— 71 - merosi progetti, sempre rimasti allo stato di progetto. Era assurdo ritenere che una popolazione potesse nutrir fiducia riguardo a funzionarii che non parlano nè scrivono l’unica lingua ch’essa conosce, o che eseguiscono operazioni di polizia politica, come quelle del disarmo, col carattere di una rappresaglia o d’una rapina barbarica (in terre che han finissimo il senso dell’onore e della dignità personale) servendosi di bastonature pubbliche ai più autorevoli capi e senza dare alcun compenso per le armerie artistiche, spesso di gran valore loro confiscate. Ma in fondo e sotto a tutte queste contingenti lamentele stava il senso d’ un disagio morale non sentito prima e portato in luce a un tratto dal rinnovamento politico, dall’improvvisa libertà di discussione, dal profondo spostamento, anche d’interessi economici, provocato dall’avvento al potere del partito giovane turco. Questo partito troppo giovane ed intraprendente, profondamente fiducioso nei destini della razza turca e della religione musulmana, era disposto a far sentire in tutti gli angoli deH’Impero senza più caute attenuazioni la forza della ragion di stato ottomana. Indi i suoi meriti e le sue colpe. Credeva nello stato ottomano: ecco tutto; e fra un musulmano separatista ed un cristiano lealista preferiva, come in Epiro, senza esitazioni il secondo, pronto ad applicare senza riguardi per nessuno i principii d’un sistema tributario e militare assolutamente uniforme. Ecco quindi che nella selvaggia valle del Drin Bianco prima gli Amauti d’Ipek, di Giacova, di Prisrend già avversi alle riforme macedoni del periodo 1904-1908 dirette da Hilmi pascia, toccati ora più a fondo nei loro privilegi tradizionali, insorsero contro l’ordine di disarmo nella primavera del 1909. Giavid pascia rompe le vecchie consuetudini di transi-