— 150 — licenza di un qualunque istituto medio esistente in Albania (scuola tecnica italiana di Scutari, ginnasio austriaco dei gesuiti nella stessa città, scuola normale albanese di Elbas-san e scuola media pure albanese di Argirocastro, ginnasio greco di Durazzo, ginnasio greco, ginnasio rumeno e collegio metodista americano di Monastir, liceo turco di Salonnicco ecc.), salvo a determinare per regolamento il programma di un esame d’integrazione da darsi alla fine del primo corso seguito in qualità di uditore. A partire dal prossimo anno scolastico si vedrà irraggiarsi in tutta 1’ Europa un’ intensa emigrazione di studenti albanesi, favorita dallo stato che si vorrà preparare così i futuri ingegneri, i medici, i farmacisti, i veterinarii, i ragionieri, i funzionarii dell’ amministrazione civile, gl’ insegnanti d’ogni grado, tutto, perchè tutti gli organi di una vita europea mancavano alla caduta dell’impero Ottomano in Balca-nia. Ebbene, formare professionalmente questi giovani, vuol dire informare allo spirito della nazione che li ospita, la futura classe dirigente del paese, purché ciò sia fatto con tatto, con lealtà e con sincera simpatia. Se lo sa l’Austria la quale cerca di accaparrarsi tutte le primizie di quest’emigrazione intellettuale e non contenta di educarli in un collegio clericale a sue spese, ha perfino pagato il lusso della villeggiatura, in una splendida villa presso Klagenfurth, a parecchie centinaja di giovanetti albanesi, cosa che ha sollevato le proteste meravigliate della stampa socialista austro-ungarica. Noi potremmo fare di più e di meglio offrendo disinteressatamente ospitalità nelle Università nostre (come già abbiamo fatto nel Collegio Internazionale di Torino, nelle scuole militari e nei corsi di allievi-ufficiali) a degli studenti albanesi, senza tali ridicole pretese d’accaparramento. Sarebbe però impossibile per l’Italia lavorare a favore