— 160 - inclusi nei confini della vicina Monarchia austro-ungarica. Non è possibile supporre una tale politica senza una previa sistemazione delle cose balcaniche tale che garantisca in ogni caso le spalle dei tre stati, Montenegro, Serbia e Rumania, contro ogni insurrezione dell’irredentismo bulgaro a Monastir e di quello albanese nel pian di Cossovo. Un acuto conoscitore del problema austriaco, passando in rassegna gl’ incubi dell’ avvenire che oscurano in quest’ ora la tarda vecchiezza dell’imperatore Francesco Giuseppe, si domandava: " Se l’Albania incubata con tante pene e tanti sacrifizii, riescisse invece che austrofila, italianeggiante o magari anche slavofila, cioè, attratta nell’orbita antiaustriaca con la lusinga di ricuperare le terre abitate da albanesi oggi occupate da serbi o da montenegrini, nel giorno in cui questi riuscissero a rifarsi, ed ampiamente, a spese del-l'Austria-Ungheria ? E se lo stesso miraggio ravvicinasse un giorno Belgrado e Sofia ?... E la Rumenia, sin qui pupilla di Vienna, imbaldanzita dai successi balcanici, non guarderà da oggi in poi più intensamente verso la Transilvania ungherese che verso la Bessarabia russa ?" ( I ) Insomma, se vi sono molte ragioni per ritenere che durante il suo assestamento definitivo " l’Albania soffrirà assai e seccherà assai ", non è vero, come alcuni pensano, che ciò dipenda dall’esser essa 11 una nazione quasi senza merito nè volontà, nata soltanto come compromesso fra Italia ed Austria n. Abbiamo visto quanto ci sia d’artificioso e d’errato in questa opinione comunissima. ” La nazionalità, si aggiunge ancora, non è un diritto, ma una semplice potenzialità e ci son dei popoli che non la raggiungono mai e (1) A. Vivante, Nazioni e stato in A.-U., IV. L’ora critica in Unità 14 nov. 1913.