157 MDXXIX, APRILE. 158 alcuna, et starno di bon animo insieme con questi capitanei. Lettera del ditto, di 25• Marzo. Inimici heri di notte a circa Ire bore ne hanno tirato molte bote de mortari, et per grazia del noslro signor Dio non hanno fatto danno alcuno. Essi inimici tutta questa notte continuano le sue trinzee, cum haverne tirato a le difese artellarie assai, et nui non restamo il giorno et la notte di repararsi et, per il tempo ne hanno dato, havemo messo questa terra in bonissima forleza, et non dubitamo di loro, benché habiamo poca monizion. Habiamo fatto una porta falsa che era stropata ne la casa de Marco Antonio Palmier genlilhomo di questo loco, el qual mai non ha voluto far intender a questo magnifico gubernator Grilli, salvo che é venuto in luce da poi il mio gionger de qui. Infra li altri loci, questo era uno di quelli che designavano inimici mirar, pertanto io ho mandalo a Barletta el ditto Marco Antonio et alcuni altri suspelli, over che vadino a Venetia. Ilozi, zerca 21 bora, lo illustre signor Camillo, consullalamente cum questi capitanei et io, deliberassimo di far un ponte ne la fossa, per mezo dove li inimici fanno lavorar le sue trinzee, et messo a segno le artellarie a defension de li nostri, i qual da circa 50 in 60 valenti homeni monlorono sopra dillo ponte di fora, ussiti de dilla porta falsa, ancora che ne erano stali ordinati più de altri 50 per non poter 108 capir tante gente il ponte. Quelli 50, over 60, sai -torono fora con impeto, et andorono dentro le sue trinzee, et hanno amazato molti guastatori et hi-spani che erano a quella guardia, de maniera che tutto il campo dete a una grosissima arma, el per grafia de Dio alcuno de li nostri non è stato morto salvo uno ferito ; i quali se retirono honore-volmenle nel fosso sopra ditto ponte. Et in questo dar a l’arma, et ne Pintrar de li nostri, le nostre artellarie, per quello che ho veduto, tengo che habiano fatto danno a li nemici. Sichè questa ussita, olirà che l’é stala honoralissima senza nostro danno, ha dato tanto cor a questi soldati et lutto questo popolo, che giorno et notte lavorano, ancor che per la povertà é necessario pagarli ; et manterremo questo loco, che era tenuto debilissimo, et li inimici non faranno opinione de andar nè a Traili, nè a Barletta, come haveano designalo de fare. Mi forzarò di tenir questo loco, come certo si farà, et sarà a li nimiei una mezza rotta, con haver inanimato tutti questi popoli, che li sono inimicissimi. Lettera del ditto, pur di 25 Marzo. Scrive se mandi de li fino 600 fanti et polvere et munition assai, perchè il vincer questa guerra consiste a intortenir questi inimici de qui ; edam se li mandi danari, di quali summamente è necessario. Lettera del ditto, di 26 ditto. Come il marchese del Guasto, qual é venuto a questa impresa, et si acampò a dì 25, ha con lui da zerca 3000 guastadori, per molli avisi che hab-biamo in conformila da quelli che sono scampati da lo exercito inimico. El qual marchese è venuto a questa impresa per istigazion di uno Francesco Dindello, Camillo Dentice et alcuni altri di questo loco, che sono stati molte volle a Napoli et dal marchese del Guasto, per indurlo a questa impresa, mostrandoli esser facilissima. Et avanti il mio gionger de qui il signor Camillo Ursino ha-veva deliberalo di abandonarla, come domino Au-guslin da Mula sa ben questo manizo; ma zonto a Trani per inanimar questo populo veni de qui et acertai a questo populo che non se li mancheria a la conservalion di questa città. Et certificato che questo exercito veniva a questa expugnation, deliberai a venir io per poter veder a tulle quelle cose che sono necessarie, et se havessi voluto mandar il signor Camillo Ursino gubernator, mi lia-veria richiesto tanti pressidi, et non havendo el modo di poterli dar, questa impresa era certo persa: però vulsi venir io qui, hessendo certo che il campo veniva a questo loco ; et mandai a Trani domino Nicolò Trivixan proveditor executor, per la compagnia del capitanio Riccardo da Petigliano da zerca 300 fanti, artellaria et monition. Et vedendo il signor Camillo questo, disse al ditto domino Nicolò : « Ben, che ordine havele di me che habia a venir de li ? » Lui li rispose : « Io non ho ordine alcuno, ma é in vostra libertà di venir o non. y> Et esso signor Camillo rispetto, li manizi di tratadi falli per avanti, deliberò di venir, et gionto de qui, certo fin questa hora ha dimostrato di bon voler, cum non restar zorno et nocte di faticare a la fortiflcazion di quesla terra. Et questo magnifico gubernator Grilli et capifanio del Golfo et domino Nicolò Trevixan non mancano giorno te