eh’ è numero 80,1’ à fate andate tutte al porto di Brondolo, con Lordine, hes-sendo tempo, habino a sequir la dita fusta. Etiam che la galia di sier Nàdalin Coniarmi debi far velia, e aspela lui capetanio, li homeni e li danari per potersi levar, etiam lui. Item, per una altra letera, scrive, manda di qui do patroni di bragantini, Antonio Pozato e Bortolo dito Bruti, formará processo e lo manderà ; e dii zonzer lì Andrea Vechia etc. A dì 3, la matina. Fo gran pioza, et hessendo 1 ‘ ritornato sier Christofal Moro di la villa, electo provedador a Padoa, fo in colegio et refudoe, dicendo, non poter servir al presente, ateiito il mal 1’ ha a la gamba etc. ; et fo rimesso ozi im pregadi, qual si dovesse scusar per non pagar la pena etc. Da poi disnar fo pregadi, et lelo molte letere, videi ice t : Di la corte, di Rimano, di 30.1)i la citalion dii papa fata al concilio, per il primo di septenabre, a Pisa, da parte di tre cardinali, videlicet Sancla f e li altri, con il voler di altri 6 cardinali e di 1’ imperador et dii re di Franza; la qual citation è stà-bulà in stampa, et la copia sarà qui avanti scripta ; et è stà posta su le porte di le chiesie a Modena, a . Bologna etc., et fino a Rimino, dove è il papa posta su la porta di la chiesia, per la qual cossa il papa P à ’uto a mal, licet pari, el cardinal Hadriano, è in Alemagna, non sij contento di questo, et cussi il