MCCCCCII, DICEMBRE. 54-2 non fu, perch’ è per la eli dicrepita in caxa. Or il papa disse a essi cardinali nostri, volesse dir a lui ora tur, el primo concistorio se li risponderia ; par aspeti letere di Hongaria. Dii (litio, di 9 da sera. Come, ritornando a caxa, parlò con l’orator ferarese. Li disse, havia letere di 22, da Ferara, l’acordo con Bologna e Valentino era concluso. Item, li saveleschi sono intrati nel suo sialo leniva, posseduto per Orssini, e hanno auto Palombara ; et il Cardinal Orssino fo dal papa, qual li voi dar li 100 homeni d’arme fece, o ver la soa guarda, ma il Cardinal non se fida; et pur alcuni Orsini vi è andati, et evi il signor Julio Orssini in persona. Dii ditto, di X. Cercha le cosse di Urbino. Par si habbi aldito bombar.le in castello, eh’è per leticia di lo acordo fato col ducha di Urbin, intervenendo uno domino Aìilonio de Montibus, auditor di Rota. Et par, quel ducha habbi renontiato il stato al ducha Valentino; si risalva San Leo e le Penne di San Marino, fino li sia osservato la promessa di darli intra-da etc. ; e in Urbin è Paulo Orssini etc. Da Napoli, dii consolo, di 3. Cornine le cosse in Calabria sono in turbulatione ; spagnoli hanno recupera Cosenza et sono polenti in campagna. Li principi sono assediati quasi a Nieotra ; et il vice re à mandato in lhoro soeorsso monsignor di Obignì con 200 lanze et 1000 fanti ; et alcuni homeni d’arme de francesi sono fugili in campo di spagnoli; et si aspela potente armata vien di Spagna. Item a Yschia, dove è il marchexe dii Guasto, fonno mandati missier Cataldo, dii sacro concilio regio, per re Fedrico, Fabricio, suo secretario, et per Napoli, Mar-cola Maria Carazolo, con uno notorio, per intimarli la guerra, si non se rendi ; et lui à dimandato la copia ; e il nodaro è rimasto e li altri ritornati. Item, il grano a Napoli vai uno ducato el tuniino ; hanno praticha con merchadanti, voleno condur per terra di Capitanata, e darli di don uno incoronato el tulliano ; et par, che Colanello imperato à oierto, per do mexi, lenir magazen aperto a carlini 6 */« el tu-mano fin zugno, poi a carlini 8 ; etiam tenir biscoti per li bisogni di l’armata. Item, da Traili uno Bernardin, cavalaro, fo stafier di missier Polo Capello, e missier Francesco Morexini, oratori, de lì venuto con letere, parte di le qual erano in zifra, et fo rele-nuto e toltoli le letere, e col consolo si dolseno, dicendo esserne di Barleta di soi nemici, tandem lo lassono, e retene le letere. Item, manda letere di Sicilia. Di Cicilia, di Hironimo Donado, secreta- no, date a Messina, a dì primo, vechie. Il su-mario: le ripresaie suspese, le trate di fomenti a tutti levate ; et il ducha di Calabria ozi è monta su una barza e va in Spagna, molto di mala voia. Da poi disnar fo conscio di X, con zonta di co-leio e altri. A dì 15 desembrio. In colegio. Vene l’orator 246 di Franza, et presentò una letera dii re, scrita in bergamena, data a Lochyes a dì 2. Sotoscrita, di sopra : Loys, per la Dio grafia re di Franza e ili Napoli, ducha ili Milan. La mansion : A li nostri carissimi e grandi amisi, el doxe c Signoria di Venetia. Per la qual dimanda li porti di Trane e Brandizo per li soi navilij si rende certo li ara et dimanda sia sovenuti di vituarie ditta so armata. Et poi 1’ orator sopra di questo tlisse alcune parole, a le qual el principe si scusò ; non aver vituarie ; e che, venendo 1’ armata, faria danno a la terra. Rispose, a Napoli niun dismonta ; et è posto gran bordine per il vice re. Or li fo ditto si risponderia. Vene l’orator yspano, per il qual fo mandato, et il principe a bocha li comunichò la materia di la pace per via dii re di Hongaria, e corame havevamo dato orechie ; et esso orator laudò, dicendo aver ditto più volte : Tocha più la camisa dia ’1 zipoli ; e cussi motizando intrò in la materia sua, pregando il principe parlasse un pocho. E il principe disse, non vi podemo dir altro, si non vossamo ogni paxe. E lui disse : Quando il focho è impiado, bisogna bu-tar legne suso e non aqua. Poi ricomandò uno do-ctor, legente a Padoa etc. Di Ferara, dii vicedomino, di 12. Come si aspeta lì 2500 fanti sguizari ; e il ducha à mandato uno altro comandamento a tutti di là di Po, si lieva con li animali e beni e vengi di qui ; e à mandato Arzente li soi balestrieri a custodia. Item, è venuti 8 mulli, cargi di danari francesi, per dar a le so zenle a Ymola. Item, manda avisi di Bologna; le zente non è levate ; et si divulga, voleno andar a Siena. Di Ravena, do letere, di 11 et 12. In la prima, di 11, bore 16, come, per uno messo venuto di Ymola, dice le gente francese hanno tochà danari a nome dii re ; e venere passò bon numero di guasconi, e alebardi a la volta di Faenza. Et eri el ducha montò a cavallo, con il signor di la Mirandola et Fra-chasso, e si aviò; poi si levò il resto, sì spagnoli, qual francesi ; e questa note le zente alozono su quel di Forlì e Forlinpuovolo, e il ducha nel monasterio di Santa Maria di frati. E si dice vano verso il Reame ; chi dice per la volta dii Casentino, e chi dice per la Marcha.