93 MDXX1X, MARZO. sequaro di terra el tulsi la volta di Maria, qual tenni sino hore 2 di notte, con tutte le porte calcale per el mar mi cavalcava. Le altre galee te-neno chi una volta, chi un’ altra. Io da poi le hore 2 di notte misi a la volta et veni a spelegar sopra Monopoli, et più mi nolgiavano li soldati havea in galea et la persona del signor Camillo Ursino, come quelli non sono asueti sul mar. Ilor la ma-tina mirassimo a Monopoli a hora di terza, et Irovassemo la terra strela di mala man fin solto le mura et bombardavano bestialmente. Hor deposti li fanti, et redutosi lutti quelli capitanei al consulto, el Proveditor di l’armata consigliò se dovesse far intender al signor Renzo, è in Barleta, che bora è il tempo di offender il nemico, per esser tulle le sue forze conzonte qui, et cussi fu deliberato che ’1 proveditor Coniarmi, galla Mosta, 10 et la fusla Marcella se conferisimo a Barleta al ditto signor Renzo, el siamo in viazo. Secondo succederanno le cose, del tutto ve ne darò aviso. Data in galla sopra Bari a dì 18 Marzo 1529 a hore 6 del zorno. Sabastian Salamon. Summario di lettere di sier Zuan Vitturi proveditor zeneral, date a Trani a dì 11 Fe-vrer 1528, o va, seguendo molte altre, ricevute tutte a dì ... . Marzo 1529. Come a di 6 del presente, il signor Renzo a Barleta fece apicar per uno piede il tradilor de Ilironimo da Cremona, el una man in libertà, et siando sialo da 4 hore di giorno lìtio a 4 hore di nolte impicato, el mandò a dir a esso signor Renzo che ’I volesse tramutarli quella morie che 11 faria intender cose che li piacerà zerca questo traltado. Sua signoria el fece despicar et havendolo fallo riposar lutla quella notte, la matina seguente conlìrmò (ulto quello che havea ditto ne li processi, el di più che, quando io andai cum il signor Camillo a visitar il signor Renzo per la sua venuta, che esso Ilironimo et Marco Tulio accompagnorno dillo signor Camillo qui in Trani, per esser stali lutti dui in Manferdonia quando ditto signor Camillo li teniva l’assedio, li quali fuziti di Manferdonia.. il signor Camillo li fece capi di fanti, et al ritorno Marco Tullio disse a esso Hironimo cum darli molli sacramenti che ’1 volesse lenir secreto, (1) La carta 83* è bianca. che’l sia conlento esser con lui in dar Barleta a hispnni, perchè il conte di Borello li havia fatto gran promesse, el per far tal cose lui andaria un giorno a scaramuzar, el se lassarla prendere da li inimici come el fece. El qual de lì alcuni giorni mostrò de esser fuzilo cum uno chiamato Camillo, fratello de l’episcopo di Bovina, et fu preso con lui. Il conle Borello mostrò far gran querela sopra el fuzir di questo, dicendo esser fusili sopra la fede. In questo mezo el signor Renzo andò a la impresa di Bcstice, el menò con lui Marco Tulio, el qual, per quello mi ha dello el signor Renzo, è il principal del Irallado. Subito inteso questo sua signoria da ditto Hironimo, ha expedito uno bregantin a Beslice per far reteñir Marco Tulio, et zonto el sarà se intenderà più particularmente, il tutto. I quali capi baveano le guardie quodda-modo insieme da la volla del castello fino a la marina, et per quella via voleano dar il transito a li nemici ; ma se dello Hironimo moriva la prima volta, il trattado era più in esser che fusse mai per quel tristo di Zuan Baplisla el per la venula di Marco Tu!io a Barleta con la sua compagnia. Hora li inimici, per esser discoperto questo traltado, par stiano molto sopra di sé, et di loro successi non posso cum verità intender, benché vengono fatti presoni per li nostri stralioli ; ma non è da darli fede. Ma ben si ha questo Regno é in gran spavento et disperation per le crudeltà li vengono usate, che alcun non ardisse de andar inanzi nè hídrido, etiam per li taglioni sono sta falli al forzo de li signori et baroni. Infra el marchese del Guasto et principe di Oranges è grandissima emulalione, et il conle di Borello cum il prefato marchese, et l’Arcone con il principe de Oranges; ma quando bisogna, i se fanno poi de un pezzo. Il signor Renzo dice che se non vien la banda de li 6000 lanzinech over sguizari, quali il re Christianissimo li ha promesso, non si potrà andar in campagna. Soa excellentia mi ha dato 20 cara de orzo et 15 di fórmenlo; et io mandai Ja-como Antonio Moro a Liesna, zà un mexe, per reteñir qualche navilio di formenti et orzi, et ancora non ne ha mandalo un grano, sichè de qui non è da viver per mezo Marzoy et a Monopoli et Barleta per lutto Aprii: bisogna la illustrissima Signoria fazi provision di formenli et orzi. Et tenendo questi loci saranno necessitali li inimici a star occupati in questo Regno; ma non venendo li 5000 lanzinech, bisogna la Signoria mandi da