159 MDXXIX, APRILE. ICO notte di adoperarse, che tulli sono borimi slra-chi : ma non si mancherà fin si babbi fiato nel corpo per beneficio di le cose di la Signoria nostra. Questi tristi foraussili bavevano le case sue su le muraglie, da la banda che se dice le Pigliale, cum haver grolle el scale che miravano ne li fossi, per li quali havevano promesso inlrodur li hispani in questa città. Et questo è stalo il primo fondamento de indur il marchese del Guasto a questa impresa, perchè li foraussili sapevano le opinion del signor Camillo era di abandonar questo loco, et mai tenero venissero li pressidi che sono venuti. Et cum le sue cave et trinzee, zà 13 zorni comenzate, ne hanno fallo poco danno, ma imi grandissimo a loro, sichè sono mollo astallali et li nostri soldati molto inanimali. Sichè certo haveremo vittoria a questa impresa, ancor che abbiamo mancamento di polvere ; per il che ho expe-dito uno mio a Zara al proveditor Pexaro di Tarmala, che intendo essere li, che ne voglia dare quella più polvere che hanno, sì di le terre come di le galie, perché la provision di Venezia saria troppo longa, et scrittoli pregandolo subito che’l vegni de qui con tutte le galie che’l si atlrova, perchè, con queste 6 galie che sono col proveditor Contarmi et quelle che lui condurà, si potrà cum il signor Renzo metter una banda di gente grossa sopra ditte galie et venir de qui, o andar in qualche loco di questi contorni per divertir li inimici. Et facendo retirar questi nemici, si poi reputar che siano mezi rotti, et veder qualche importali- 109 tissima revolution per la mala contenteza che ha tutto questo Regno di questi hispani; et conservando questa terra, dipende la conservatimi de tutte le altre, zoè Trani et Barleta, perchè; expugnali questi loci, questo exercilo hispano veuiria di longo in Lombardia. In questa notte, inimici non hanno fatto mollo lavor di le sue trinzee et bastioni per mezo San Roco, dove che attendono a far la baltaria. Nui cum le arlellarie tutta questa notte li habbiamo disturbali a lavorar, aziò che ne diano tempo più che se poi in repararsi de dentro, avanti che loro conienzano la sua battaria. Hozi, per via de Puli-gnano, sono scampati quattro del campo inimico, i quali ne hanno riportato che li inimici non stanno di bona voglia; cum dir che erano venuti a speranza principalmente di le grotte che li foraussili havevano in le sue caxe, con dir che non pensavano che venissero ti pressidi che sono venuti in questo loco. Et dicono che de 18 page che do- vevano haver li ispani, l’hanno conzalo in 9 page, et cinque li hanno dato de praesenti, et a li ta-liani non hanno dalo cosa alcuna; perilchè tutti sono malcontenti, el ogni poco di favor che havessemo, si potria far qualche bella cosa. 11 nostro Signor Dio ne governerà per zornala secondo le occasione. Lettera del ditto, di 29 ilareo. Per li mali tempi non si ha potuto expedir le lettere, che bisogna far fasso di una lettera sopra l’altra, perchè non è stafete di mandarle, ma bisogna slar a discrelion di tempi, et voria la Signoria ogni zorno havesse nove de lui. F.1 clarissimo proveditor Coniarmi a di 22 se partì, come scrisse, in diligentia cum le galie Salamona et Mosla, per andar per monition a Trani, etiam a Barleta dal signor Renzo per haver 300 fanti di quelli sono de lì. Ancora che io mi alrovava da zerca 1000 fanti de li nostri, et da zerca 450 di quelle 4 compagnie che ditto signor Renzo mi ha mandato da Barletta, et benché eramo sufficienti a la defension di questa terra, pur ho voluto rinforzarmi et assecurar meglio questa terra, la qual è di grandissima ira* portanlia. Et defendendo questa terra, come faremo, tolemo la speranza a li inimici de le altre et faremo perder la repulazion a li inimici. Et il marchese teniva in tre over quattro giorni haver questa terra, per li partidi posti per li-foraussili a lui et al principe di Auranges, per venir poi con lo exercilo, aule queste terre, a coadiuvar Milano, et chi jqq* diceva andar avanti a la impresa di Fiorenza. Inimici fanno grandissime demonstratione in lavorar le trinzee, cum haverne trailo assaissimi colpi de arlellaria grossa, et maxime al campaniel, per esser uno pezo sopra, el qual li ha fallo mollo danno. Et hanno trailo assaissimi mortari, ma per la gratta de Dio nò l’arlellaria nè mortari ne hanno fallo danno alcuno, et tutti stemo di bollissimo animo. Et ogni zorno facemo saltar qualche valente uomo fuora, cum scaramuzar cum li inimici, et sempre li * nostri hanno vinto et morlo de li sui, salvo che beri è sia morto uno de li nostri et dui feriti. Questo è quanto danno finora habbiamo hauto da essi inimici, che lutti hanno preso tanto core,' che non stimano el campo inimico. A li 27, che fu il sabato santo, cum fortuna grandissima el vene sopra questo locolagalìasoraeo-mito sier .... {Piero) Pixani, su la qual era dà zerca 130 fanti, et sorze circa un miglio et mezo lontana