61 MDXXlX, MARZO. 62 zonse nel porto di Ravenna, di dove lieri partito vene a Zervia, dove per non haver vento, li convene restar tutto heri; et questa notte passata, a hore 5, se partite de là con bon vento, et a forza di remi a zerea hore 16 gionse qui in Pesaro. Et al porto li vene conira il fiol de lo illustrissimo signor duca et lo accompagnoe al uno palazo dove era stà preparato per sua habilalion et il disnar. Et crede si haverà le spexe per questi pochi giorni. Dapoi disnar andoe a ritrovar esso illustrissimo signor duca al suo palazo, qual è infermo di gole et li expose la sua commissione, et stele insieme per spazio di hore do, qual li fece grandissime accogliente. 39* A dì 15, la matina. Ileri da peste uno a Sanla Maria Formosa, loco novo, et 15 di altro mal. Vene in Collegio l’orator del duca di Milan, so-licilando li danari è stà promessi di servir el suo duca questo mexe, zoè il secondo. Vene 1’ orator del duca de Urbin capitanio ze-neral nostro, con lettere del suo signor duca a lui scritte, in consonanlia di quello scrisse heri il Tie-polo orator nostro. Da poi disnar fo Pregadi. Et letto le lettere soprascritte, et una lettera da Toledo, dì 10 Fe-vrer, scritta per uno Zuan Battista Grimaldo zcnoese, a domino Ansaldo Grimaldo, hauta per via del marchese di Mantoa. La copia sarà qui avanti. Fu posto, per li Savi, una lettera a li rectori di Bergamo, che vogliano continuar a fortificar quella città, come fu principialo, et deputi diquele vullade et altri lochi guastadori 120 al zorno, ai qual daremo soldi 10 al zorno per uno, et li danari li invia-remo. Ave : 170, 13, 0. , Di Roma, vene lettere di V orator nostro, di 10 et 12. Il corier vene in pressa, nè portò altre lettere che quelle a la Signoria et a li Cai di X, qual però fo Ielle in Pregadi. Come havia inteso, per via certa, come Zuan di Saxadello havia scritto al papa, se’l voi, li basta l’animo de entrar in Ravena, per esser quella mal custodita, et non esser 60 fanti, per il chè esso orator spaza lettere al proveditor di Ravena habbi bona custodia. Item, scrive il papa esser leva del letto, ma ancora non negolia ; et esser lettere di Spagna, di .... , zerca la venuta de l’Irnperador in Italia, tamen l’orator cesareo dice haver lettere de l’Imperador, che li scrive non si creda a quel si dice. Etiam domino Jacomo Sal-viati dice è lettere di Spagna, che non acertano la venula di Cesare in Italia, tamen la fama per Roma è che ’1 vegni. 'Scrive esser morto in Spagna domino Baldissera da Castion nonlio pontificio, homo lilterato, qual havia hauto il vescoado di Davila che li dava inlrada ducati 12 milia, el Cesare concessoli, et 8 zortii dapoi hauto, li vene la spelenlia et morite. Scrive il reverendo episcopo di Verona, olim datario, voleva tornar al suo vescoado, ma il papa non li voi dar licentia, imo, scrive, haver operato il confessor del papa perhaverla; ma hessendo venula la nova di la morie del Castion, si dice il papa voi mandar a Cesare in Spagna, in suo loco, uno di Ire : o questo olim datario, o l’arziepiscopo di Ca-pua, o il suo maislro di caxa visentin episcopo , . Fu poi inlrato in la maleria per expedir la com-mission a sier Andrea Navaier, va orator in Pranza, qual è za in campo zonto. Et posto, d’accordo, per sier Lunarck) Emo consier et savi del Conscio, ex-cepto sier Alvise Mocenigo el cavalier el sier Zuan Francesco Badoer et sier Zuan Contarini savi a Terraferma, che si lauda l’opinion di la Christianissima Maestà di voler venir in Italia, in caso Cesare vengi, con altre parole. Et sier Alvise Mozenigo el cavalier, voi si laudi il romper su la Spagna, el fazi virilmente et presto, ut in litteris. Et sier Zuan Dollin et sier Marco Antonio Corsavi a Terraferma, voi la commission, con questo si scrivi una lettera al Juslinian orator in Franza, in risposta di soe, et laudar la Christianissima maestà di quello 1’ ha ditto, che venendo Cesare in Italia, etiam Soa Maestà voi venir etiam lei. Et a queslo se li dixe molte raxon, persuadendo il re a venir in Italia, et che nui non mancheremo eie. Et sopra questo vogli usar ogni diligentia, et con madama la regente, et con il Gran maislro et altri del Conseio regio. Et primo parloe sier Lunardo Emo, per Popi* nion soa, et li rispose sier Alvise Mocenigo el cavalier, qual non voi vegni, et poi parlò sier Zuan Do!* fin savio a Terraferma, et ultimo sier Marco Minio savio del Conseio. Andò le parte : 19 del Mozenigo, 91 di PEmo et altri, 93 di do Savi a terraferma.. Dapoi ballotà le do : 84 di Savi el Consier, 124 di do Savi, et questa fu presa. Et veneno zoso a hore 3 Vj di notte. Da Ravena, di sier Alvise Barbaro procu• rator, di 13............ Di sier Nicolò Tiepolo el dottor, orator al