459 mdxxix, cose de Perugia. L'abate di Farfa e in Brazano, et dubitando questi Colonesi che non sturbasse gli recolli, el azió si possino fare quietamente, hanno mandato di Crema (Roma) in questi contorni alcune compagnie; dicono perchè non siano molestati in essi recolli, nondimeno molli tengono che se habbino ad unire anchor loro con essi de Pitigliano et unitamente andarsene a Perugia. Già dui giorni Nostro Signore hebbe maiore rincrescimento del solito, et per questo un giorno interlassò di bevere l’aqua ; dopoi ha continualo, et da Iteri in qua si ha sentito meglio. Credo che per dui giorni pigiierà ancor essa aqua. 303') 15.29. Die 8 Junii. In Consilio X cum additione. È talmente acressiuta la inobedienlia de li cassieri nostri de li 8 odici, de l’oficio de I’ Arsenal et de ogni altro officio che fa cassa, che non curano justa la disposilion de le leze saldar le loro casse finito che hanno il suo mese. Et perchè in qualche uno de ditti offici se mena grande scrittura, sicliè non è possibile far immediate simel saldi ; L’onderà parte che, salve et reservale tulle altre leze sopra de ciò a questa non repugnante, sia statuito che tulli li cassieri ussiti al presente de li offici, et quelli che de lempo in tempo saranno ne li offici, siano diligati finito che haranno le loro casse, in termine de zorni 8 subsequenli saldar le sue casse a l’oficio di camerlenghi di comun, et al suo successor a la cassa, cum exbursarli quanto li restasse in le mano per il seosso del suo mese, non' si possendo, passati li diti 8 giorni, lassar spalio ne li zornali ad alcuno cassier; et questo solo tutte le pene di furanti. Hessendo tenuti el scrivati over scontro di quel oflìlio, subito passali li 8 del seguente mese, tirar le marelle et non lassar spalio alcun in zornali, et subilo portar due polize conforme, una a li avogadori nostri de Comun et l’altra a li capi de questo Conseio, di quanto restasse a saldar, et che non havesse consigliato al suo successor, el di quinto reslasseno debitori, cadauno, a pena li'cassieri de 25 per 100, de la qual pena sia la metà de li avogadori prefali, el l’altra metà de l’arsenal nostro ; *et siano privi per anni 5 sì de l’oficio i havesseno come de ógni allro oflìlio, re-zimento et Conseio di qfiesla città nostra. Li scrivani veramente che non obscrvarano il presento oiuono. 460 ordine, cadino a pena di ducati 100, et de perpetua privation si de l’oficio i havesseno, come de tulli oficii et benefici de tulle terre et lochi nostri, et siano per anni 10 banditi dì questa città nostra et del distreto. Di la qual pena di ducati 100, la mila sia de lì avogadori nostri de Comun, et l’altra mila di P Arsenal nostro. F,t siano obligali li avogadori nostri di Comun andar ogni mese a reveder le casse de li offici, sì quelle se fanno ogni mese come quele che si fanno per più tempo. Et trovando che di ■ qbelle sia stà dato fuora danari per conto de la Signoria nostra, quelli ge siano fatti boni ; ma se in le dille casse mancasseno danari, li cassieri di 303* quelle, che fusseno sta trovadi in difello, si inlendino esser caduti et cadino in tutte le pene sopradilte, olirà tutte altre pene statuite per le leze nostre, et siino stridati nel Mazor Conseio. Veruni se tra essi avogadori di Comun et essi cassieri vi fusse alcuna diffìcullà, quella sia dedula avanti i capi del Conseio nostro di X, da esser terminata et decisa in questo Conseio. Et ex mine sia coinessa la executione de la presenle parie a li avogadori nostri de comun, i quali senza allro Conseio habbiano ad mandarla in omnibus ad executione ; el siano tenuti mandar li sui rasonali il giorno di 9 del passalo mese ad in-querir et veder quanto è sopradilto. Et sia publi-cata la presenle deliberatimi nostra nel primo Mazor Conseio, et mandala la copia si a I’ oficio de 1’ Arsenal come a tutti altri offici di questa città nostra, cum il mandalo de li capi anteditti che comeleno la executione. El la presenle parte non si possa revocar, suspender o altramente alterar o interpretar, nè si possi etiam far gralia ad alcuno dei contrafacenti, nisi per parte posta in questo Con* seio per 6 Consieri, tre Capi di X, et quutro quinti de le ballote di-questo Conseio. Nos Capita illustrissimi Consilii X, vo-bis etc., praesentibus et futuris dicirnus et or-dinamus che, diligenter et integramente dobbiate observar et exèquir quanto qui superius è sta deliberato ; et che a vui spelli registrare la presenle parte et mandato ne l’oficio vostro, a memoria dei successori, i quali habbino ad excquir il medesimo. Data die 9 Junii 1529. Ser Dominicus Capellus, Ser Bernardus Superanlius, Ser Jacobus Cornelius, D. Capita. (1) La carta 30ii* è bianca. A dì 9. La terra, di peste, lieri, 9, vidclicet do 304