— 4! - apostasia di rimettere a nudo quasi dovunque il primitivo sostrato albanese. Vi contribuirono gl’intensi scambi di popolazione cui si deve che un quinto della razza neo-greca dello stesso Regno attuale sia, secondo i calcoli più modesti, originariamente albanese ed almeno novantamila bilingui vivano tuttora fin dentro il Regno, le donne dei quali ignorano affatto il greco. Non molti sapranno che la popolazione del-l’Attica e perfino quella di alcune Cicladi rimonta per tal guisa al sangue di Pirro e di Skanderbeg, anziché a quello di Temistocle e di Leonida (1). Ben consapevole di quest’estrema superficialità della patina greca sull’Epiro, il clero ortodosso si è sempre studiato in ogni modo, avvalendosi di tutta la sua influenza religiosa e dei propri mezzi culturali, di intensificarne almeno un poco la portata. Ciò tanto, quanto più avvicinavasi la grande crisi dell’indipendenza ellenica, preceduta da quella nobilissima preparazione spirituale che forma uno dei suoi vanti. Apriamo, per dare un esempio, ì'Isagoghik} didascalia data alle stampe nel 1802 per l’appunto da un " venerabile, dottissimo etc. Daniele da Moscopoli ", uno dei distretti contestati. Essa non è altro che un vocabolario quadrilingue greco-va-lacco-bulgaro-albanese. Ciò che ne costituisce il maggiore interesse è la curiosa prolusione in versi dove l’autore confessa ingenuamente lo “scopo da lui perseguito, cioè l’elle- (I) Son noti gli studi del Fallmereyer, su l'Elemento albanese in Qrecia, stampati a Monaco negli atti dell’Acc. bav. di Se. dal 1857 al 1860. Esistono grammatiche e studi sul dialetto albanese parlato in Grecia e per un certo tempo si è permessa ad Atene la pubblicazione di giornali albanesi.