187 unxxix, la copia sarà notada qui avanti. La qual per esser mala et pessima lettera non fo potuta ben lezer. Fu posto, per sier Nicolò Bernardo, sier Nicolò Venier, sier Lunardo Emo consieri, sier Nicolò Bragadin, sier Hironimo Contarmi cai di XL loco consiliarii: Cum sei che domino Grutian di Gratini, prior di San Cornelio et Ciprian di Buran de mar, babbi concesso a livello a domino Baldissera di Dardani, dolor, cerle terre el boschi in do pezi sotto Mestre, di campi 30, con darli ogni anno ducati 15 con evidente utilità del priorà, come apar per la sententia fala a dì 8 Mazo passalo, perhò sia aprovada la livelalion. Ave 99, 1, 17. Fu presa. 126* Fu posto, per li Savii, che hessendo venuto in questa terra Gigante Corso, era colonello nel campo di la lega sotto Napoli et fo preso ìli la rota el svalisalo sotto Napoli et fatto pregion, per il rescato pagò scudi 350, et desidera servir ancora la Signoria nostra, perhò sia preso che, quando l’aca-derà farsi maior numero de fanti, per il Collegio nostro el dillo sia expedito con conduta di fanti 500, ma in questo mezo stii in campo, con stipendio 1’ havea quando 1’ havea la compagnia el hanno li altri colonelli. Fu presa 129, 19, 6. Fu posto, per i Savii del Conseio, alenlo il bisogno del denaro, luor uno altro impresledo, come fu tolto l’altro, et la reslilution del restante del dazio del vin et l’una el meza per 100, con don di 25 per 100 ut in parte. El sier Lunardo Emo el consier e sier Zuan Dol-fìn savio a terraferma voi certa parte di scuoder da li debitori di ogni raxon, et elezer 3 per scurtinio, quali habbìno questo cargo tit in parte, la qual sarà notada qui avanti. Et sier Filippo Capello savio a terraferma voi la dita parte di 1’ Emo et Doliìn, et sia posto una lansa al Monte del subsidio con don di 10 per 100, a pagarla lìn............. Andò prima in renga sier Lunardo Emo per la sua opinion, et è assà debitori etc., et bisogna farli pagar. Et li rispose sier Hironimo da cba da Pexaro savio del Conseio, dicendo il bisogno si ha del danaro presto, volendo pagar le zente del campo et tuor l’impresa di Milan, et tamen etìam scuoder li debitori, ma bisogna li danari presti. Da poi parlò sier Zuan Doltiu per l’opinion di 1’ Emo et soa ; et poi sier Filippo Capello per la soa, dicendo bisogna una tansa et non imprestedo et scuoder da li debitori eie. aprile. 188 Et ultimo andò io renga sier Gasparo Malipiero, fo savio del conseio, dicendo non bisogna meler parte di debitori, nè far 3 zentilhomeni, perchè la parte è sta messa di far pagar li debitori hessendo lui savio del conseio, et imbosolarli, el da due. 100 in suso farli pagar, ma non si observa niente ; con altre parole. Andò le parte: 5 non sincere, 20 di no, di Savii del Conseio 9, di sier Filippo Capello 41, di sier Lunardo Emo consier el sier Zuan Dol-fin 129, et questa fu presa. Copia di una lettera di sier Pelegrin Venier, 127 qu. sier Bomenego, data in Palermo a dì 28 Fevrer, tenuta fin li Marzo 1529, scrita a la Signoria nostra. Serenissimo principe etc. In Sardegna in porlo di le Bolle ritrovasi nave cinque armade de francesi, ussite de Marsilia, benissimo ad ordine, 1’ una de le qual per tempo si è perduta a l’ixola di Santo Piero, h homeni el arlel-larie recuperate. El da poi do altre barze di bischaini el de me-sinexi, cargate sonode-salumi, hanno preso, et tutte 6 se dice esser pur al porlo preditto. De costi dicesi cinque barze con panine et allre merchadantie, venivano di Ponente, haver prèso, sono per venir a questi regni, el da Zenoa si aspetta do navilii armadi. Una grossa nave di porlà di salme 5000 benissimo ad ordine et il galion fo del Salvia, le qual sopra Piombino preseno do nave ragusee carge dì formenli di Levante, andavano a Ligorno. Item, le acompagnarono sopra Zenoa. Tre allre nave sono in conserva de le dite nave armade, do va per Syo et una per Tunis, et a Messina trovorono una nave vien di Levante rica.et securavano molli navilii car-gano de tormenti per ^hoa. Da Messina li zorni pa-sali uscì una barza galega, di porta di salme 2000, con homeni 300 sopra et artellarie assai, et va a danni di la nazion nostra, con artellarie assai. Subito ussita, prese una nave zenoese carga di tormenti el la liberò, che li formenli era di messier Andrea Doria, adopera per li biscoti dì le galle. Da poi do nave carge de zucari partì di Mesina, una portoghese, l’altra bischaina, veniva per la patria, li dete la caza et ne prese una, che fo la bischama, l’altra per tempi sfuzì et a Malta se ritrova et, per dir, esser di mercadanli subditi di la Sublimità vostra, la tien, et per quanto mi è sta riferilo voi andar in Soria et in Levante prender nave nostre. Simel intende far il galiou del go-