279 UDXX1X, MAGGIO. 280 et clic ce laseri« la vii», cosi ha terminalo far la baiaria, cl dare la bataglia no la qual di necessità sarà che li manchi di molta gente. Accada de l’impresa ciò che à voglia. Del ditto, di 25. ditto. Di Barletta novamente si hanno lettere che le cose proceder» assai prospere per francesi, intendendosi che escono fora a loro piacere et ritornano dentro con avanlagio, restando superiori nelle sca-ramuze che fanno con li cesarei. Del ditto, di 27 ditto. Iloggi s’é posto in camino monsignor reverendissimo fratello di vostra excellentia per venir in Lombardia, et farà la via di Pexaro. Per lettere di Napoli de 21 di questo si ha : come por ordine del signor marchese del Guasto erano stati posti 16 canoni sopra dui cavalieri fatti per battere Mono-p>li, con li quali iulendeva far la baltaria, età li 24 apresentare la bataglia, havendo deliberalo venir a P ultima prova per haver quella terra, però credesi che bora se sia chiaro di quanto hahbia ad esser di quella impresa, et affermasi che fatto che sia questo, riuscendo il disegno, lo esercito passarà di qua, secondo che già tante volle è stalo-ditlo. 131* La galia che havea condullo el signor Sinibaldo dal l'iesco in Spagna è ritornata a Genoa ; et de Barzellona i hanno lettere come la venula de l’imperatore serà differita sino a li 4 di Maggio, et che le Corte di Aragonn, che ha ve va no a far lì in Barze-lona, non sariano fino a li 14 del dillo, il che fa far conieelura ciie la passala di Sua Maestà in Italia non babbi ad esser così presto come si pensava. Monsignor di Verona hieri mulina partì di qui per Verona, con animo di non ritornare in Homa de questi giorni et forse anni. 182 Sumnrio de nvisi scriti per mesier Gionn Batista Malatesta, orator del illustrissimo signor marchese di Mantoa, de Saragosa, a li 22 Marzo 1529. Che lui era stato 15 dì inietto amatalo, in el quale tempo non havea potuto solicilar la expedi-tiou sua, come per altre havea anche scripto, el che da poi che s’era rehauto, solicilando il suo spaza-menlo, era stalo differito et condullo fin lì; che li era ben stato promesso di expedirlo presto, ma so disperava, perchè dubitava non li fosse negalo il ritornare per terra, come è stato regalo a l'ambasciatore del signor duca di Ferrara et ad altri, et che P era per far ogni opera possibile per venire per lerra, maxime per poter venire ad expedire le cose nostre in Franza. Che lo imperatore era di deliheralion contraria a la opinione el parere de ogniuno, zoò di venir in Italia, et che pareva pur che fossero di le dificultà assai, maxime di danari. Che Sua Maestà mostra esser molto desiderosa di pace con li potentati de Italia, dicendo che so con-lenteria del suo regno di Napoli; ni essa con Franza non vi ha una disposilion al mondo. Che’l principe di Orangie ha in mano la pratica con signori veneliani con molla auctorità di concluder. Che là se diceva che essi signori venitiani hanno chiarito che non vogliono pace se non universale. Che P havea qualche sentimento che’l canzelier verìa in Italia, per inlromelerse in la medesima pra- . tica di acordo con signori veneliani. Che lo imperatore il martedì manzi era giolito lì in Saragosa, el si era posto in uno monaslerio di frati, dove staria fin alla seconda festa di Pasqua. Che a di sei di Aprile se meleria in via per Bar-zelona. Che’l se caricava alora una quantità di tormento per mandarlo al signor Antonio da Leyva per bisogno del vivere di soldati di Milano, et per cavarne dinari, el che anche era falla gran monitiono di fermenti el biave da cavalli in Andalusia, et cominzia-vano a caricare per condur a Barzeiona et Cartha-gena, dove se havea da condur tutta l’armala. Che in Carthagenia erano stale principiate 24 galle, già molti mexi, el 12 corpi di esse erano finite, doi di le quale liavia hauti il signor de Monaco, el egli se li havea forniti di homeni, cl di le altre cose necessarie, le altre erano state promesse a diversi ig-> capitane!, ma non erano ancora expedite. Che lo imperatore havea molle carachie bone et ben fornite, ma che tulto il fondamento slava in Andrea Doria sopra Io cose del mare. Clic erano andati li doi ambasadori del duca di Savoia, el da poi vi erano andati doi gentilomeni di madama Margarita, tulli per tratare pace, ma so «faticavano indarno, exeeplo se il re Christianissimo non volesse servare la capitulatione fatta in Madrid. Che se diceva che lo imperatore conduria seco 10 milia fanti el 100 homeni d'arme gentilhonicni, \