205 MCCCCCI, C.ENNAÍO. va ni danni ili Corlù e Butintrò, perchè el provola-dor Zanlani non poteva star a quella guarda con do galie; un de essi relori di Corfù e sier Alvixe Venier, provededor, feno cavaldiar tutti i baroni, con el forzo di citadini, a le marine verso ponente, e man-dono al Butinlrò bon numero di soldati, con i qual andoe sier Alvise da Canal, quondam sier Luca, lo provedador in uno di castelli, et poi zonse li galic 8, e lutto è segúralo. Demum vene una fusla di la Cimera, dice valoniti à trato galie X e fusle 6 Cuora. Item, li a Corl’ù è il provedador Zantani con 12 galie, eh’è mal in bordine. A fato comandamento a tulli se meta in ponto per questa sera de dì li); e li fo fato stranie risposte da alcuni, dicendo haver auto licentia di andar a disarmar. Item, el cardinal di Rodi era zonto a Nixia, et dolevasse con el zene-ral di la levata repentina de’ francesi di l’impresa di Modon. Dii dito sonerai, date alíelo a dì 12 de sembrío, scrita a Corfù. Come se ave la copia di qui per via di sier Piero Lion, baylo, la qual dice cussi. Non volemo extenderse circa l’impresa de Metelino, tolla per francesi, senza nostra saputa, ni tuor algun nostro parer, reusida in fumo [ter manchamento loro e non dei nostri, come lor proprij et genoesi el predicano. E, s’ egli havesseno fato el dover, come feze nostri, la terra di Metelino, eli’ è molto forte, in zorni 8 se aquistava, ma voleno prender le forteze con reputation e non combaterle ; e turchi non volano, i qual se defendano usque ad mortemi sì che le astuzie sue usate in Italia non li hanno vale-slo contra turchi. Quanto despiazer rezevemo, per beneficio prcecipue nostro, non vi podemo scriver, ma lasemo considerar a vostra magnificenlia, qual è prudentissima. Et questa armala ne ha disturbato molti desegni, che nui soli havessamo fatto qualche felice progresso in quelle parte, che al presente de lì et i le qui nulla se è facto, et semo restati con grandissima vergogna della christianità et danno, nostro. La dita armata è partita insalutato, et è incapata in la fortuna. Et se facessemo honor a l’armata di Portogai, corno sa vostra magnificentia, el simel e mazor honor fes- 96 semo a’ francesi, de presenti di più bote de vini, pan et altro, come podevamo, slando in gran necessità come eremo. Quando sarò insieme ve dirò el tutto. Hessendo capitato a Mello Richi, corsaro turco, venendo de Barbaria, con fortuna naufragò con sua fusta su dita isola, sopra la qual era turchi 132, fu preso vivo con turchi 34, el resto, tra anegadi et occisi da’ insulani, quello havessemone le man, et a dì !) dii presente lo balliamo lato rostir vivo su uno ziron de grosso remo. Vivete in quel tormento tre bore; sì che à finito i suo’zorni. Ilabiamo etiam, lato impalar el pedota et comito, et uno galioto cor-fuato renegato, et afrezar et anegar un altro; et turchi 30 havemo donato al duca de Nixia, li ha voluti, per far lavorar et per esser homeni da remo et non de conditimi. Et a dì 25 del passato naufragò a l’isola de Cerigo el capetanio de Pranza ; la persona sua è scapolada, roto con la barza de 800 bote, con homeni 250, in ditto loco ; di qualli 250 che erano sopra, sollo tre scapolono. Questo naufragio è successo per la sua repentina partita ete. Questo Ericbi, corsaro, in tempo di pace con turchi feze gran danni a’ nostri, et etiam charazari dii turcho. E, fato lamento al signor, quello zcrchò, per via di taje, farlo prender e condur a la Porta ; e feze comandamento al subàssì de Negroponte, perchè Erichi pratichava là et divideva le prede. Or achadete, che sier Ambruoxo Contarmi, di sier Francesco, quondam sier Priamo, dii 1491, con suo schic-razo zerchava de gargar tormenti a Salonichij, e feze conserva con ditto Erichi. Da poi cargado, fu acusa-do da’ marinari, che ditto sier Ambruoso lo zerchava haver in le man e amazarlo ; unde, per tal su-speto, da poi longo combatcr, prese ditto sier Am-bruoso, ferido di 4 feride, et quello feze roslir e occise tulli i marinari. Et [ter tal cossa, el nostro zollerai lo fece etiam lui Erichi morir e rostir vivo. A dì 7, da Lisbona, per letere. Se ave, le nostre 3 galie di Fiandra, capetanio sier Alvise di Prio- li, a dì XI dezembrio erano in porto e passerano questo marzo. Ai qual il re fece presenti di vini, pan e carnazi ; e il capetanio li donò a l’incontro lavori di [limili di lana e seda e altro per ducati 200, la