425 VDXXIX, GIUGNO. 426 Conseio et Terra ferma, dovendosi partir per tornar in Franza el reverendo episcopo de Auranges ora-tor del re Christianissimo, stalo assi tempo in questa (erra, aziò el vadi ben edificato, l’anderà parte che li sia donato ducali 1000. Di campo, del proveditor Nani, da Mari-gnan, di primo, fo lettere. Come doveano andar ad ahocharsi con monsignor di San Polo a Binasco, il capitanio generai, il governalor et lui proveditor. Da Lodi, di sier Gabriel Venier orator, di primo. Colloqui hauti col signor duca zerca le cose de Franza. Poi de uno corier over cavalaro del duca stato a Milan, et Antonio da Leva li disse : « clic stè vu a far, che non vegui sotto ? ». El fè menar per Milan, et vele che in 6 over 7 luogi se ballava et non se stimava la guerra. Da Fiorenza, di sier Carlo Capello orator, di 29. Come quelli Signori li hanno dillo, li lanzi-nech, se voleano tuor a nostri stipendi, esser partili et andati verso Napoli ; sichè non si potrano haver. ltem, manda una lettera, con l’aviso de l’aquislo fatto per nostri a Larizan con quelli del re Chri-slianissimo. ltem, hanno di Roma, di 25, el papa •stava mal, et non negoliava con alcuno. 278 Et lieentiato Pregadi a hore 24, restò Conseio di X semplice Et fo proposto per li Avogadori el caso di sier Francesco Zen governador di l’intrade, al qual manca in la cassa ducati . . ., et voleano tal caso fosse tolto in ditto Conseio di X ; tamen fo ditto non era caso del Conseio di X ; et il Serenissime! disse li Avogadori dia andar in Quarantia et punir quelli che ha fatto mal, maxime ditto Zen. Et nulla fu fatto. Noto. Li fomenti di gran grosso è cressuli ; vai il slaro lire 13, soldi . . . ., et non se trova da comprarli, et pochi sono in la terra, et manco in li fontegi ; sono farine per pochi zorni. Si dice, a molili è sta mandalo formenti a masenar per me-terli in li fontegi, ma è sta slarga man a dar trate a diversi, et il formento è andà fuora di Veniezia. Poi con bollete false è sta tratto assà tormenti. È sia porla al Serenissimo et a li Cai di X ; nulla fatto. ltem, sier Marco Bragadin dazier del-vin ha manda assà formenti fuora, et li officiali de le barche li ha compagnati, et se dice ha vadagnalo assà danari. Hor zonse hozi qui la nave di sier Santo Coniarmi con formenti de Alexandria, stara 3000. A dì 4. La terra, beri, di peste yno, loco vecbio, 11 di altro mal. Da Roma, fo lettere di l’orator nostro, di 28 et 31. Come il papa stava meglio, tamen nou negoliava. El da Zenoa, e lettere di , come An Irea Doria havia hauto lettere de l’imperador di far quanto li ordenana el principe di Oranges, che è a Napoli ; el qual principe li ha scritto che vengi con l’armada a la volta de Napoli, etc. Del nuntio del duca di Urbin, di Roma, di 29. Qual dice nostro signore ha seguitalo pigliare l’aqua de li bagni de Viterbo, la qual mostra ha-verli fallo servitio, benché dicono Sua Beatitudine retrovarse forte estenuala et sbalula ; et per ancora non dà audienlia ad alcun de cosa de negotio. L’ar-zivescovo de Rosano andrà nunlio in Hongaria, a contemplatione di Ferdinando, con autorità de aiutarlo con le decime et vendere de beni ecclesiastici conira el turco. El papa ha eleclo quadro de li reverendissimi al reziincnlo de Roma, la qual, Dio gratia, stà con poco governo. Le cose de Puglia si intende che passano con pnea satisfatene de li imperiali, et mollo travagliale, ancor che dicono il principe di Orangie voler andar in persona a la impresa di Monopoli Questo è quanlo c’ è di novo. Veneno li oratori di Franza, videlicet monsignor episcopo di Auranges over Ouranges, tornato di Santa Maria di Loreto,et Zuan Emanuel ( Joachin), instando la Signoria mandi le 20 galie in Ponente, insta la promessa, che horamai è il tempo che fos-seno 11, quasi protestando. Vene l’orator di Fiorenza, et parlò zerca li lan-zinecli, che non si poleuo più haver, per esser andati verso Napoli. Vene l’orator di Ferrara, dicendo el suo signor duca li scrive, per lo cose di Ravena daria ogni aviso et aiuto etc. Veneno li Avogadori di Comun, tulli Ire, a l'ofi-, eio di Governadori de l’intrade in Rialto, per far saldar la cassa a sier Francesco Zen governador de l’intrade. Da poi disnar, fo Conseio di X con la Zonta. Et prima nel Conseio di X simplice feno cassier per 4 mesi sier Lorenzo Bragadin, et revedador de le casse sier Nicolò di Prioli. ltem, con la Zonta preseno : che tulle grazie, concessimi et altro falle nel capilaneato di sier Piero Landò, olim capitanio zeneral di mar, siano laiale el anulade, sichè non siano di alcun valor ; et tulli quelli havesseno lochà danari per tal gralie el concession li debbano restituir a coloro a chi i barano dati.