125 UDXXIX, APRILE. 126 havuto certe doglie che gli hanno dato fastidio. Ilozi poi è stata meglio. Questi medici attribuiscono la colpa ad essersi exposta troppo presto a le audience, maxime che dicono che la non observa quella regola che bisogneria, pur io penso che dìchino così per trovar qualche causa. Sua Beatitudine haveva dello se la stava bene di dare domane la benedi-lione pubblica, el luogo solito, ma per questo poco disturbo sarà impedita questa bona opera ; forse che la satisfarà el dì di Pasqua. Dal canto del Regno non è altra innovation circa il passar di l’exercito in Lombardia, anzi intendo che ’1 signor principe si è reduto fuor di Napoli a un cerio monasterio per passar lì questi giorni santi. Bel ditto, di 25 ditto. Questa mattina Nostro Signore è comparso in su la sala elio è inanzi a la capella, dove Sua Santità udì la messa, per esser presente a la publicazion de la bolla che si suol leggere ordinariamente in simile giorno sul poggio de la piaza di Santo Pietro ; che per esser ella mal gagliarda uon li è parso di esporsi a l’aria per ancora. Ivi erano tutti li cardinali assetali in circulo, et 1’ ambassalore cesareo, veneliano et Milano, et io in piedi apresso la sede di Sua Beatitudine. Fo letto da poi un’ altra 84* bolla piccola, ne la quale si conienea, che ancor che il solito fosse che Sua Santità celebrasse la messa solenne il giorno di Pasqua, nondimeno, per esser lei stala tanto longamente indisposta, el non trovarsi ancora ridotta in termine che li medici indichino che la possi lolerare una fatica tale senza manifesto pericolo di recidiva, non si pigliarà ad-miralione restando di far questo oflitio che li pare di dover esser ¡scusala, procedendo la causa da così condegno rispetto. Finito di leggersi queste due bolle, subito Sua Santità si levò et fecesi portar o sostenere, per dir meglio, da dui camerieri, et se ne entrò ne la camera sua senza parlare a persona alcuna altramente. Ella, per quel che ne l’estrinseco si vedea, stava alquanto fastidiata, et con non molto bona ciera, il che si attribuisce a quel poco dispiacere che nova-mente se ha sentito. È venuto da Genova l’abate di Negri, qual partì di là a li 20 di questo, che riporta che missier Andrea Doria allende a mettersi in ordine per andar in Spagna, et la partita sua sarà fatta l’ottava di Pasqua, di tre o quattro giorni. Li se ha la confìrmation di la venuta di lo imperatore in Italia, et Sua Maestà dovea partir da Toledo il primo de Marzo per venir verso Barze-lona ; ma, perchè intendo esser venuto novamenlc il signor Marco di Pii da la corte et ito a Ferrara, son certo che vostra illustrissima signoria sarà stata informala di tulle le particularità a pieno, però non mi extenderò più olirà. Riferisse anche lo abate che s’ era inteso lì a Genoa, esser stati mandati ultimamente un gentilhomo del re d’Inghilterra per Sua Maestà a Baiona, per passar olirà in Spagna, aspettando però prima un salvocondulo da la Maestà Cesarea. Et la causa di lai andata si attribuiva a nova pratica di concordia fra quelli re. Missier Andrea Doria condurà seco 14 galìe bene in ordine el ben fornite di ogni cosa. A questo si pò fare iuditio che 1’ andata di Nostro Signore deba risolverse in niente, perchè Sua Santità non havea altro disegno per condursi in là che col mezo di queste galìe, le quale, quando havessero a ritornare, il tempo scorreria troppo olire. Pur non so che pensiero faccia Sua Santità da poi la venuta del prefato abate. Di quello che a la giornata se intenderà, non mancarò di dare aviso a vostra excellenlia. Bel ditto, di 26 Marzo. Non s’è innovato altro da hieri in quà, se non che questa matìna se è havuto la nova de lo essersi preso la possessione, per Nostro Signore, de la for-leza di Civilavechia, ne la qual è entralo castellano missier Nicolò Fabrì, che haverà similmente il governo di la terra. Hostia non si è anco havula, per alcuna difficultà di grani, vini el altre vittuarie che si trovano ne la rocca, quali hanno da esser pagali al castellano, sopra il che c’ è qualche differenza de li pretii, nondimeno si rasseterà anche questo, et in breve se intenderà il medesimo che s’è inteso di l’altra cosa, che si aspetta di vedere con supremo desiderio. Bel ditto, di 29 ditto. Hozi, in mano de l’orator cesareo qui s’è fatto P esborsalione de li danari che si pagano a questi castellani per la consignatione di le rocche, et la somma è stata de 18 mllia ducati. La cosa si è protraila alquanto in longo, perchè essi castellani volevano che si facessero i pagamenti ne le rocche, et Nostro Signore non se ne contentava, pur alQn son restali concordi che si fazia a questo modo. De la sopradilta summa don Alfonso ha ducali 14 milia,