- 43 — d’Hydra e di Spetzai sopratutto, rinnovarono sul mare di Salamina le glorie ed il valore degli èlleni antichi. Fu allora il momento nel quale la nuova Grecia avrebbe avuto e colla sua religiosa intransigenza perdeva per sempre l’opportunità d’una sincera unione elleno-albanese, frai tempi eroici in cui cadeva il tentativo autonomista di Alì Pascia Tepeleni celebrato da Aroldo, ed il giorno in cui la tragica danza delle donne di Suli, albanesi, doveva restare una fiamma eterna nei cieli della poesia. Ma pur negli anni duri ed oscuri che seguirono per il nuovo Regno, gli si formò dovunque d’attorno una cintura di entusiasmi che lo stringono e lo sollevano in alto. Fra l'illuminato mecenatismo degl’irredenti anche la popolazione ortodossa e grecizzante dell'Epiro tiene un posto notevolissimo: un Giorgio Averoff donatore dello Stadio ad Atene è di Metzovo presso Giannina; ed oriundi di Moscopoli i Sinas donatori dell’Osservatorio e dell 'Accademia ; d’oltre il confine uomini politici come il Colettis e poeti come lo Zalacostas; ed altri ed altri. Restava una mèta sentimentale e vaga all'espansione greca nell’Albania meridionale ed il governo ellenico cominciava a dedicare parecchi milioni ogni anno, per il tramite del Syllogos di Atene, allo scopo di coltivarla. Si può trovare un parallelo a questo fatto nell’assimilazione operata per lungo tempo in Venezia Giulia e sopratutto in Dalmazia per parte della cultura italiana sulla massa indigena slava. Senza borghesia e senza letteratura, questa finiva per perdere il proprio colorito nazionale col lento decadimento della propria lingua al grado di un dialetto familiare, coesistente con una lingua letteraria diversa. Un simile decadimento ha contribuito ad operare in Epiro ai