- 136 - con altissimo tasso sugli imprestiti, fino al 36 °/0, l’Albania è come persona che vada rimettendosi da una grave crisi di inanizione, della quale conviene stimolare le forze vitali al risveglio colla più cauta discrezione, non già forzandole violentemente. Non mancherà infatti di precipitarsi laggiù senza capitali e senza capacità la solita geldra internazionale di pescicani pronti a tuffarsi in ogni burrasca per ingoiare qualche milione e risalire poi a galla, lasciando dietro di se gli avanzi smozzicati di iniziative incompiute e compromesse per sempre; già se ne incontrano in Albania le prime avanguardie e i guastatori all’otto e al dieci per cento coi loro meravigliosi progetti irrealizzabili, coi loro piani fìnanziarii che puzzan di truffa lontano un miglio. Il neo-governo o chi per lui dovrà anzitutto dedicare le sue cure a spazzar il terreno da costoro e badare ad accrescere le capacità di consumo del nuovo mercato, coll’abbassare il prezzo della merce mediante una buona viabilità e mediante un regime doganale fondato sulle basi semplicemente fiscali, non protezioniste, del sistema turco del 10 °/0 ad Valorem, ottimo per questa parte. Un valoroso economista italiano, il Ca-roncini, scriveva a tale proposito che : " l’Italia dovrà sforzarsi a che l’Albania perda al più presto il carattere di mercato quasi riservato alle due potenze adriatiche, se vorrà profittare delle comunicazioni che dell’ Adriatico potranno penetrare nell’ interno della penisola balcanica...... i nostri interessi ben intesi e non miopi debbono renderci favorevoli a tutto ciò che può, aprendolo d ogni parte agli scambi, aumentare la potenza d’acquisto del mercato albanese n. (1 ) (I) A. Caroncini, L’Italia e la futura economia balcanica, Roma, 1913, p. 16.