133 MDXXXt, APRILE. 134 et Campi alozati, et aspetano il ritorno del principe di Ora ligi e et altri capitane! andati a Napoii. Hanno dato fama voler venir avanti di qua del Tronto, et mandato mandali in la Marca se li prepari vituarie, et altre particolarità, ut in litteris. Scrive del ca- • pitanio zeneral quelo el voi, et dimanda lieentia di poter repalriar. 89* A dì IO, la matina. Non fo lettera alcuna da conto. Da Liesna, di sier Marco Manolesso conte et proveditor, di 23 Sfarzo. Come..... Fo in Collegio l’oralor di Franza, et quel Zuan Joacliin etiam orator, et steleno con li Cai di X, credo zerca il duca di Milan. La terra, heri, di peste niuno, et di altro mal 16. In le do Quarantie, per il caso di Loredani, fo letto 50 carte di processo. Si andari driedo lezando. Fu fatto lezer in Collegio una parte di Cai di XL di far tre savi di Zonta al Collegio, con certe clausole, la qual voleno metter in Pregadi, et poi in Gran Conseio. Da poi disnar, fo Pregadi, et redulo da poi el parenti fatto a San Trovaxo di la fia di sier Polo Nani, è proveditor zeneral in campo, in sier Andrea Grimani di sier Francesco. Da Constanìinopoli, di 13 Fevrer, del Zen. Come l’Archiduca, per quanto II ha ditto Imbraim bassa, porgeva gran partidi al Signor per far trieve insieme, ma il Signor voleva includer venetiani, etiam che li fioli del re di Franza fosseno restituiti. Et scrive che de l’impresa de Hongaria è varie opinion, .... bassa non voria, et Imbraim sì, el Signor stava suspeso, tamen si feva provisione de victuarie verso Hongaria, sicome per lettere di domino Alvise Griti se intenderà eie. Poi scrive zerca cose di mercadantia el di Alexandria etc. 90 Di V orator di Franza è a Fiorenza, nominato Dondio, de 29 Marzo 1529, a Vorator del re preditto Christianissimo in Venetia : Copia de articoli de una lettera del signor Pietro Santa Croce al signor oratore del Christianissimo in Fiorenza, date in Spoleti a dì 22 Marzo 1529. Circa le cose de qui, è che ’1 tutto el resto del campo de li imperiali s’ è retiralo al Tronto apresso d’Ascoli, la miglior parte, dove li villani non voglino che entrino, et hanno messo molti fanti, et dentro hanno messo molti fanti a defension loro. Altri non ce resta se non quelli che stanno in Puglia, et lutto il resto sta apresso. Havemo, da più canti, come portando li imperiali la casa di San Bernardino et molte altre croce et calici, in lo Piano de cinque miglia vene una lem* pesta et amazò 44 muli et più di 1000 homeni, et quello mulo che portava il calice et croce è restalo in piè, et non è stato nessuno che havesse potuto toccar niente, se non quelli do la Rocca scura che veneno li preti et pigliono ogni cosa, et sta li. Sottoscritta : Servitor Pietro Santa Croce. Lettera del ditto Dondio orator del re Christianissimo, da Fiorenza, di 4 de Aprii 1529. È aviso il papa è caduto amalalo. Laba Filippo, è in Ancona, de Marzo, scrive : cinque bandiere italiane è levate del paese de 1’ Apruzo, preso el camin di la Puia. Sono qui molti mercadanti che hanno lettere di ultimo del passato ; avisano el signor Renzo in una ussita ha rollo et preso il marchese dal Guasto. Questo si verifica per lettere, ma non la presa del. marchese. Qui uno mercadante, vien da Milan, dice, Antonio da Leva ha solo 1500 fanti, et in Milan non è altro viver se non quello che vien di zorno in zorno dal lago di Como ; se si podesse riconzar missier Zuan Boromeo et Zuan Jacomo de Medici, sarave Milan da sé medesimo afamato. Et conta molli strami portamenti et impo-sition di Antonio da Leva, che ’1 fa odiar fino al cielo, tultavolla l’è perso la mila di lui medemo, et cussi fato come l’è, el se fa strassinar su una carola per la terra de Milan, et tien sotto un tal populo dentro. Da Roma, di domino Alexandro Ricorda, di 90* 2 Aprii 1529, a sier Zaccaria Lippomano. Il mastro di casa del papa dicono andari nun- lio in Spagna. Damatina parte il castellano di Ostia, in nome del papa, et è uno Bonvignato da Perosa antico servitore de Sua Santità. A Civilavechia è uno Nicolò Fabri homo del barone Sciciliano ; vi so dire che sono de provisione de castellani, che possono stare a martello. Quel don Alonso già castel-