\ 189 dolendossi, che Rocho era ¡n bando di 5 di la paxe, et era sia conzà la sua condanaxon conira la fonria di la leze, pregando la dovesseno lajar, el poi ne l’ex -cellenlissimo consejo di X si Iriderà lai materia, e fosse suspesa la execulione. Or ilili avogadori, visto le leze, che, con effelo, conira il dover e le leze, era slà scanselà dilla condanaxon, et havendo auto li-cenlia da li cai di X di aldirli, termiiióno, in questa malina, di andar in quaranlia criminal, el proposto lai caxo, per uno di avogadori, lutti Ire messemi di taiar quella dipenadura di Rodio, eli’ è za morto, per esser slà fata conira la forma di le leze, el di tulle le balole la taiono; el erano assaissimo numero di zenthilomeni im pregadi; che aspirava quello seguiria. Uor li cai dii consejo di X, sier Andrea Lo-redan, sier Andrea Magno et sier flironimo Tiepolo, audono in colegio, vedendo esser supedila il suo consejo di X; et cussi subito io mandalo per quelli dii consejo di X, lutti i qualli subito veneno el si redu-seno, et li avogadori volseno intrar e fonno mandali 98 zoso,-e veneno a I’ oficio; et prima, destro modo, sier Gasparo di la Vedoa e il capetanio dii consejo di X, fono fati andar zoso di pregadi tulli quelli zenthilomeni. Hor el consejo di X, lutti 17, steleii > fin passà nona, et, venuti zoso, sier......., cao di X, andoe a la porla di 1’ avogaria, che tulli tre li avogadori davano audientia, et li chiamoe per nome dandoli del li, jusla il decoro dii consejo di X : L’à parso, a lo excellentissimo consejo di X, che non siali più degni di questo magistrato, perhù leva ti ve suso; e cussi si levono tutti tre el andono a caxa Ihoro, el fo preso di privarli im perpetuo di avogadori, el do anni dii consejo secreto. Et vien dito, pocho mandine non fusseno confinati. E da saper, sier Nicolò Dolfim è uepole dii principe, el fo di XI, quanto fu fato doxe, el era lutto di palazo. l'amen fonno cuss'. con lanati, et il Contarmi inanellava 3 zorni a compir. Et, da poi disnar, fo consejo di X con la zonta, e introno avogadori : sier Zuain Arseni Foscarini, electo, et sier Marco Loredan, za uno anno eleclo. Et il primo consejo, si farà uno altro avogador, in luogo di sier Zuam Trivixatn, è podio è intralo. E cussi, a borra di vesporo, in mezo le do coione lo taià la testa al diio sier Gasparo Valier, qual è zo-vene, di anni .., con una barba e bella efìgie, et fo tutta la piaza piena di zente, el qual andava basando brigate; e, come el fu sopra el soler, te.iipo-rizò assai, el poi disse liberamente : So a tulli vuj ve dispiace la mia morte, vi prego pregè Dio per mi ; et il boja si cavò la barela, et dimandoli perdo-nanza, et solicitando si coniasse, a la fin si conzù e 190 li laiò la testa. Era veslido con una veslizuola di vari el in testa una scufìa ; e subito il corpo e la lesta fu tolto, posto in una cassa, e porlato in barella . a sopelir. Questo era ridio, di ducali 300 de jntra-da; liavia assa’ amici, leva contrabandi per assa’ ducati a l’anno, e fece il suo testamento. Lassò a la Signoria, per discargo, ducati____; el a’ soi parenti, • et a uno sier Piero Truin, di sier Silvestro, suo compagno, assa’ parte di la sua lacullà. Hor questa lai morte dispiaque a tutta la terra, maxime perchè Rocho era mal voluto; e, dicono, farano grandi li Ire avogadori che lo hanno voluto ajular; lanini meritori»)-questa condanaxon, perchè quello che una Volta è slà preso ne lo excellentissimo consejo di X, bisogna exequir, eli’ è il tymon di questa terra. Etiam fo laialo poi la lesta a uno vilam, che con lui era, el ajulò, etiam lui, a amazar dito Rocho. Et hessendo conseio di X reduto, zonse una Insta con teiere di Ravena, di Poralor nostro, di 33, e dii provedador Capello, di 22. Il sumario di le qual letere è questo : Di sier Pollo Capello, el cavalier, provedador cenerai, di 22, a la Torre Bolognese, over Castel Bolognese. Come in quella malina, una hora avanti zorno, il ducha di Urbim, qual era alo-zato alquanto discosto, li mandò a dir, si levasse, perchè li Benlivoy erano per intrar im Bologna, c Bologna titubava ; e za era mirato con 200 cavali; per la porta dii Monte-, domino Hanibal Benlivoy, 98* avisandolo, si dovesse levar senza trombe, e venisse ’ apresso la terra via, cbé altra strada non potevano far; el passasse su quel de Ymola, e questo li mandò a dir per il suo trombeta. F.I qual ducha, con le sue- zente, za era levlito, lassando le artellarie dii papa etc., e (ulti li so cariazi, come poi lo intese ; unde, esso provedador, cussi le’, lassando tulle le nostre artellarie et li cariazi, e veneno, chi meglio, meglio, vicino a la terra, per di è erano alozati al poti • te di Ren. El zonli a le mure di Bologna, sentì cri-dar: Siega, siega I Franza, Franzalet quelli di lo montagne, villani, erano venuti zoso in arme per dar adosso al campo nostro, ehome deteno, adeo eramo in mezo di li villani e di la terra. Et il chava-lier di la Volpe, a certa porta, con 8 cavali soi, sullo se li fe’a l’incontro, adeo fé’ ritrar dentro quelli voleano ussir, e levar il ponte. El qual cavalier, si poi dir, babbi sparagnalo la morte a più di 1000 di nostri. Item scrive esso provedador aver perso lutti li soi cariazi, e il pagador, sier Francesco Barbaro, tutte le scrilure, el recupera di contadi solimi ducati 900, bavia apresso de sì. Item, di nostri Cauli UDXI, MÀGGIO.