7 MCCCCCI, APRILE. Valona, per brusar quella armata, trovono assa’ tur- ■ chi su le rive ; e addati dentro, vedendo 0 poter far, si reculono indriedo; e, zonte a la bocha, asaltò una fortuna, adeo le barche convenne dar in terra, dove erano assaissimi turchi, quali preseno nostri, facendoli presoni. Et mancha da homeni 400 di principali, il forzo di l’armada, tra i qual sier Marco Orio, vice capetanio di le nave, sier Vincenzo Pasqualigo, di sier Cosma, patron di la nave, quali sono fati presoni ; e sier Hironimo Morexini, di sier Nicolò, patron dii barzoto non si truova ; et che sier Sabastian Moro, patron di la barza, e Toma Duodo, etiam patron, scapolono, et sono vivi. E di le barche e fuste peride pur se intese molti scapolono a Durazo e altrove, e molti fonno presi. Et che il zeneral, vedendo 0 haver potuto far, veneno con le galie in bocha di Cataro; et che dete licentia a la sua barza, e quella, patron Thomà Duodo, e Francesco Felizian venisseno a disarmar. Et intisi, che sier Marco Orio, preso ch’el fu, mandò uno messo di quel sanzacho a nave per vesle, et che da una nostra galia, soracomito sier Marco Antonio da Canal, ditto messo fu retenulo e menato a Corfù. Et per letere del zeneral, nè de altri, 0 di tal nove se intese. A dì S. Veneno in colegio li Pasqualigi, a voler danari di la Signoria, per saldar la nave vien a disarmar; e, consultato tra i savij e colegio, fo termini loro la debino saldar. Da poi disnar lo conscio di X, con zonla di .colegio cidi danari. Etiam fonno por far provision al caso dii contrabando fato, e dii ferir di Pezin, capetanio novo di le barche dii conscio di X, qual era •con X barche, a dì primo da sera, quali fonno feriti da li contraban lieri, ut supra. . A dì 4, fo domenega di V oliva. A messa fono fati, li tre soracomiti, cavalieri, stati a Modon, in exi-gution di la parte posta in pregadi al mio tempo; e fonno vestili di restagno d’oro; et andono con li capi di 40 in procession. Fo letere di Zara, di 30; 0 di Pranza da Moli-nes, di 25; et di Napoli di Romania di primo'fevrer. Dimandano danari, et si provedi, perchè Carnali è propinquo loro. Da poi disnar a S. Marco fo predichato per fra’ Raphael. Era 1’ orator dii papa, Pranza, Napoli, Fe-rara e Urbino, il signor Constanlin Amiti, e poi ve-spero colegio si reduse. 2 Adì 5 aprii. In colegio fu fato uno compagno di sier Domenego Zorzi, a difinir la causa di ma-. dona Fina col conte Almerigo, fìol dii conte Hugo di San Seyeriuo, per il feudo di l’andhr. propinquo a Crema ; et in loco di sier Batista Morexini, refudò, rimase sier Lucha Memmo. Da poi disnar il colegio si reduse a consultar di danari. • A dì 6, fo marti santo. La malina è gran con-seio, e fu posto parte, per li consieri, dar salvo con-duto per 4 mexi a li Garzoni dal banco, in le persone tantum, che possino comparer. Ave 14 non sincere, 199 di no, 614 di sì. Fu posto la gratia di sier Luca Loredan, quondam sier Francesco, fo bandito come patron ; e fu presa di quanto dimandava. Fu posto una gratia di Baxeio, fo cao di guarda di cai di sestier; e fu presa ; e di uno Nicolò Baron, è in prexon per debito, che li soraconsoli lo acorda. E fu presa. In questo conseio Jo, Marin Sanudo, rimasi camerlengo di Verona, et aceptai ita consulente el serenissimo principe. Fo chiamati molti patricij, nel numero di qual Jo, Marin Sanudo, andar a San Zorzi d’Alega contra do oratori di Napoli, vien di Pranza, vidélicet domino Antonio Frixon, camerlengo, e domino Troiano de Botonis, e Bernardo Dibenao, secratario ; e Dionisio Asmondo, zonto eri, va in Alemagna. Et fo chiamati 23 zentilomeni, Ira i qual sier Francesco Morexini, dotor et cavalier, fo orator a Napoli ; et cussi poi disnar andasemo a San Zorzi d’Alega a levarli. Eravi etiam domino Zuan Batista Spinelli, orator regio, et li conducessemo a la habitatione preparala a San Zorzi Mazor. Questi oratori sono stati parte in Pranza, et nulla hanno potuto obtenir, e vanno a Napoli dal suo re, per mar, per tema di Valentino, et il re di Franza non li hanno voluti veder, ni aldir, e cussi è ritornati. Di Iioma, di sier Marin Zorzi, dotor, orator nostro, di primo, 2 et 3. Di coloquij abuli col papa in materia cruciatce; tandem risolto dar quello si trazerano a la Signoria la mità, o vero, volendo il tutto, la Signoria armi 5 galie per suo conto e il papa ne armerà 15. Et che il papa li parlò di lo acordo dii re di romani con Franza, e dimandò di Napoli quello farà la Signoria, volendo il roy V impresa. TU Napoli, di sier Zuan Badoer, dotor, ora- ■ tor nostro, di 21. Come era zonto 30 milia ducati di Spagna, per meter in hordine l’armada yspana ; item, di remori sequili. Da poi disnar fo pregadi. Fu posto la gratia di sier Zuan Batista Soranzo, debitor di comun, e fu presa : el quella di sier Zuam Trum non fu presa.