73 MDXX1X, 48* A dì 20, la malina. Non lo lettera alcuna. La Signoria dete audientia, et ìi Savi si reduseno a consultar. Fo letto alcuni avisi di Roma, per lettere dri-zate al marchese di Manloa, de li fanti alozati a PAmatrice, spagnoli, et lì intorno al Tronto. Et che’l principe di Orangie in 1’ Aquila havia tolto li arzenti tutti di l’arca di santo Bernardino, et quelli portali in Napoli. Da Tornello, fo lettere di sier Zuan Va-laresso podestà, ai proveditori sora la sanità. Come la peste era mirala a Buran di mar, morii do, et molte caxe intrigate, unde fo manda a levar li corpi et serar le caxe. Da poi disnnr, fo Pregadi, et vene queste lettere : Da Pexaro, di sier Nicolò Tiepolo el do-tor, orator, di... . Come havia hauto le nostre lettere, col Senato, et stato con il signor duca di Urbino, exorlato a expedirsi presto et venire in Lombardia, poiché spagnoli, per li avisi si ha, erano tornali a Napoli. Soa excellentia disse che non era vero, ma alozati al Tronlo ; ben il principe de Orangie con pochi cavali era andato a Napoli. Et che lui non era per mancar; in questo mezo si mettesse In ordine lo exercito in Lombardia, aziò zonto, si potesse far qualche bona operation con-tra Milan. El altri colloqui, ut in litteris. Di Ravena, di sier Alvise Barbaro prò- . veditor, di ut in litteris. Fu posto, per li Consieri, che sier Mariu di Cavalli qu. sier Sigismondo possi refudar li beni paterni, non obslante lapsu temporis. El fu presa. Ave : 142, 25, 8. 49 Copia di una lettera di Ascoli a Recanati. Magnificis et po . . . dominis, dominis prioribus civitatis Recanati fratribus hono-randis. Magnifici et po . . . domini fratres honorandi felicitatem. Non acade che altrimenti vostre signorie rin-gratiano di quello che ’1 debito de la mutua fraternità richiede; l’babbiamo fallo volunliero, el alla giornata faremo il simile. Per ora non habbiamo altro di novo, se non gente slanno pur in Baronia, li cavali et lanze sono in Camplo et Teramo, et non si potè haver altro, se non dicono aspettare il ritorno del signor principe da Napoli, qual riporterà risolulione del consiglio quello se haverà da fare, o passare, o ritornare. Quando altro di novo ha- , marzo. 74 remo, ne faremo partecipe V. S. M. Quae bene valeant. Asculi, die 16 Martii 1529. Sottoscritta : Fratres antiani populi civitatis Asculi. Litterae eisdem prioribus. Ogni hora vengono gente d’arme in le citlà, et servise di le cosse li bisogna, da li quali più se chiarisse che vogliono procedere avanti, le gente, più per Fiorenza, sicome per l’altre mie feci intender a le signorie vostre. Le gente slanno per li lochi preditli, et viveno con iuslitia, dicono loro; tamen per quanto se intende li populi non ce possono più resister. Et quel che mollo se intende è che vogliano venir ad alogiar in Ascoli, ma non da persone qualificate, flozi ad honor de Dio, le mure che erano per terra saranno messe in defesa, et altri luochi deboli se fortifìcherano, et è deliberato non tenir lanzi, sesapessemo tulli morire; cavalli si riceleranno per la nostra comunità, si a buon luoco se andarà. Asculi, 15 Martii 1529. Sottoscritta : Servilor Franciscus Malaspina. Hozi lo reverendissimo vice legalo, ha, per aviso da Roma et d’altrove, che quelle zenle, qual stano in Tronto, dicono passar come amici per la provin-tia, ma non se sa quando, nè donde ; et cussi ha scritto a molli luochi de qui, dandoli lai aviso, et che stiano provisti cum vittuarie, bisognando allre provision, non se sa più in quà. Da Roma, di V orator nostro, di li et 15. 50’) Come era stalo dal papa, non come orator, ma come privalo, et lo trovò in letto con bona ciera. Si alie-grò di la sua salute. Sua Santità disse havia hauto gran mal, ma mai ha hauto paura di morir. Rasonato un poco cerca la venuta di Cesare in Italia, Soa Beatitudine disse non lo credeva, et che lui feva ogni cosa aziò non venisse. Scrive le fortezze di (1) La carta 49* è bianca.