fi3i) MCCCCC1II, di francesi, e Conno, da quelli di la terra, tuli presi et morii, exeepto 12 cavali che fugiteno. Itern, lì a Monopoli hanno patito e patino gran penuria di biave ; e per uno mexe e mezo non si manza se non pan di fave e orzo. E vene 1000 stera di tormento di la Signoria, che lo lazà trazer, che fè gran ben ; pur, per fortuna, intrando in porlo, se ne bagnò, pur 286* fo dal populo recuperato tutto, con li qu ilise ne passeno al presente; e suplicha, si possi cavar de li altri, aliter non è mòdo di viver. E de lì non si ricoglie se non ojo, e l’ojo è monta a ducati 20 d’oro 10 miaro. E in quelli dì, per fortuna, se rompe in quel porto una caravella de lì, carga di ojo veniva Venecia ; e di bote 120 se n’ à recuperato 70, il resto perse per la gran fortuna, che da anni X in qua non è stata una simile, la qual à discipato bona parte del muoio, che è restato a quel porto. Item, la galia vene a disarmar, e la mandò' a Brandizo, dove, mandando le maystranze de Mola, Polignano e Monopoli, lì faciliter se darà la conza a ditte ga-lie, in ditto loco havendo le cosse rieccessarie. Item, el dito, di 13. Scrive zercha alcuni milanesi, stavano a Barri reduti, li voleno pagar grani 8 per onza di lor marcantie, per privilegi hanno etc. Da Spalato, di sier Zuan Antonio Dandolo, provedador, di 18 drzcmlrrio. Come a Salona, in cao dii collo, è una isoleta, fa 36 fuogi ; à imo arzere, fato a man, va in terra uno trato di balestra ; e fo fato una murata da terra e una torre, con una porta, con le difese, e si sera ogni notte per quelli vi-lani, e si fa le vardie. La qual era, la mila di 1’ arcivescovo de lì, e l’altra mità, za molti anni fo alienata a uno prete, e, di uno in l’altro, par da 5 anni in qua è capita in man di uno missier Athanasio, constantinopolitano, stava in corte dii re- di Honga-ria, e operato a li soi servicij, e sta a Glissa. È de anni 60 ; non à fìoli ni fradelli, e, mancando, saria pervenuta nel ditto re. La qual isoleta è mia do di Spalato, et è su la strada vien da Clissa, e comandandoli quelli vilani li porlava letere di conti di Clissa, che quelli erano vilani di uno subdito dii re suo signor. Or tanto à fato esso provedador col dito Atanasio, che ’1 contentò restituirla, havendo li soi danari. Et, volendo l’arcivescovo li pagi, eh’è ducati 83, disse non havia danari ; unde lui provedador, per nome di la Signoria, 1’ à tolta a pagarla in mexi tre, et con le decime vechie di l’arsenal scosse à recupera lire 200, le qual à mandato al dito Atha-nasio', e anderà recuperando il resto. Et di tal opera 11 fo scrito per colegio e laudalo assai. GKN'NAJO. GÌO Da Padoa, di 19. Come Calphurnio, lezeva la rethorica, era morto di morte subitana ; perhò si provedi. Et, reduli tulli li savij di colegio a consultar, fo terminato di sfar provisti et armar e trovar danari. Alcuni voleva meter parte e far gran strepiti, altri, tra i qual Jo, Marin Sanudo, era de oppinion aspe-tar letere di Zacharia, che non poteva star non zonzeseno, maxime dicendo el patron dii gripo aver lassato a Liesna uno messo vien qui con letere di ditto Zacaria ; et cussi fo terminato d’acordo aspeclar, ma in hoc interim far provision di biave, e castigar li rectori di Cypro, die à dà trata a altri e non a la Signoria nostra, con gran danno etc. Exemplum interarmi Maximiliani, regis ro- 287 manorum, ad illustrissimum Dominium Ve- netorum. Maximilianus, divina favente clementia, romano-rum Pfex semper auguslus eie., illustris, sincere no-bis dilecte. Rediens ad nos ex urbe honorabìlis Lucas de Rcnaldis, prapositus in Strasburg, secretarius no-ster, devotus, dilectus relutìt dilectionem tuam ibidem convenisse, et multa secum de conditione tem-porum contulisse. Inter camera affirmavit, te, magno animi ardore, libere eidem spopondisse, quod con-servationi personse nostra, dignitati. et gradui ac statui domus Austria; te, cum omnibus viribus et omni conatu inclylse reipubliose tu®, nunquam no-bis defuturum, prò veleri et maxima benivolentia, qufe semper fuit illuslrissimis progenitoribus nostris cum eadem republica tua. Quod equidem nobis non fuit nominum prospecta est nobis jam pridem tua benivolentia, in qua libi cum affectu corresponde-mus, quod frequenter re ipsa comprobavimus, semper idem facluri, nec alicui rei nostra parcemus, quin omnia libere prò conservatone dignitatis et status lui exponemus, siculi s*pius magnifico Za-chariie Contareno, oratori tuo hic, nobis dilecto. de-claravimus., Datae in (non dice dove ni el dì, ni elmilesi-mo, se non) ad mandatum domini regis suscriptae. A tergo: Illustri Leonardo Lauredano, duci Venetorum, sincere nobis dilecto. A dì XXI zener. In colegio. Vene 1’ orator yspano, dicendo aver auto lelere di Roma. Dice aver, l’armata dii re è zonta in Sardigna ; non dice