191 MDXXIX, APRILE. 192 Riorni è a questo Regno, benissimo a ordine, carga qualche formenti per la religion in Vilafranca, ma par si dichi si sia parlida a causa di non esser ritenuta da francesi per armada meno la vuol servir. Questa Cesarea Maestà sta sopra de si, non manda barca in terra, nè homeni si atrova per tempi scorsa da Siaeha a l’Agusta. La vernala è stà forlunevole più de li anni passati ; et de qui per avanti queste armade, clic se dicono andarse zercando I’ una et 1’ altra, se potrano cavar la voglia. Da Chades, Serenissimo principe, ho lettere da persona degna di fede, di 15 Fevrer. Mi scrive era fama in quella cita la Maestà Cesarea in persona volea passar in Italia, et faceva retenir quante nave, gaiioni et navilii era possibile haver, et biscotti et altre monition ordinaria, che bora non scrivo, et è da bater la (arra. Quello che con verità sentirò, Vostra Sublimità haverà notizia. De qui non è ordine di far prò nunc cosa alcuna, cl le galle do è qui in porto sono disarmate, et una in porto di Mesina ; non so quello faranno de qui avanti, che non sarà tanta charestia domino concedente. De qui la corte ha trovato certa sorte de ducati dopioni, cugniati in la zeca de Sibilia, con do teste, esser de la liga di ducati di San Francesco, et a lari do et grossi li i core, et. si spendono a Melao et con fatica son prexi. In meno di 11 mesi, dicono, ducati 200 milia haver tratto la corte de drelto de formenti, et se non fosse formenti molto magior stimma haveria del tutto in lutto. Et per Napoli lo illustrissimo Vizierè ha chiusi li porli, per non ne esser a li roagazeni; la staxon di novi, judicano, sarà tarda ma bona. Che Dio cusi prometti, ma a lari 3'2 sono calati li formenti a li cargadori. Et l’armada di Zenoa non si poi levar da Trepano per ‘20 giorni per mancamento di vituarie. Quel si saperà, Vostra Sublimità ne haverà notizia. Da Palermo a dì 14 Marzo 1529. 129 Copia di ma lettera del duca di Urbin ca-pitmio generai nostro, sciita al suo ora-tor in questa terra. Nobilis dilectissime noster. È arivaio Iloratio, il quale et similmente il eia-rissimo orator Tiiiepolo ne ricercano et sollecitano, per parte della illustrissima Signoria, che torniamo in Lombardia per le expeditione di Milano, il che pensiamo possi esser, purché monsignor illustrissimo di San Polo fusse ad ordine, el sollicitasse di passare come F altro giorno se intende», el anco forsì per essersi a questi giorni detto che inimici, che sono qua verso il Tronto, voltavano abasso, de quali perliò rinfresco Paviso, che ultimamente vedemmo che pur voleano passare, intendendosi dopoché il prelato San Polo dechiariva non voler • passare se dal Chtislianissimo non ha cerio numero di lanze et alcune altre provisioni. Et considerando por questo de la expedilion della di Milano, alla quale bisogna attendere et procedere unitamente, non si dovesse tentare, finché o esso San Polo non fosse satisfallo o altramente remedialo al caso; et anco, refrescando li avisi che delti abbiamo, delli quali ancor non è venulo altro in contrario, se ben subito expedissemo homeni per intendere più oltre ; el hessendo maxime che in ogni caso sempre che fusseron ad ordine le provisioni per Milano, el che la illustrissima Signoria cusì volesse, possiamo essere et saremo prestissimi el molto ben a tempo a quelle bande, nè pensavamo che la prefala illustrissima Signoria in tanto non ci volesse remo-vere de qui, sì per il parlìcolar come per P univer-sal interesse, dettandoci cusì molte ragjoni secondo la opinione nostra della a questo Un, et non per voler conlravenire al voler di quella, la quale, quando pur cusì voglia, non haverà se non a comandare, perchè non solamente, stante le cose in questo grado, ma ancor se nemici fussero lonlan de qua un miglio, et che ella voglia, venisse judi-cando che possiamo essere più a proposito et di più profitto in qualche altro luogo, siamo per non replicare, quando expressamenle vederemo che tale sia il suo voler. Ben è vero che partendo noi, vor-ressimo in questo caso che restassero qua provisioni opportune et necessarie da potere a tempo farsi quanto il bisogno rechiedesse ; de le quali la necessità poiria tanto più stringere, quanto che maggiormente potria bisognare per Pabsenlia nostra, hessendo maxime che per la distantia di qua a Venezia et per il tempo che portati seco tali provisioni, le non sì potrà lalor fare a tempo, quando P liavessero ad aspettar de altrove che de qui, over pi)* ancor quando havesse bisognalo o bisognasse, non si trova esser la provisione necessaria, come sapete, oltre che il tempo da che o per una causa o per l’altra molte volle tenendo le provisioni in su-speso, elle vengono tutte o parte dispensale ad altri propositi o bisogni di quelli proprii per li quali son siate fatte. Voressimo ancora che il clarissimo proveditore di Ravenna, ad ogni bisogno et richie-