711 MCCCCCIH, FEBBEAJO. 712 Di, Elemagm, di sin Alvise Mocenigo, orator, date a Cotogna, a dì 14 zener. Come il re à mandato a dir a l’orator yspano, a li anglici e a lui vadino a trovarlo, qual va a Purich, castello dii duca di Cleve, in ripa Rheni; e li à manda scorta, e cussi si parte, perhò avisa. Et jn colegio fono alditi li oratori di Verona, e li capetanij dii devedo in contraditorio, e ordinato la parte etc. Et jn pregadi, per I’ avogaria, per il caso di sier Hironimo Contarini, fo a Trevixo, parlò prima sier Hironimo Capello, l’avogador; rispose Venerio, avo-chato; poi parlò l’altro avogador; rispose Rigo Antonio e andò le parte, posto per li avogadori di procieder contra el dito, fo balotà do volte, vidélicet ultimate fo : 22 non sincere, 38 di prociedier, 64 di no; et fo preso di no e fu asolto. 318 Adì 9 fevrn. In colegio. Vene l’orator di Fran-za per cosse particular, solicilando la expedition di la fossa di Adda; et cussi il principe li promisse di aldir li inzegneri in questa matina, et poi fo chiamati dentro e visto il disegno. Demum esso oralor disse: Serenissimo principe, 1’ è pur zonto il marchese di Mantoa; a dì 6 di questo a Mantoa, che si diseva el re l’havia fato tosegar; e questo non è costume di re di Pranza ; e à tre nemici in casa, e li fa bona compagnia, zoè il re Fedrigo, il signor Lodovico, il Cardinal Ascanio, e a compiasentia di la raina, moier dii re di romani, li ha concesso el fratello, vide-licet el marchexe Hermes, dicendo che l’orator yspano a li frati menori havia fato circolo di tal morte etc. El principe disse non vardasse a parole di vulgo etc. Da Milan, dii secretano, di 4. Come, venuto il gran maistro di Bia’ Grassa, li presentò la letera dii roy, in materia di la cava. Disse non bisognava, perchè la cossa si adeteria a Venecia col suo orator etc. Item, zercha 500 sguizari, tien Belinzona, con li fo-raussiti di Lugano, è venuti in la valle e fato danni de animali ; e dicono aver fato, perchè il re à mandato artilarie a Como e fornito Lugato, e credevano li volesse romper guerra. Item, missier Zuan lacomo Triulzi li ha dito, che, venendo il re a Lion, el vuol andar a trovar soa majeslà fino lì etc. Et altre letere non fo da conto, solmn da li nostri rectori di terra ferma. Et sier Polo Barbo, procurator, savio dii consejo, si levò et expedì lutto quello alditeno eri. Primo leto la parte, per expedir li oratori veronesi, di far un capetanio dii devedo novo. Item, la commission a li deputali su la Piave. Item, quello voi domino Sonzin Benzon; e fo chiamato e olitoli avia la grada nostra, e per adesso non li pareva a la Signoria darli la exation; e lui dimandò danari, e li fo balotà do page. Item, di domino Ector da Gonzaga, fo fluì dii signor Redolfo, al qual, poi la morte dii padre, fo dato provision e mai l’à ’ufo, voria conzarsi. Item, di salii di Ferara per il dazio dia pagar per il sai si conduse a Cremona; e cussi fo scrito in colegio al vicedomino sij col ducha, e vedi quanto voi si pagi a l’honesto, e in hoc, interim lassi andar li burchij. Item, fo leto la parte di le stime ; et fo balotà, per il nostro ordino proposo, ducati 100 di sovenzion al turco, per comprar cavalli ; et proposi quel dete Taranto a la Signoria darli provision. Da poi disnar fo conseio di X con zonta di colegio. È da saper, Jo avi una letera dal signor Zuane di Gonzaga, la qual non la vulsi aprir, et la presentai a li capi di X, et l’avi indriedo ; la copia sarà notada qui avanti. Et in questo conseio di X fonno su for-menti etc. et con la zonta di danari, tolseno ducati 5000 in presiedo. Copia de una letera mi scrisse el signor Zuanne di Gonzaga. Magnifico etpotens domine tamquam pater honorande. Mandando io ad quella serenissima et illustrissima sua et mia Signoria el magnifico missier Augustino Maria de Becharia, mio amicissimo, gli ho ordinato, che in mio nome el visiti la magnìlìcentia vostra, e 318* gli referischa ancora a bocha alcune cosse; perhò io la prego a li relati soi volere prestare quella piena et indubia fede, come lei farà ad me ¡stesso, et pre-senfialmente io me abochasse con essa voslra ma-gnificentia, che sempre io ne gli restarò ubligatissi-mo; et continuo me li oflfero. Di core me ricomando. Mantuce, primo ianuarii MDIII. Subscriptio: liti filius Joannes de Gonzaga, marchio etc. A tergo : Magnifico ac 'potenti domino, tamquam patri honorando, domino Marino Sa-nuto etc. Prcesentata visa et restituita per magnificos dominos capita.