— 159 — quell’ incognita che rappresentano gli altri due stati più in disparte nel giuoco balcanico: Rumania e Turchia. Olimpica la prima nell’ apice conseguito del trionfo, vittoriosa dei vincitori e dei vinti, si appaga di dichiararsi la sentinella armata del Trattato di Bukarest il quale ne fondava la egemonia. L’altra, dopo aver riconquistate pure incruentemente le povere terre turche martoriate dalla furia cristiana (e sia anche pei turchi una parola di giustizia), vuol segnare con fermo gesto un limite all’ambizioni conquistatrici della Grecia. Qui può essere una prima scintilla di vasto incendio ; che una volta sfondata la barriera greca, sorgerebbe davanti al nazionalismo de’ giovani turchi il fantasma della terza révanche, quella contro la Serbia ; e suggerirebbe a -loro come naturale alleata l’Albania prevalentemente musulmana e dai serbo-greci corsa e divisa. Come non è inverosimile supporre che lo sciovinismo religioso e politico di questi ultimi finisca alla lunga col rompere il rispetto promesso alle minoranze kutzo-valacche, provocando così il risentimento della Rumania che si accosterebbe alla Bulgaria ed all’Albania verso la quale fiorirono così schiette simpatie popolari rumene a Bukarest ed a Vienna durante la prima guerra balcanica. Prescindendo del resto da queste ipotesi le quali implicherebbero la probabilità d’ una nuova conflagrazione interna dei Balcani che tutti deprechiamo, è dato di sperare un riassetto più equo e quindi più atto a garantire un duraturo sviluppo della civiltà in quei paesi, dalle esigenze dei loro nuovi rapporti di fronte all’impero che li grava dall’alto. 11 resultato della doppia vittoria teste riportata sarà per gli iugoslavi da una parte e per la Rumania dall’altra quello di una più energica politica a favore dei connazionali