327 UDXX1X, MAGGIO. 328 mostratone conira li italiani, con grandissima fatica, come vi ho dello, gli remediai. Stamane, a causa che un’allra volta habbiano questa buona credenza in me, voglio far passar per le piche alcuni fanti italiani, che per altro conto meritano mille morte, et farò che si divulgherà che questa justilia non è falla per altra causa se non per la cuslione de beri, el a questo modo ogniun rimarà sodisfuto. Del campo ditto, di 11, del suo canzelicr. Dopoi pranso sono ritornali sei cavalli de li nostri, quali hier sera si mandò a correre a Milano, el nel ritorno suo hanno menati forse 30 cavalli de nemici, fra li quali ci sono un par de muli del conte 13* Ludovico Belzoioso et A homini armali, che tutti hanno pigliati nel giardino di Milano, et hanno ha-vuti nel retirar loro forsi 20 archibusieri che li seguitavano per levargli il bulino. Vi prometto i fanno miracoli questi soldati, et ogni bora sono su le porte di Milano, di modo che hormai non si vede persona de nemici, lanto sono spauriti. Al signor nostro, da poi mangiato, è venuta una alteratane di febre, di modo che si è un po’collegato, nondimeno penso non sarà altro. Dimane si aspella qui in campo lo illustrissimo signor duca di Urbino, el già si è lì preparato Io suo alogiamento, pur non si acerta la venuta sua. Ileri arivorono qui con noi 1500 fanti del duca de Milano. Penso, zonto sia il signor duca, si farà qualche cosa, ne si starà come stiamo. Lettera del conte di Caiaza, dal campo a Vagolo a dì 12 dito. riessendomi data nolilia che la scorta de nemici slamane deve sortir de Milano et andar a uno certo loco ivi vicino, questa nolle io mandai una parte dei miei cavalli, con il capilanio Pozzo mio locole-nenle, a causa che l’andasse a ricognoscerla, di modo che arrivando egli dove gli ordinai, non la ritrovò, ma vedendo che la cosa non era andata come si pensava, subito parlile el andò a un luogo dillo Sarono dove era gran quantità di vitualie de nemici. Per il che esso con lutti quelli cavalli et alcuni archibusieri, che erano seco, smonlorno a piedi, et per forza entrorno deniro combatcndo con molta gente de nemici et del paese che erano in f ivor loro, et pigliorno assai persone per pregione; ma sapendo che la intentione mia è che non si molestino quelli del paese, ancor che siano tributari de imperiali, che però sono contra sua voglia, immantinente li liberorno, ancor che haveano legiptima causa di fargli far taglia, ha vendo loro falla grandissima difesa. Olirà di questo, havendo ¡1 prefalo capilanio nuova che la scoria de’nemici era poco lontana de lì, quale veniva per levar quella vituaria, et era .... 1 .. bande de fanti et una del cavallo, senza dimora alcuna esso gli andò incontra, et tantosto che s’hebbe ritrovata cominciò a scaramu-zar con lei, mutando sempre li sui cavalli a uscire, li quali continuamente stero in bella bataglia, sempre serali insieme, dubitando di qualche nostra imboscala. Ultimamente li nostri pigliorono circa 9 o 10 fanti spagnoli, el un cavai leggiero, el vedendo non poler far altro se ne sono ritornati. Porete questo referir al Serenissimo, et dirli che se questi homewi da bene sono stali in guarnigione in bresciana, che certamente bora fanno tal opre che dimostrano haverle meritale, che vi prometto che questa è stata una bella fazione. Lo illustrissimo signor duca di Urbino, per sue lettere, ha dato aviso al clarissimo provedilor che dimane deve partir da Gedi, et venir a questo exercilo, la venuta del quale io aspetto con summo desiderio. Del ditto, date et haute a dì 13 ditto. Hier sera, avanti che cenasse, mi vene nova che forsi da 100 sguizari tutti insieme andavano a la volta de Adda, dimandando se gli era passo alcuno da passar oltra il ponte. Un genlilhomo del paese molto mio amico intendendo questo, subito mel vene a dire, et io incontinente non manchai di andar a la volta de loro, mandando in più luogi de miei gentilhomeni, perciochè non vi era certeza dove dovessero passare. Ultimamente, havendoli un gran pezo cercati, io li ritrovai che passavano l’aqua a guazzo per mezo Rivolta. 11 che vedendo, me li fezi avanti et di modo operai et con mina-rie el con buone parole che ne rilornorono forse 70, quali fezi condur fin qui presso il campo non volendoli far mirare per hora, dubilando di non melere in romore le genie. Stamani io li farò venir, et farò far li circuii secundo il costume loro, facendoli prima jurare,et dimandando ragione a causa che haverà fallilo sia punito; nondimeno non man-charò di far opera buona et aquielar il tulio. Voi ne potrete ragionar col Serenissimo, acadendovi, in proposito eie.