CAPITOLO IV. IL POPOLO IN ARMI Ma quegli agitatori s’ingannavano. La rivoluzione albanese doveva invece scoppiare spontaneamente su più punti, precoce, caotica, impreparata, senza seguire le direttive di costoro spesso affannati a correrle dietro per riprenderla; senza ispirarsi altro che tardivamente e parzialmente ai loro ideali; come le forze naturali incoercibile, ed insanabile con rimedii provvisori. Doveva portare sino alla fine le trac-cie di questa sua origine tumultuaria ed irriflessa con tutto il lor bene ed il lor male. Essa le diede forze d’entusiasmo sufficienti a schiacciare in piccoli scontri forze nemiche preponderanti, a resistere mirabilmente, a dilagare la quarta volta vittoriosa fino ad Uskiib; ma essa pure la rese attonita dinanzi alla stessa entità del suo trionfo, incapace a trarne profitto, incapace a organizzarsi, troppo poco agile a prender posizione utile nel nuovo sconvolgimento della guerra balcanica, pronta subito a scindersi in mille ambizioni e rivalità personali.