516 MDXXIX, tare qua. Et havendo comunicalo questo iioggi cum !o signor cardinale, sua signoria reverendissima li ha dillo che ha fallo errore in resolverse in cose di tanta importanlia senza maturo conseglio, et che li par che non ha dato bon parere ad Sua Maestà perchè, se quella viene qua con (ulta l’armata et gente che porta, affamerà questo Regno et ponerà tulio lo exercito in mutiino, però clic de quelli che veneranno con Sua Maestà et quelli che qua stanno se uniranno, el non voranno uscire senza molli danari, et si ben ne portasse assai, presto finiranno. Ma che suo parere saria che tornasse ad scrivere, et si dicesse la necessità in la quale si trova questo Regno et lo exercito di Sua Maestà, et che gente tene, et quante ne hanno Iioggi li inimici, el quante ni bisognerà per lassare in opposito de le terre che ditti inimici leneno ; et che ben consi-, deralo cum lo parere de lutti servitori de Sua Maestà, li dica che meglio saria che quella facesse desmontar la massa de le gente che Sua Maestà porterà, le qual dove esser gagliarde, in le marine del stato de Siena et Fiorenza, et soa persona, cum tante gente quante bastammo ad lassare in oppo- * sito de li inimici in questo Regno, venga a dismonlar qua, perchè possa lassare le genie nove che porterà in opposito de li inimici et de lo exercito cli’è qua adesso, sua persona tirarla via de Roma o dove meglio gli parerà ; et questo perchè, se Sua Maieslà dismontasse in Genua, non liessendo a tempo li Alle-maul che ha ordinato che caleno, el non posscndo andar in Lombardia questo exercito ad incontrar Sua Maestà, si troverà in confusion et poca repula-tion et pericolo; ma disbucando bona banda di gente in le marine del stado di Siena, il papa et fiorentini muteranno stile, maxime sentendo che Sua Maestà Cesarea cum questo exercito, lassando presidio in esso, marcia verso Roma o Bologna, et acordato il papa et Fiorentini, o rumatoli, come si deve considerare che facilmente habbia ad reuscire, se vede cum ragione le cose de Sua Maestà essere in salvo, maxime che cum qualche di tempo caleranno todeschi, li quali, gioliti cum Antonio da Leyva et sue gente, saranno superiori in Lombardia, et gionti cum lo exercito che sarà disbarcalo de Sua Maestà in le marine de Siena, et quelle che us-sirà cum esso da questo Regno, deve credere che potrà Sua Maestà supeditare tutta Italia ancor che di Franz» venissero gente. Inteso questo el signor principe, li par meglio di quel che sua signoria ha scritto. Non so si muterà et tornerà ad scrivere. Il signor cardinale non ha mancato nè mancherà de GIUGNO. 51C aricordar quel che li par. La signoria vostra riconzi lutto, et cum lo suo sublime ingegno, habile ad ogni cosa, pensi il meglio, et per triplicale lettere scriva ad Sua Maestà dove et come se ritrova, et come sfanno le cose di questo.Regno, el dove è il parer suo in tanto besogno, perchè qua va lutto. Et si Sua Maestà in questa venula non porla lauta forza et fa in modo che resta superior in Italia, è 10 più vergognato principe del mondo, et si comenza di poi ad essere qua ad perder de terreno et repu-talione; actnm est de eo et de nobis quod peius esset. Eleva, signor mio, li spirili sublimi de l’ingegno luo et, cum la propria virtù et cum lo exempio di quel fratello tuo invittissimo de gloriosa rne- 34 moria, pensa, scrivi et opera quel che ad te conviene et al servitio de Sua Maestà, purché essa sia servita el vostra signoria exallala come merita, che cosi spiero in Dio che sarà. Sono le doe bore di notte, et se volesse poncre questo in zifra non basterà farlo fino dimane, ma Cfiilao voi partir per tempo, el ad lui si poi fidare ogni cosa. Et si la disgrafia volesse che li danari et lui si perdessero, 11 che non piacia a Dio, ben si polena perder questa ancora. De tulio ho parlalo cum lui, et lo cardinale li ha ditto bona parte. Vostra signoria li crederà et lo tenga secreto, et essa, piacendoli, me responda a chi lido queste lettere, perchè queste sono cose se- • crelissime, unde molto importa bora come è da dire et de sapere, nisi poiria nascer non poco inconveniente. Recomandomi in gralia sua sempre pregando nostro signor Idio li concieda [salute et victoria. Da Napoli, 21 Mazo 1529. Sottoscritta : De vostra illustrissima signoria dedicalissimo et perpetuo servilor Jacomo Nomisco. Di Franga, vene lettere di V orator Justi- 34G nian nostro, da Orliens, di 30 Mazo, et da Fontanableu, di 3 Zugno. Scrive come il duca di Sopholch per nome del re di Anglia era zonlo a . . . . , el il re è a la caza a Fontanableu, dove andana a trovarlo. Scrive colloqui liabuli col gran maistro, qual si dolse il re havesse risposto cussi publice davanti li oratori non voler venir in Italia, dicendo, Soa Maestà non abandonerà le cose de Italia, et che ’1 manda Francesco monsignor con (i) I* orla 345* è bianca.