499 MDXXIX, GIUGNO. 500 Genoa si aspeta a la fine di questo mexe ogni modo lo imperatore. Le fantarie del papa, sono in Placenta, doveano partirse et andar in Castel Santo Joane, et questo per zelosia hanno che quello loco non gli sia impedito per francesi, per esser sopra el Po, per esser in loco sicuro et forte, a l’impeto de le gente si fanno de li per Cesare. Et cerio saria loco da rimoverge ogni suo disegno, et io, quando fui mandalo questa invernala sopra el Po per velare e! passare a li yspani che volevano passare per venir a Milano, subito gionlo fui, la primi provisione che io feci de subito, feci fornire quello loco, de sorte che mai ardirono, tanto io steli ad quella impresa, passare, nè manco seriano passali se io gli fusse stalo interlenendo quello loco come bene voleva el clarissimo proveditore ; ma mancò dal signor duca de Milano che non volse, et mi fece ripassare Ada et ritornare in Geradada, et subito parlilo, non stete 10 giorni che passorono et andorono a Milano. Di quanto prciuditio sia slato tale sua passala et andata a Milano vui el vedete. Questo è uno loco situato che so po largo di belle imprese, et che sia il vero, questi ecclesiastici lo forniscono. 332 Fu poi intralo in la maleria di expedir Hercules Poeta bolognese, era contestabile de fanti ... in Verona, el relenuto, intervenendo certa cuslion el suspeclo Ira Nogaruola et quelli Di la Torre, llor fu preso che ’I ditto fusse assolto, ma non stesse più con la compagnia in Verona. Item, Leonardo da Nogaruola citadin veronese, absente, preso il procieder, fu preso che’l vegni a slar a confin in questa terra per anni 4, aliter sia bandito di terre el lochi. Item.............. Fo parlato zerca il patriarca noslro, domino Hironimo Querini, perché alcuni piovaui veneno in Collegio, capo domino Zuan Ballista Egnalio prior di 1’ Hospedaleto, questa malina a dolersi che, conira il mandalo del Dominio, esso patriarca havia fatto uno mouitorio conira quelli si sono venuti a doler al dominio, termine a dì 19 de questo a comparer da lui sub pena excomuni-cationis eie. Et leto il mandato, il Conscio l’ave a mal; et fu termina mandar per il patriarca da malina in Collegio, et farli una gran admonilione per il Serenissimo, dicendoli dovesse revocar el mandato. Di campo fo lettere, da Marignan, di sier Polo Nani proveditor zeneral. Zerca danari si mandi, eie. Noto. Fo lettere, questa matina, del capi-tanio zeneral nostro. Come il signor Galeazo Visconte li havia dillo che lo accordo tra Pranza et P imperador era concluso. Po manda questa sera in campo, aziò le zente non si parleno, ducati 10 milia. È da saper, che al presente in li fontegi de 335* San Marco et di Rialto non è farina de fonnenlo, exerpto certa marza di Calzerai) Zopello ; ma è sta messo percolilo de la Signoria, aziò li fontegi non stiano vuodi, farina de fava qual è sia posta a lire . . . . el staro, et pochissima se vende, il forzo vanno da pistori Et in questi di, hessendo il fonlego de San Marco serado, fo scrillo su la porla : « Caxa d’afilar ». El questo è successo per il slargar, è sta fallo, di dar tratta di fermenti di fuora. È molto incolpado sier Marco Minio, è sora le biave. Tamon è slà dà tanti doni, et venuti assà fermenti in questa terra, olirà li naufragadi, conduli con bolele false, et nulla provision é slà falla. Un ben è, che manca 8 zorni che sarà farina di fermento nuovo in fontego; tuttavia si (aia le biave et sarà bonissimo recollo. A dì 18, la matina. Fo lettere di Fiorenza, di sier Carlo Capello orator, di 13. Come quelli Signori, havendo concluso di tuor li 1500 lancinech, quali hanno contenta servir la liga, et li danno danari per il re el per loro, et per la Signoria nostra Zuan Dolfin rasonalo li darà, qual è a Pexaro, quelli signori voriano reslaseno in Toscana per le coSe di Perosa, el non mandarli in Puia. Et sopra questo scrive......Item, zerca la venula di l’imperador in Italia ha inleso é sla parlalo fra quelli Signori de mandarli do oratori conira, diceudo la Signoria ha mandato fino a Barzellona eie. Item, par ditti Fiorentini habbino ducali 400 milia contadi. Da Cividal di Friul, di sier Gregorio Pi-aamano provedilor, vidi lettere, di 13. Come hozi doveano partir le zente, preparate sollo il ca-pitanio Nicolò da la Torre, per andar in Lubiana contra turchi. Scrive haver mandalo exploratori, nel ritorno di quali intenderà il tulto et aviserà. Vene in Collegio il reverendissimo patriarca 3^ nostro, per il qual fo mandalo a chiamar, et di-Ioli per il Serenissimo del mandalo l’ba fato contrario a quello di la Signoria, che al lutto debbi revocar; con parole molto alte. Et lui volendosi scusar, il Serenissimo disse : t Non volemo aldir-