— 82 - decadenza prestava ormai l’appiglio così avidamente cercato dall' imperialismo austriaco per rimetter piede nei Balcani di dove la concordia l’aveva espulso, sembrava per sempre. Come e perchè la Quadruplice non si mutasse tosto in una quintuplice collegandosi all'Albania non resta dopo quanto sappiamo troppo difficile a determinare. Gli albanesi, impegnati da secoli in una lotta a coltello contro lo slavo, limati quotidianamente dal sottile tarlo dell'influenza greca, si trovavano da pochi mesi per la prima volta messi al caso, grazia ad un’ autonomia sanguinosamente conquistata per virtù propria, di sperimentare le loro energie costruttive. L’Impero Ottomano appariva quindi ai loro occhi la crisalide necessaria dentro la quale doveva effettuarsi, al sicuro da inframmettenze estranee, la loro completa preparazione al giorno della liquidazione turca definitiva. Faik bej Konitza scriveva assai chiaramente in un suo articolo del 1911 sul rúmbete e Krujes di St. Louis: 11 I turchi sanno che prima o poi la Macedonia dev’esser libera; allora l’Albania tagliata fuori dalla Turchia non può ricever nessun aiuto, perciò essa dev’esser preparata a provvedere da sola per la sua esistenza. Ora si può far questo veramente se essa non ha un’amministrazione a sè? n. Rinnovarsi dunque nell’autonomia per divenir capaci d’una indipendenza completa. L’adesione all’assalto della Quadruplice capovolgendo questo piano rischiava di compromettere la vitalità futura del paese. Del senno del poi son del resto piene le fosse. Le cose camminaron più presto. La guerra italo-turca inclinava i balcanici all’azione: il genio politico di Veni-zelos e di Pasic, l’ambizione dello Zar Ferdinando e i vecchi spiriti guerreschi di re Nicola si unificavano per un attimo fra la primavera e l’autunno 1912 in vista un interesse