103 MDXXlX, APRILE. 104 re al suo partir li donò.....pezi di arzeuto, poi valer da zerca ducati 500. Disse nel venir esser stato in Franza et parlato col re Christianissimo ; item a Lodi con lo illustrissimo signor duca de Mi-lan. Et altre cose disse, et venuto zoso, il Serenissimo, ¡usta el solilo, lo laudoe. Fu posto, per li Consieri, excelto sier Nicolò Venier si caza, Cai di XL et Savi, che aleuto le fatiche del nobil homo sier Marco Antonio Venier do-tor, stato orator in Anglia, che li arzenti donatoli per il re, li sia a lui donati eie., ut in parte. Fo ballota do volle. Ave : .... di non sincere, 47 di no, 151 di si. llerttm :. . . . non sincere, 45 di no, 153 di la parte. Non fu presa, voi i cinque sesti. Fu posto, per sier Francesco Donado el cavalier, savio del Conscio, et sier Filippo Capello savio a Terra ferma, mandar de fraesenti a staffila in Franza Gasparo Spinelli secretano, a exorlar quella Maestà il suo venir in Italia, ut in parte ; ma sier Filippo Capello voi che zonto li, in caso l’intendi che l’imperadqr non vegni, debbi...... Andò in renga et.conlradise sier Andrea Trivi-xan el cavalier, savio del Conseio è in settimana, dicendo li è stà scrillo el fin 4 di haverà risposta, poi è slà dà commission di questo a l’orator Na-vaier ; non bisogna far altro. Et li rispose sier Francesco Donado el cavalier, per la sua opinion, dicendo dovemo far quello fa il re, proprio quando voi qualcosa, non obstante li oratori soi, ne manda presto uno suo di camera, che questo par babbi più vigor. Et poi andò in renga sier Filippo Capelo et iusli-ficò la sua opinion et la causa el metteva quela dau-sula, el li rispose sier Zuan Dolili) savio a Terra ferma. Da poi andò in renga sier Marco Foscari, dicendo è slà pur lui quello .... aricordò mandar a li potentati olirà li oratori, el ha trova ora chi è in Colegio che mette la sua opinion, el si iaclò molto, el laudò l’opinion proposta. El li rispose sier Lorenzo Loredan procuralor, savio del Conseio, conira l’opinion predilla, allegando alcuni versi di Virgilio et di Petrarca ben a proposilo. Et volendo risponder a la opinion di sier Filippo Capelo, fo dillo esser lollo zoso et inlrà col Donado, et lui disse: «et mi veguirò zo di renga.» Andò la parte. Ave : 3 non sincere, 4 di no, 48 del Donado el Capello, 148 di Savi. El questa fu presa. A dì 3, da matina. Se intese questa noi le esser intrà fuogo in cerio loco a Rialto apresso il campa-niel di San Matio, et si brusò una caxa et do ... . erano in caxa, altri strupiadi, ma non segui altro, perchè fo reparalo. Et il focho intra a hore 3 de notte. Da poi disnar, fo Pregadi, et letto le lettere di sier Zuan Vitturi proveditor generai, da Tra-ni, di 0 Marzo, che mancava lezer. 11 sumano di le qual ho notado di sopra. Fu tolto il scurlinio di provedilor execulor in campo di Puia, ma non si potè balotar. Fu posto, per i Savi d’accordo, una lettera a sier Sebastian Juslinian el cavalier, orator in Franza, in risposta di soe, laudando la Chrislianissfma maestà del suo voler in Italia 'venir, perchè questo è il muodo a ultimar la guerra, con altre parole per inanimarlo a venir presto ; el come nui armemo continuamente, et havemo eletto capitanio zeneral da mar, et se li mandarà sier Zuan Contarmi pro-provedilor di Parmada, con le 20 galie richieste, immediate a la volta di Ponente, et..... Fu posto, per li Savi, una lettera a sier Francesco Contarmi orator a monsignor di San Polo, a exortarlo voi far zenle et attender a la impresa de Milan, adesso che P ha hauto danari di Franza, etc. Fu posto, per li Savi, sier Hironimo Trun, sier Marco Bembo savi ai ordeni, che sia ballotà uno di do proveditori di P armada, da esser mandali in Ponente, con la commission li sarà dala per queslo Conseio. Ave : 201, 5, 13. Nota. Fo prima ballolà li do provedilori di Par- 70 mala è fuora, chi di loro dia andar in Ponente con le 20 galie, zoè sier Alexando da clià da Pexaro et sier Zuan Contarmi cognominalo cazadiavoii, et rimase il Contarmi. 11 Pexaro ave .... et il Coniarmi • . . . fior a P altra proposta de scriver in Franza, andò in renga sier Piero Trun fo cao di X, et aricordò, atento in le lettere di Roma, parlando il papa col reverendissimo Cardinal Corner et P oralor nostro, disse voleva andar in Spagna a veder meter paxe fra questi reali è in la christianilà, ma che il re Christianissimo voria P andasse in Arbona et li ha mandato a offerir la terra, el che la sia soa, et che la fortificherà, etl’orator disse: «Vostra Beatitudine poiria andar in una terra, et far P imperalor venisse a Perpignan et il re di Franza a li confini, hor il papa disse : « Al tutto, volemo andar; » però disse sier Piero Trun, saria bon si scrivesse di queslo in Franza, aziò il re Christianissimo ponderasse