117 MDXX1X APRILE. 118 conie Julio con la sua compagnia, quale ha hauto una grandissima carga da li inimici, tamen per la virtù con valorosità sua ha salvalo tulli li gua-sladori, con compagnia sua; et finora, che son hore 21, sempre li inimici, come è predilto, se hanno monslrati grossi, et vedesi per li alogiamenti per volersi acampar, siché certissimamente damaltina (laveremo le artelarie a le muraglie. Per il che, olire l’ordine eh’ haimo dato al magnifica domino Nicolò Trevixan del levar la compagnia del capitalo Ricardo, li hahhiamo adionto, per nostre lettere che ’1 debbi levar una di quelle altre compagnie nostre, con motiition et artelarie et altre cose necessarie per la defension di questo loco, et che in ciò l’uxi ogni celerità. Del lutto habbiamo voluto avvertire la signoria vostra, acciochè quella voglia, parendoli, far qualche suo desegno, de mandar de le gente sue, perchè, ingrossandose de qui, facilmente questi inimici bavera qualche reba-luda, che saria de grandissimo favor a questa comune impresa. La signoria vostra sapientissima farà quanto li parerà, perchè da nui li sarà dato ogni modo et favor che ne darà il possibile. Et a quella si ricomandamo. Monopuìis, die 15 Martii 1529. Tenute fin hore 24. El li significamo le gente esser acampate,.et iudicamo questa notte comen-zerano a batter. Johannes Victuri provisor generali s et Johannes Contareno provisor Classis. Die 12 Martii 1529. Domino Matteo da la Calvara della Rocca Imperiale, venuto hozi di Monopoli, referisse ut infra, videlicet : In primis, a lo primo de Marzo presente partì da la Rocca Imperiale et vene a Monte Scaioso, et ivi intese che le gente di Fabricio Maramaldo ha-vea più giorni che erano arrivate et stancavano in Ferandina, in Grolole, Craco et Monle Peloso, dove per tutto il camino haveano andato componendo et ruinando lutto il paese. Et essendo dito referente arrivalo in Rosigliano a li 4 del presente, a dì 5 venero in Rosigliano 500 spagnoli, et in (1) La carta 78" è bianca. Noya altretanti, quali esso vide oculatamente, perchè tutti passaro avanti Rosigliano. Et hessendo stato a Rosigliano circa 8 giorni a posta per aver la vera inteligentia di questo, et trovò che col signor marchese dal Guasto erano da circa 400 cavali, parte de li quali li havea mandali Io conle di Borello, de quell che teniva in Andre ; et che apresso ditto signor marchese ne erano a lo complemento de due milìa cinquecento fanti spagnoli, senza lo colonelo taliano de Fabricio Maramaldo. Et hessendo ditta fantaria ricercala dal ditto signor marchese che veglino arditamente venir a la ob-sedione di Monopoli, per dilla fantaria li fu replicato di non voler venir in ditto assedio se prima non li contentasse de sei page, che loro doveano haver, et de duo di più per la faclion che aveano da fare, et che non erano per far cosa che lui volesse se non li pagava le sopradette page, perchè quello che esso volea far, non procedeva da la mente'de i superiori et del Consiglio di Napo- li, ma sohm per volunlà sua, et non volendo darli le ditte page, che lo voleano tagliar a pezi et farli far peggior morte di quella del padre, che voleno dir del padre del marchese morto. Dice ditlo referente, che apresso Conversano era l’ar-tegliaria, et era da pezi 10 in giù, fu de quella del Lautrech ; et più dice che ’1 signor marchese se ritrova in Conversano cum la cavallaria, et il castelo non li ha dato obedientia, fino a quel’hora che lui si partì, che fu beri a dì li di questo. Ancor dicevano che li guastadori erano tutti descriti fino al numero de 1000, el gran parte uscite hora, haveano fatto munìtione de viltuaglie, et comandato le terre che conducano apresso de loro vit-tuaglie ; et ancor loro si hanno fornito per sei et otto giorni per uno ne le terre che sono stali, che hanno assasinato il cielo. Et più dice che a italiani non voleno dar paga, dove che italiani sono deliberali che, havendola li spagnoli, la voleno ancor loro, perchè dicono aver servito cussi ben come li spagnoli. Et più dice che hanno robato quanti lenzuoli, sparveri et tela che hanno potuto haver, et hanno fallo tende, paviglioni, et deliberano far un gran forzo a tale, che haveranno la lerra de Monopoli et tulli saranno morti ; che vanno malcontenti et come homeni disperati, et la mala contenta loro, dicono, esser fuora di speranza di soccorso, sì per mar come per terra, el li populi inimici, di maniera che lor si cognoscono la ruina loro. Et quando ira cinque giorni o sei non conseguirano la mali-