— 90 — Così a Giannina ed a Scutari l’ufficialità turca non trovò tutto quell’appoggio da parte della popolazione dal quale aveva diritto di sperare. Essad pascia di Giannina, subito dopo la resa cui forse non fu estraneo l’oro dell’Anglo — Bank e dell’Union — Bank, deplorava col pubblicista Magrini la diserzione di una parte dei contingenti albanesi avanti il principio dell’assedio. Così, dentro Scutari, la cittadinanza cristiana non intese forse appieno il significato della resistenza di Hassan Riza bej, un turco a cui l’Albania libera dovrà un giorno elevare un monumento ; così, lui pento a tradimento, il ceto mercantile musulmano speculò vergognosamente sul pane necessario a Essad pascià per continuare la resistenza. Soli anche in quest’ora gli indomiti Malissori riscattavano con un fiero gesto lo smarrimento dei loro fratelli e la dedizione di Sokol Batzi, il vecchio loro capo esule nel Montenegro e più che mai legato agli intenti di questo. Ricordavano l’insurrezione del 1911 e la resa di Podgoritza; respiravano, inseguito ai fatti dell’estate 191 2, una passione più larga. Non potevano quindi adattarsi a scambiare un’autonomia virtualmente ottenuta, ed ottenuta per tutti, colle vaghe promesse di chi aveva fatto alle loro spalle le manovre generali contro la Turchia e li aveva poi abbandonati indegnamente. Unici consapevoli, nell’oscuro istinto della stirpe, dei profondi contrasti storici persistenti fra la loro razza e la serba, quei montanari di Scutari che il Montenegro diceva ansiosi di passare sotto il suo scettro, non ne mostravano m realtà il minimo desiderio, ben sapendo di non avere a ritrarne il più piccolo vantaggio. 11 Montenegro li aveva infatti giocati solennemente l’anno avanti, giocando in pari tempo l’Europa colla sua neutralità da burla, coi suoi piati