443 homo da la sua banda, et che voleva li soi 2000 guastatori, et che voleva le gente del duca de Milano, perchè noi non habiamo de bisogno, che a Belzoioso fo parlato che’l clarissimo proveditor havea pagato 11 mila fanli, et che ne era restato 9000 in esser, el che non haviamo bisogno di quelli del duca di Milano, et che li voleva lui, et che ne havea manco numero, et simile parole. El clarissimo proveditor li rispose che di quello che li era stato impromesso a Belzoioso non se li mancheria, dopo molte altre parole Azio che la signoria vostra sappia el tutto, la excellentia del duca di Urbino nostro et monsignor di San Polo et monsignor Visconte el il signor Jannes, el conte Guido Rimgon se retirorno in una camera soli, et II se sono confessati uno et l’altro de non haver le forze de andar sotto Milano, ogni homo per se a morirne, niente se sono acordati, dapoi che non se po far doi imprese, de meterse insieme zioé loro et noi, et andar a la volta de Milano, et de di in dì si consigliammo di far qualche bono effolto, andarano sotto Milano, et quando vederano che non sia bono efìelto ad impi-gnarse sotto Milano, l’opinion mia è che non ce andarano, perchè seria mattieria andar et non far effetto nisuno, et maxime che a Genoa se prepara bon numero di gente. Io non posso dir altro. De dì in di avisarò vostra signoria; quella se degnerà mostrar la presente al magnifico podestà. 292') A di 7. La ferra, di peste, heri 3, do lochi vechii, uno loco novo, et 12 di altro mal. Vene in Collegio Baldin di Garzoni eleclo Canzelier grando in Candia, vestito di paonazo, con parenti, zentiHioraeni et altri, et rìngratiò la Signoria et il Serenissimo di la eletion fata iu lui. Vene il fratello di l’orator di Mantoa dal Serenissimo, et li portò alcuni avisi ha hauti il suo signor marchese, di Zenoa, zerca la venuti di l’impe-rador in Italia. Et la copia sarà qui avanti posta. Di Verona, di reofori, con avisi di le cose di sopra, et preparation di fanli si fa con fama de venif in Italia. Di sier Jacomo JBoldù capitanti del lago, dato a Lacise, a dì 4. Come da quelle bande di sopra risona prepararsi da fanli 20 ruilia per calar in Italia, subito che se intendi la Maestà Cesarea esser zonta a Zenoa. Et come a le bande di sopra, maxime a Trento si fa ogni zorno procession per il felice navegar di l’imperador in Italia, qual si (1) La carta 291* h bianca. - 444 ' dice esser zà imbarcato per Zenoa. Si dice etiam che il capetanio Slern è stato a Trento et di compagnia di quel capilanio sono andati verso Bolzan, el 11 sonano tamburiini et offeriscono danari a cui ne vuole tuor, per far al numero fin 20 mila fanti, ad instantìa de l’imperador. Et dicono a Trento esser zonti 3 muli con danari per far tal effetto. FJiam che preparano di mandar uno ambassador per andar ad incontrar l’imperador a Zenoa. Et hauto questo aviso, ha scritto in diversi luogi per veder di haver el ditto ambasiador ne le man, trovandolo venir et non habiando salvocondutto. Dapoi disnar fe Pregadi, per l’Avogaria, per il 292* caso di l’abatia di San Ziprian, intervenendo il juspatronatus pretende haver li Gradenigo; a l’incontro li Trevisani, di l’abate è al presente, è uno suo nepote, al qual voi renoneiar con regresso Et questo è il terzo Conscio di quello si tratta in Pregadi; et reduto, fo il Serenissimo. Parlò prima per li Gradenigi sier Alvise Badoer avocato, et li rispose domino Alvise da Noal dolor per li Trivixani. Andò la parie, posta per sier Marchiò Michiel nvogador di Comun in loco di sier Marco Antonio Loredan olim avogador che intromesse. Fo 8 non sincere, 52 di no, 55 di la parie. Et fu presa, et cussi fo fato in favor di Gradenigi. La copia è qui avanti. Di Franza, di sier Sebastian lustinian el cavalier orator, date a di 25 et et 26 Mazo. Coloquii hauti col Gran maislro che madama la lle-zente passeria a Cambrai, con la qual lui andana, per esser a parlamento con madama Margarita, per tratar la paxe universa!, la qual conclusa passeria in Spagna a levar li fioli del re et condurli in Franza, et cussi la sorella di l’imperator, per compir le noze con il re Christianissimo. Dicendo il re nostro mai è perabandonar Italia, el desidera sia mandato li mandali et con ampia comission, etiam haver la in-strution fo dà in Spagna a l’orator Navaier, el tien bisognerà prima tratar trieve che si vengi a la paxe. Pertanto saria bon li oratori etiam haves-seno mandato di questo. Die 26 Aprilis 1529.' 293 N. 11G. Ser Melchior Michael advocator Comu-nis, in execucionis parlis maioris Consilii vigore in-tromissionis qu. Viri Nobilis ser Marci Antonii Lauredano, sier Marco Antonio Conlareuo olim et MDXXlX, GIUGNO.