397 MDXX1X, MAGGIO. 398 essa parte specificala, sichè lanlo più presto labbia no la satisfaction. Polo Nani proveditor generai, di 27. Nulla ila conto. Francesi esser passa Tcxin, et alozali a ... . Item, si scusa li è sia scritto il numero de li fanti non esser in campo, et manda liste dove i sono. Itcm, le zente d’arme, erano a Bagnol sul brexan, sono levale et .... . in campo. Item, dimanda danari. Atende a far guastatori eie. Veneno alcune, fameie di primi citadini di Verona, per una inimicilia è tra loro, videlicct . . De parte • 15 Die dicto. Ser Franciscus Contarono, Capserius Collegii. Voi la parte di sier Hironimo Loredan, sier Filippo Corner cao di XL et li Savi, con questa con-dition : che siano chiamadi a la presentía del Serenissimo principe tutti li prelati et altri ecclesiastici, over sui commessi, sì di questa città et dogado come ili tutte altre terre et lochi nostri sì da terra come da mar, con quella accomodata forma di parole, che sapientissime parerà a Sua Serenità, ia-toli intender la spexa excessiva ne la qual se atrova la Signoria nostra, non meno per beneficio di le cose sue di quello è del Slado nostro, esortandoli che sue signorie siano contente prestar voluntariamente a la Signoria nostra quella più stimma di danari, che cadaun loro potrà, sopra il presente imprestedo con tulli modi et condilion che prestano li altri nobeli et citadini nostri, che sarà etiam con gran beneficio el ulile loro ; con questa expressa decla-ràtion, in ogni caso che la Signoria dimandasse per lo advenir subsidio overo imponesse altra graveza al prefalo clero, siano excompulati et fati boni a cadauno dì essi ecclesiatici tanti danari quanti barano exborsati sul prefato presente imprestedo; et in ogni laxa, etiam che si facesse per lo advenir, habia sempre quel rispetto a quelli che così proin-ptamente et con bon animo haranno servilo a questi urgentissimi bisogni el Slado nostro, che merilarà la pronleza el bona disposilion haverano dimostralo verso la Signoria uostra. De parie 8 De non 52 lterum 52 A dì 30, domenega. La terra di peste niun ; di altro mal 9. Fo mandato, per il Collegio, Ire Savi a terra ferma, sier Marco Antonio Venier il dotor, sier Zuan Contaritti et sier Filippo Capello, a San Zorzi Mazor a parlar al signor Theodoro Triulzi zerca ìe ìellere venule di Franza. Di campo, da Marignan, ¡o lettere di sier Da poi disnar, fo Gran Conscio. Vene il Serenissimo. Fato 9 voxe, et tulle passono. Da poi Consei », il Collegio si reduse con la Signoria, et ballotono 4 daci, Ira li qual uno de la messelaria, che fino dal 15*27 fo incanta per do anni, 61 manca a compir 8 mexi. Et fo gran negli-genlia di governadori passati a noi far ballotar ; il qual datio pende ; pur cazele 5 di piezi. Noto. Si inlese la tempesta di beri haver fatto 259* danno, et lempeslà su quel di Campo San Piero. Item, di qua da Slrà a Fiesso et Paluello vene uno syon levò caxoni, minò coperti et camini di caxe el albori. A dì ultimo Mago. Heri, la terra, di pesle 6, zoè do lochi nuovi et 4 vechii ; et 7 di altro mal. Vene P oralor del duca di Milan, solicilando li ducali 5000 fo promessi prestar al suo duca ; et comunicoe alcuni avisi. Di campo, da Marignan, fo lettere, di 28, hore . , del proveditor Nani. Come hes-sendo, per aviso, ussilo di Milan (JOO archibusieri con alcuni cavalli per andar verso monsignor de San Polo, il conte di Caiazo andò a l’incontro, per veder di fafli danno. Scrive che, hanno di Milan, Antonio da Leva si voi lenir, el tamen è carestia ; el manda li preci vai il pan et vino, ut in litteris. Item, manda uno conto di fantarie, el par sia so-lum 8000. Di Bergamo, di sier Zuan Antonio da cha Taiapiera vice podestà, et sier Justo Onoro capitanio, de ...., vidi lettere. Come dal campo era stà mandà su quel territorio alcuni cavalli lizieri el fanti, aziò quelli di Trezo li lassino far le arcolte. Unde domino Balista Marlinengo gover-nador li ha posti in certe ville a l’incontro di Tre* zo. Poi Adda è grossa et non si poi guazar ; et han terminato, bora il governador, hora il capitanio, bora esso podestà, andar fuora per il lerritorio verso Trezo a far la scoria a taiar li tormenti. Et scrive ha cavalcalo per il territorio, esso podestà, el visto